A Rivanazzano Terme, in provincia di Pavia, dove inizia la Valle Staffora, presso Il Selvatico (Ristorante del Buonricordo), è andata in scena il 9 luglio una Masterclass Moserissima. Una degustazione diversa dal solito. L’abbinamento musicale, da una parte, ma anche quello letterario, con la complicità dell’editore di Francesco Moser, Azzurra Music, uscito da poche settimane con un volume biografico, distribuito in 20mila copie, dedicato al recordman trentino. La masterclass, in cui non è mancata la presenza del campione produttore Francesco Moser ha esaltato i partecipanti (tutto esaurito) grazie a tre etichette TrentoDoc e tre Oltrepo Docg, con note e assonanze di due grandi territori del vino uniti anche dalla musica.
Una Masterclass Moserissima che abbraccia l’Oltrepò delle bollicine
Tra i presenti alla Masterclass Moserissima, Carlo Veronese, direttore del Consorzio tutela Vini Oltrepò Pavese, che ha raccontato cosa c’è dietro al rilancio di questo territorio storico per le bollicine e il vino. E ha poi guidato all’ascolto dei calici – anche quelli delle tre etichette Moser – sottolineando il livello alto di questi prodotti italiani, capaci di competere nel mondo, con i migliori Champagne.
Ma soprattutto capaci di essere amati e capiti dalla gente, a qualunque livello, come deve accadere per il vino che deve sì premiare fini intenditori ma anche educare e fare gioire semplici appassionati e wine lover che attraverso queste esperienze degustative si possono portare a casa proprio il ricordo di un territorio, dove tornare e assaggiare.
“Ci manca di sicuro la notorietà di certi vini”, ha sottolineato Veronese. “Ed è per questo che speriamo di poter concretizzare gli impegni internazionali che ci stanno aspettando già da settembre negli Stati Uniti, ma non ci manca per contro la sicurezza di prodotti di altissimo livello che – come si diceva – sanno emozionare. Quasi quanto le imprese di campioni come Francesco Moser, un esempio di successo che fa bene anche al nostro mondo del vino”.

Lo scatto in avanti del mercato degli spumanti
Ripartenze. Che il mercato del vino spumeggiante sia in fermento è un dato di fatto. Ed è un piacere oltre che una buona notizia avvertire che si parla di Spumante Italiano, Metodo Classico o metodo italiano (Martinotti, Charmat che dir si voglia) con una grande attenzione al livello qualitativo che è cresciuto moltissimo.
“Non è una sensazione, lo dicono i numeri, e lo ha anche detto, anzi celebrato direi, il recente evento di Spumantitalia – nella affascinante cornice di Garda – al quale abbiamo aderito come Consorzio Tutela con focus sulla nostra Docg Pinot Nero Metodo Classico e Cruasé (e ci tengo a specificare la nostra Dop d’eccellenza) insieme ad una decina di altri Consorzi molto attivi e con i quali condividiamo questa voglia di confrontarci e di valorizzare la crescita di questo mondo di bollicine”.
Sono le parole di Gilda Fugazza, presidente del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, anch’essa presente alla Masterclass Moserissima, Trentodoc / Oltrepò Docg, organizzata al Selvatico di Rivanazzano Terme (Pavia) e che ha visto un grande successo di partecipazione e di gradimento.

Vino e ciclismo: parola a Francesco Moser
Vino e ciclismo: un binomio di cui abbiamo già a più riprese parlato. E anche in questa speciale occasione, molti elementi in contatto fra mondo del vino e del ciclismo si sono alternati e hanno composto una colonna musicale, una vera compilation, nella serata di degustazione che ha coinvolto il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese per una promozione corale delle Denominazioni italiane delle bollicine.
“La terra è bassa e ci fa pedalare”, ha ripetuto più volte il campione trentino Francesco Moser, produttore di TrentoDoc a Maso Warth di Gardolo, cantina che ha ricevuto negli anni moltissimi riconoscimenti non solo per il suo top TrentoDoc 51,151.
“Noi italiani siamo capaci di fare vini di altissimo livello e li dobbiamo promuovere con passione, valorizzando anche i vitigni autoctoni. Non c’è da aspettare, nel mio modo di vedere il vino, mi piace fare bene il vino, proporlo, stapparlo e berlo con gioia senza pensare di doverlo fare invecchiare”.
È la filosofia di un campionissimo che alla fine, in ogni caso, sottolinea la concretezza del mondo del ciclismo e dello sport per come lo ha interpretato lui (ha vinto tutto quello che c’era da vincere) e la concretezza del vino.
“Il comune denominatore, poetico, è l’emozione: dell’impresa sportiva come del riuscire a fare un vino importante”, chiosa Luca Bellani, produttore della sua Ca’ di Frara, presente alla Masterclass Moserissima con il suo T4, bollicine Docg solo da Pinot nero, 60 mesi sui lieviti. “Bello poter parlare di vino e degustarlo insieme a personaggi di questo calibro, bella anche la semplicità che ci unisce e che ci fa incontrare sulle note del vino italiano”.
