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Champagne, è Russia vs Francia: ma la notizia di una guerra è fortemente esagerata

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Bollicine al centro di più di un contrasto tra Paesi a livello internazionale. Non era sufficiente il caso Prosěk, che ha immediatamente condotto a una levata di scudi da parte dell’Italia davanti alle rivendicazioni croate in ambito comunitario. Ora anche le più celebri e amate, quelle di Champagne, sono al centro di una nuova disputa che vede contrapposti Russia e Francia. Con Moët Hennessy, leader mondiale nel settore dei vini ed alcolici di lusso, che addirittura ha temporaneamente sospeso l’invio delle proprie celebri produzioni verso Mosca. 

La pietra dello scandalo: in Russia è Champagne solo lo “shampanskoe”

Appaiono lontani, dunque, i tempi in cui madame Clicquot, volto iconico di una delle celebri Maison oggi nel portfolio del gigante transalpino del lusso, trovò il modo di forzare il blocco continentale istituito da Napoleone per far giungere a San Pietroburgo un carico da 10mila bottiglie del suo Champagne, così che la corte dello Zar non rimanesse senza.

Le élite russe, infatti, come riporta l’Agi potrebbero presto rimanere “all’asciutto”.

Colpa di una “controversa” legge firmata nei giorni scorsi dal presidente Vladimir Putin che impone a tutte le bollicine d’importazione di apporre in etichetta la dicitura “spumante”, riservando il corrispettivo russo del termine Champagne, “shampanskoe”, alle sole produzioni nazionali.

Da qui lo stop di Moët Hennessy alle spedizioni verso la grande madre Russia.

Moët Hennessy ha deciso per una "sospensione temporanea" delle forniture verso la Russia dopo l'approvazione delle nuove disposizioni di Mosca
Moët Hennessy ha deciso per una “sospensione temporanea” delle forniture verso la Russia dopo l’approvazione delle nuove disposizioni di Mosca

Moët Hennessy dice stop alle spedizioni verso Mosca

Se, però, inizialmente quella del gruppo transalpino del lusso appariva una decisione “di rottura”, come riportato dalla stessa Agi citando Leonid Rafailov, direttore di Ast, distributore di punta di alcolici che lavora anche con Moët Hennessy, che ha riferito di aver ricevuto una lettera dalla società francese che gli notifica la sospensione delle consegne, nelle ultime ore la “guerra” dello Champagne si è meglio delineata nei suoi contorni, con lo scenario che appare decisamente meno complicato di quel che sia apparso all’inizio.

La “tregua” è già stata siglata

Gli amanti russi delle bollicine più celebri al mondo, infatti, non rimarranno a lungo senza bottiglie dei loro marchi preferiti. Le forniture riprenderanno presto la strada verso Mosca, appena Moët Hennessy si sarà adeguata alla nuova normativa.

A riferirlo è un aggiornamento di Bloomberg, che spiega come la modifica legislativa che impone la menzione di “spumante” sul retro etichetta delle bottiglie di Champagne abbia effettivamente portato a una “sospensione temporanea delle consegne” da parte del gigante del lusso.

Ma è lo stesso gruppo a confermare come si tratti di una decisione assunta solamente per adeguarsi da un punto di vista logistico e normativo alle nuove disposizioni.

Dunque, se vera “pace” ancora non è fatta, di certo una prima “tregua” è stata siglata. Anche perché è indubbio che, per quanto di “prestigio”, nessuna produzione russa potrà mai eguagliare le bollicine di Reims.

E come ha fatto giustamente notare ad Agi Anna Chernyshova, buyer e consulente russa nel settore vino: “Non sono sicura del perché il Parlamento abbia approvato una legge simile, così tanti funzionari governativi bevono Champagne”.

Sulle etichette delle bottiglie, il corrispettivo russo del termine Champagne, “shampanskoe”, verrà ora riservato alle sole produzioni nazionali
Sulle etichette delle bottiglie, il corrispettivo russo del termine Champagne, “shampanskoe”, verrà ora riservato alle sole produzioni nazionali
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