Cecco e Mami. Mami e Cecco. Complementari, ma opposti. Due volti, due vini, due identità, un comune denominatore. È Piacenza (o meglio sarebbe dire la “piacentinità”) quel che lega e vuole raccontare questa nuova doppia espressione di uno dei marchi più riconosciuti, Il Pioggiarello, di un territorio in cui l’Emilia sfuma già aprendosi all’influenza della Lombardia. Da sempre terra di passaggio, snodo che guarda a sud e a nord contemporaneamente, Piacenza ha nella sua straordinaria tradizione un simbolo e un vanto. Una caratterizzazione che richiama a eccellenze che tuttavia hanno sempre faticato a uscire dall’uscio di casa, fatto salvo quell’affaccio su Milano, Genova e Torino, direttrici che da qui si raggiungono con facilità. Ma poi? Oltre è sempre stato difficoltoso arrivare. Ma oggi, grazie a Cecco e Mami, è una rivoluzione quella che vuole essere portata nella diffusione della “piacentinità”, iniziando dal vino.
Lo scrigno dei ricordi e l’identità di Cecco e Mami
Cosa sono Cecco e Mami è facile e al contempo complicato da spiegare. Già, perché si tratta di due volti che hanno rappresentato la storia e l’essenza di un’azienda, ma che sono anche identità gelosamente custodite nello scrigno dei ricordi più preziosi di famiglia.
“Non vogliamo svelare l’identità dei due personaggi che sono immortalati in etichetta”, spiega Giulia Perini, nuova generazione della famiglia a guida de Il Poggiarello. “Ma possiamo dire che sono figure molto importanti, legate a tutti noi e più in generale alla storia dell’azienda”.
“Due volti che rappresentano un po’ lo spirito di quella piacentinità che desideriamo trasmettere con questi due nuovi vini. Valori forti, gli stessi che ci piacerebbe riuscire a condividere attraverso ogni calice di Cecco e Mami”.
“Andiamo così alle radici di quello che è lo spirito della nostra realtà, aggiornato grazie a un’immagine che si fa dinamica e moderna, ma non solo”.

Nuovi volti della tradizione
Cecco e Mami, d’altronde, proprio a questo conducono: al saltare degli schemi classici, in una nuova modalità che permette al passato di dialogare con il futuro.
“La storia della nostra famiglia ci accompagna in ogni passo che compiamo come azienda”, sottolinea Giulia Perini. “Anche laddove ogni tanto ci discostiamo con produzioni che non rimandano magari in maniera diretta alla tradizione piacentina”.
Non con Cecco e Mami, attraverso cui si dipana un racconto capace di portare Piacenza fuori da Piacenza, trasmettendone la passione, la bellezza e l’eccellenza.
Una narrazione che passa da un rosso di struttura, prodotto con uve Barbera, Bonarda e Cabernet (Cecco), e da un bianco Emilia Igt, realizzato con uve Malvasia di Candia aromatica (Mami).
“Dopo il successo riscosso con il volto frizzante della linea Gli Spaghi, anche con queste due nuove etichette Il Poggiarello abbiamo voluto offrire una chiara e diretta interpretazione del vino piacentino”.
“Mami è una tipica Malvasia di Candia Aromatica al 100%, uno dei vitigni simbolo del nostro territorio, già premiata con l’annata 2020 dalla Guida 5StarWines con 91 punti. Cecco, invece, sposa Barbera e Bonarda con Cabernet in surmaturazione, offrendo uno sguardo che possa attrarre anche chi non abbia confidenza immediata con Piacenza e i suoi vini”.
“Il risultato di queste due interpretazioni sono vini molto morbidi e rotondi. È una chiave moderna della tradizione e dei vigneti più vecchi quanto abbiamo cercato di proporre. Per una produzione che si attesta attorno alle 15mila bottiglie per tipo”.
La scelta di una veste che rompe ogni schema
E poi c’è la veste. Un abito che si colloca anch’esso fuori da schemi prestabiliti. Un concept con un pizzico di dosata follia e dove sul fronte non compare nemmeno il logo dell’azienda.
“È il frutto del tratto di Edoardo Balordi, grafico originario di Piacenza e innamorato della sua città, che ci ha aiutato a dare un volto e una veste ai nostri nuovi vini”, riprende Giulia Perini. “La scelta di collaborare con lui non è casuale, perché richiama quel concetto di portare Piacenza fuori Piacenza che ricerchiamo con Cecco e Mami”.
“Edoardo, infatti, da anni lavora a Barcellona per uno studio che è specializzato nella creazione di progetti legati al vino. E quindi lo abbiamo contattato per avere un’interpretazione che portasse il contributo di chi ha le radici che affondano in profondità a Piacenza, ma al contempo lo slancio di orizzonti e una visione davvero internazionali”.
Cecco e Mami: un manifesto di “piacentinità”
Ad accompagnare il lancio dei nuovi vini anche un manifesto della “piacentinità”, capace di riproporre a parole lo spirito racchiuso nelle due bottiglie.
“La nostra sfida è di portare fuori dai confini di casa le nostre tipicità”, sottolinea Giulia Perini. “Con Gli Spaghi siamo riusciti a compiere un primo passo in questa direzione. Ma ora serve proseguire lungo il cammino, valorizzando una tipicità che nulla ha da che invidiare a produzioni più note e affermate. L’Italia sta recependo il messaggio, ma anche fuori dai nostri confini si cominciano a intravedere buoni riscontri: dalla Russia alla Cina, fino anche al Giappone”.
L’autenticità d’altronde non può non conquistare. E Cecco e Mami rappresentano dei veri ambasciatori nel comunicare la piacevolezza della semplicità che non scade mai nel banale. Nessun giro di parole. Lo si riconosce al primo sorso. Vini diretti e che portano una ventata di modernità nella classicità della tradizione. Perfetti tanto nei momenti di convivialità, quanto in più posati pranzi domenicali. Due etichette per scoprire tutta la bellezza della “piacentinità”.