Andrea Zanfi è il geniale inventore di Spumantitalia, una rassegna frizzante, che valorizza la spumantistica italiana e che lui stesso definisce come “una sua idea geopolitica di festival degli spumanti italiani”. La kermesse è un singolare festival dell’effervescenza che oggi ha acquisito una sua identità e funzionalità, un traguardo conquistato a discapito di tutto quello che è passato in mezzo, fra l’ultima edizione di Pescara e quella di Garda 2021.
Zanfi ha fissato l’edizione 2021 di Spumantitalia a Garda e lo ha fatto con un pizzico di follia, in un mese di solito per questo tipo di rassegne, lasciandosi alle spalle la crisi e la pandemia ma con la voglia soprattutto di aprirsi e aprire il suo mondo a tutti i costi e con leggerezza: come vogliono le bollicine, che lui definisce “non una scuola di pensiero, ma un vero insegnamento di vita, da affrontare con il gusto della festa, pensando quanto sia meravigliosamente bella la vita dello spumante”.
Come sempre la sua rassegna apre a nuovi e vecchi interlocutori, e propone un dibattito fisico e culturale che punta a nuove mete e inedite prospettive. Spumantitalia con le sue bubbles apre la mente e ragiona per il futuro di un mondo che è italianità, è gioia di vivere.

Tre giorni di spumeggianti confronti
Tre le giornate del festival, oltre 10 le Doc coinvolte, quasi 100 aziende e 200 etichette sono stati i numeri protagonisti di Spumantitalia 2021: cultura, enogastronomia, intrattenimento per un evento, fra i primi dopo la ripresa, che ha coinvolto decine di migliaia di turisti e oltre 100 influencer selezionati.
A GardaBubbles le opinioni come promesso hanno fatto tendenza: fra i dibattiti più interessanti quello dedicato all’Italia degli spumanti, un approfondimento sull’evoluzione dei mercati, identità e opportunità della spumantistica italiana realizzato in collaborazione col Corriere Vinicolo.
La tre giorni dedicata alle bollicine è stata stappata ad un ritmo davvero spumeggiante.
Il festival Spumantitalia di Garda non è solo un trionfo di spumantistica italiana da Nord a Sud, dal Metodo Classico al metodo italiano, è il buon vivere che emerge da questa rassegna, con il coinvolgimento di alcuni locali della località turistica che si affaccia sul lago perché la simbiosi fra buon bere e buon mangiare sia perfetta. Perché poi, dopo aver degustato, confrontato, assaggiato e parlato del vino, questo sia servito e sia protagonista di momenti indimenticabili. Come questa ripartenza italiana.

Le bollicine dell’Oltrepò Pavese in gran spolvero a Spumantitalia
E parlando di ripartenze, a Spumantitalia 2021 abbiamo incontrato Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, che ha contribuito a raccontare una storia nella storia delle bollicine.
Uno degli eventi in agenda è stato dedicato a ben 11 etichette in rappresentanza della Docg Metodo Classico OP, l’altro, per stupire i fortunati partecipanti alla masterclass dei dormienti, è stato viaggio indietro nel tempo, che in questo caso ha significato la sboccatura di un magnum La Versa, brand simbolo della spumantistica d’Oltrepò Pavese: un grande formato rimasto ad attendere ben 32 anni sui lieviti e capace di incantare i palati, certo, ma anche lo sguardo per la sua luce e il suo colore persistente.
Un’avventura, quella in riva al Garda, che dice molto del mondo delle bollicine dell’Oltrepò Pavese, che sta puntando sempre di più alla valorizzazione della sua qualità e anche alla affermazione della storia. Oltre che della capacità di dare storia all’arte di fare spumante – Metodo Classico – con un vitigno principe che in questa terra a forma di grappolo, esposta a diversi venti e incroci di quattro regioni, ha un modo singolare e unico di offrirsi nel calice. Tempo al tempo.
“Il nostro metodo classico Oltrepò Pavese Docg, quasi tutto da Pinot Nero, offre spumanti con notevoli anni sui lieviti”, ci spiega Carlo Veronese. “Un modus che ci contraddistingue come territorio dove molte aziende fanno affinamenti importanti interpretando la longevità di questo vitigno, il Pinot Nero, caratteristica performante in Oltrepò Pavese”.
Come anticipato, 11 le etichette in rassegna nei calici di Spumantitalia per rappresentare la Docg d’Oltrepò: Bosco Longhino, Calatroni, Cà di Frara, Cavallotti, Jako Wine, La Versa – Terre d’Oltrepò, Francesco Montagna – BertéCordini, Padroggi Luigi e Figli, Prime Alture, Quaquarini, Bruno Verdi. 11 bollicine che hanno raccontato chiaramente quanta bella strada si può fare su e giù per le colline dell’Oltrepò Pavese, degustando bollicine tipiche e interpretate (con arte) per un corale alto livello esempio di spumantistica italiana.
Così, fra gli 11 tutti molto apprezzati e ben raccontati in una non banale descrizione sensoriale, curata da Marcello Celo, è ancora il La Versa 2007, 13 anni sui lieviti a diventare quasi un simbolo di questa arte di affinamento per il metodo classico OP Docg.
“Un’altra chiave di successo è di sicuro quella dello spumante rosé, e del Cruasé, brand ideato per caratterizzare il Metodo Classico da Pinot nero”, sottolinea ancora Veronese, “con una grandissima resistenza sul colore”.
“Vini che hanno 60, 90 mesi sui lieviti e hanno ancora colori vivissimi, oltre ad essere davvero interessanti in queste degustazioni comparate”.
“Oggi è il momento degli spumanti, tutte le zone d’Italia fanno spumanti, a Garda abbiamo portato 71 etichette e abbiamo sempre ricevuto complimenti”.
