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I conti della ripartenza internazionale del vino italiano: i trend in Cina e Usa

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Allo scoccare della ripartenza degli eventi del vino, con il gran gala di OperaWine in scena a Verona sabato 19 giugno dove presenzieranno 300 tra operatori e buyer provenienti da 13 Paesi, l’Osservatorio Vinitaly – Nomisma Wine Monitor traccia un bilancio sull’andamento dei principali mercati. Ed ecco cosa racconta lo stato dell’arte in Usa e Cina per quel che concerne la domanda nel primo quarto di 2021.

Ad aprile rifiorisce l’export italiano: +26% negli Usa e +98% in Cina

Secondo l’analisi dell’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor su base doganale, le statistiche degli ultimi mesi stanno evidenziando un forte rilancio degli ordini di vino italiano e francese nei due Paesi chiave del mercato. 

Nel mese di aprile, negli Stati Uniti l’import di vino è cresciuto mediamente a valore del 20%, con Italia (+26%) e Francia (+51%) che segnano una crescita ben oltre la media. 

Aprile, ma non solo, molto positivo anche per la domanda cinese, che nel mese registra un autentico boom a valore di ordini dal Belpaese (+98%) che oggi – dopo l’uscita di scena degli australiani – è diventato il terzo fornitore nel Dragone.

Bicchiere mezzo pieno per il vino italiano sui principali mercati: ad aprile, l'export segna un +26% negli Usa e un +98% in Cina
Bicchiere mezzo pieno per il vino italiano sui principali mercati: ad aprile, l’export segna un +26% negli Usa e un +98% in Cina

Cina: crollo australiano fa volare i competitor. Corrono bollicine e vini premium

Analizzando i risultati doganali del primo quadrimestre, in Cina il crollo australiano (-80% a valore sul pari periodo 2020) ha infatti determinato crescite a doppia cifra di tutti i competitor, con l’import italiano a +22%. Meno della Francia (+41%), protagonista di un autentico boom degli Champagne (+110%). A riprova che anche una domanda “rossista” come quella cinese si stia aprendo agli sparkling nel post-pandemia, è il dato di crescita delle bollicine: +75% nel primo quadrimestre, a fronte di un -15% dei fermi. Per i vini italiani, rileva l’Osservatorio, sono in netta crescita quelli di fascia premium con i fermi (85% dell’import dal Belpaese) che crescono del 19% a valore e di appena il 2% a volume, denotando così un incremento significativo del prezzo medio.

“I super-dazi di Pechino nei confronti dell’Australia, con il conseguente annullamento del principale fornitore, hanno lasciato sul mercato quote fondamentali che ridisegneranno la presenza dei player mondiali di vino in Cina”, evidenzia il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. “La sfida è intercettare il più possibile questa voragine di mercato, unitamente al fenomeno di revenge spending post-Covid che si riscontra in Cina”.

Francia  da record in Cina (+41% nel quadrimestre), con un autentico boom degli Champagne (+110%)
Francia da record in Cina (+41% nel quadrimestre), con un autentico boom degli Champagne (+110%)

Usa: torna il testa a testa con la Francia

Secondo le elaborazioni su base doganale, i vini italiani negli Stati Uniti sono segnalati ancora in perdita nel quadrimestre (-12%) a causa di un gennaio-febbraio nero (-26%). La Francia, all’opposto, riduce il gap a valore a -3% dopo l’annus horribilis segnato dalla pandemia e dalla scure dei dazi aggiuntivi. 

Il risultato che si va a configurare è un testa a testa sul primo mercato al mondo, con l’Italia a 538 milioni di euro di vendite seguita a ruota dalla Francia con 534 milioni di euro. Un tandem, quello franco-italiano, che allunga sugli altri competitor, in maggiore difficoltà, e che rappresenta in questa fase i 2/3 del totale delle importazioni a valore.

“La riapertura dei ristoranti negli Usa induce a un moderato ottimismo sulla ripresa delle importazioni di vino, come anche testimoniato dai dati di aprile che mostrano altresì una rotazione degli acquisti dove sono soprattutto i vini europei a beneficiarne, con Francia in testa (+51% rispetto ad aprile 2020), mentre i vini del Nuovo Mondo evidenziano cali a doppia cifra”, chiosa il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini. 

Un recupero sul quale influirà ulteriormente anche la recente notizia dell’accordo tra Usa e Ue per una sospensione quinquennale di dazi e altre ritorsioni tariffarie tra le due sponde dell’Atlantico, anche se tale accordo andrà soprattutto a vantaggio degli altri vini europei, visto che quello italiano era già stato esentato dai dazi aggiuntivi legati al contenzioso Airbus-Boeing”.

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