Caso “Prosěk” croato: il Governo italiano alza immediatamente gli scudi e fa muro davanti alla richiesta avanzata dai nostri “vicini di casa”. Lo fa rispondendo agli appelli giunti ieri dalla filiera e da tante voci della politica del Triveneto. Con il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, senatore Gian Marco Centinaio, che immediatamente si è attivato per contrastare l’iniziativa croata. E la presa di posizione del rappresentante del Governo a sostegno del Prosecco ha immediatamente trovato anche la sponda di Federvini.
Il sottosegretario Centinaio: “Ue fermi tentativo croato”
In una nota, il delegato dell’esecutivo per il settore vino sceglie di prendere una presa di posizione netta sulla richiesta croata di vedere riconosciuto il “Prosěk”:
“L’ennesimo colpo basso al nostro made in Italy. È irricevibile la richiesta presentata dalla Croazia di dare avvio alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek”.
“La commissione europea blocchi subito questo tentativo e non proceda con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Il rischio è altrimenti quello che finisca con il violare le sue stesse norme”.
“Non bastava l’aceto balsamico, ora è la volta del Prosecco. L’auspicio è che nella futura decisione l’Europa prenda in considerazione anche recenti precedenti. Non più tardi di due mesi fa, l’avvocato generale Pitruzzella ha proposto alla Corte di giustizia dell’Unione europea di dichiarare che il diritto comunitario tutela i prodotti Dop contro tutte le pratiche di parassitismo commerciale aventi ad oggetto indifferentemente prodotti o servizi”.
“Il nostro paese è dalla parte delle eccellenze agroalimentari italiane e ne difende l’unicità. Nostro dovere è contrastare l’italian sounding che ogni anno sottrae alla nostra economia decine di miliardi di euro”.

Federvini si unisce alla battaglia: “Giù le mani dal Prosecco”
Anche Federvini non ci sta. Ed esprime sorpresa e sconcerto per il tentativo della Croazia di chiedere il riconoscimento del termine Prošek come menzione tradizionale.
Lo fa attraverso la voce di Albiera Antinori, presidente del Gruppo Vini di Federvini:
“Riteniamo questa richiesta inaccettabile e appare incomprensibile l’atteggiamento della Commissione Europea che sta lasciando andare avanti il dossier”.
“Il Regolamento europeo in materia (1308/2013) stabilisce che ogni Denominazione di origine, come il nostro Prosecco, deve essere difesa da ogni tentativo di imitazione, anche attraverso la semplice traduzione linguistica. E il termine croato Prosek è semplicemente la traduzione di Prosecco”.
A farle eco le parole di Micaela Pallini, neopresidente Federvini:
“Ogni tentativo di indebolimento della nostra Denominazione deve essere respinto con forza”.
“Ringrazio quanti fra Ministero e Parlamento europeo si sono mossi già nei giorni scorsi in tal senso. Ora diventa fondamentale che il sistema Paese si muova unito e in maniera coordinata”.
“Tra l’altro indebolire le Denominazioni di origine mette in pericolo i negoziati in corso con molti Paesi extra Ue, che hanno nella difesa delle Dop una delle principali ragioni alla base di innumerevoli tentativi di accordi commerciali per rilanciare l’export europeo”.
“Difendere oggi Prosecco significa tutelare le Denominazioni italiane ed europee sul mercato Ue e nei mercati internazionali, non farlo sarebbe un boomerang ed un grave danno per tutto il sistema vinicolo, italiano ed europeo”.
È allineato sulle posizioni delle presidenti Antinori e Pallini, Giancarlo Moretti Polegato, numero uno di Villa Sandi, tra i grandi protagonisti del mondo Prosecco e associato storico di Federvini:
“È tassativo difendere in tutte le sedi un prodotto simbolo di italianità nel mondo proprio grazie alla sua identità legata ad una precisa area produttiva. Sono fiducioso che come già successo in occasione di altri attacchi al Prosecco, le nostre istituzioni riusciranno a difenderne e tutelarne l’unicità ed esclusività”.
