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Roma: tre indirizzi sicuri dove bere bene

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“Roma ha l’osteria, luogo popolaresco, un po’ buio, bonario, con tavole di marmo, boccali di vino, belle insegne rossastre con le scritte: Vino dei Castelli a tanto il litro”. Ne è passata di acqua sotto i ponti capitolini da quando Alberto Moravia scrisse queste parole. Oggi, infatti, il volto della Capitale è molto cambiato, pur conservando diversi tratti della propria identità. Per una fisionomia che si delinea, ogni giorno di più, tra gli epicentri nel Belpaese del piacere gourmet. Con i suoi angoli storici, le tavole della tradizione e qualche curiosa novità ad affacciarsi sulle sponde del Tevere, pronta a portare un personale tocco d’innovazione in un mondo fortemente legato alla tradizione, ma aperto ad accogliere quanti desiderosi di arricchire il panorama gastronomico dell’Urbe. Sul “ben mangiare”, tra classici di un tempo e alta ristorazione contemporanea, Roma molto ha da regalare. Più difficile, invece, orientarsi all’interno della sua proposta enologica, per gli appassionati che desiderino far guidare le proprie scelte da una buona bottiglia di vino. Ecco, allora, tre indirizzi sicuri di WineCouture per vacanze romane all’insegna del giusto calice.

Una scelta che mette in fila quasi 3mila etichette quella di un'istituzione del bere bene come Roscioli a Roma
Una scelta che mette in fila quasi 3mila etichette quella di un’istituzione del bere bene come Roscioli a Roma

Roscioli: il must per i cultori della materia a Roma

Non si può iniziare che da una vera e propria istituzione, luogo del cuore immancabile per chi si definisca amante del vino in ogni sua multiforme sfaccettatura: Roscioli. Questa storica “salumeria con cucina” in via dei Giubbonari al 21, a cinque minuti da piazza Navona, è un vero e proprio must per chi desideri accompagnare un’esperienza gastronomica di livello a una selezione ampia di etichette, capace tanto di condurre in giro per l’Italia, quanto di assumere orizzonti internazionali. 

Le due carte vini (una per l’Italia e una per l’estero, entrambe con la benedizione urbi et orbi di un’icona del bere bene come Hugh Johnson) sono una vera e propria gioia per gli occhi di ogni “cultore della materia”. 

La nostra scelta da Roscioli a Roma: Saumur Champigny Terres Chaudes 2016 del Domaine des Roches-Neuves
La nostra scelta da Roscioli: Saumur Champigny Terres Chaudes 2016 del Domaine des Roches-Neuves

Dalle selezioni Roscioli espressamente dedicate a questo Paradiso della buona tavola alle etichette più ricercate e di prestigio, passando anche per Denominazioni poco note, chi si prenderà il tempo di sfogliare la corposa rassegna ne troverà di che divertirsi. Noi lo abbiamo fatto, andando a scovare un magnifico Saumur Champigny Terres Chaudes 2016 del Domaine des Roches-Neuves. 

E a far poi da compendio a una scelta che mette in fila quasi 3mila etichette, una proposta nel piatto che della semplicità e dell’esaltazione della materia prima fa la sua cifra distintiva: tra la selezione di acciughe e gli antipasti sfiziosi, passando per i classici romani, ma non solo, fino a perdersi tra crudi di mare, battute di carne, ma soprattutto le straordinarie associazioni di formaggi e salumi, anche qui declinate all’italiana e in chiave straniera. Per una tappa davvero imperdibile dall’istante esatto in cui si decide di mettere piede nella Città Eterna.

Quella di Roscioli è una tappa davvero imprescindibile, dall’istante esatto in cui si decide di mettere piede nella Città Eterna
Quella di Roscioli è una tappa davvero imprescindibile, dall’istante esatto in cui si decide di mettere piede nella Città Eterna

Aventina Carne e Bottega: la novità con il giusto twist

Da uno dei locali che hanno fatto e continuano a fare la storia dell’offerta enogastronomica romana abbiamo scelto di passare a una fresca novità, che da poco più di una settimana ha aperto le sue porte al pubblico. Parliamo di Aventina Carne e Bottega, un’enoteca e tanto di più ancora situata a metà strada tra Porta San Paolo e il Circo Massimo, in viale della Piramide Cestia al 9.

La novità del bere bene a Roma si chiama Aventina: il locale si situa a metà strada tra Porta San Paolo e il Circo Massimo
La novità del bere bene a Roma si chiama Aventina: il locale si situa a metà strada tra Porta San Paolo e il Circo Massimo

In cucina, lo chef Matteo Militello, a coordinare l’attività, l’imprenditore Andrea Ceccarelli, a gestire i flussi di sala e terrazza, il co-founder e general manager Francesco Rosati. Insieme hanno dato vita a un format ibrido che dona il giusto twist alla classica idea di un’offerta di qualità fondata sulla materia prima. Come evidenzia anche un menù dove si possono individuare elaborazioni fantasiose e di gusto che regalano gioie agli occhi e al palato. 

Qualche consiglio per farsi incantare e sedurre: dalla Tartare di Fassona piemontese, giardiniera di gaia, zabaione salato e foglie di cappero “di nicchia” al Raviolo “assoluto di ricotta” ai tre pomodori, passando per il curioso (e imperdibile) Saltimbocca alla romana 2.0

Senza poi dimenticare, in un vero e proprio filo diretto dal bancone alla tavola, le selezioni di taglieri, con un plauso a una vetrina di formaggi di livello notevole, e soprattutto l’asso nella manica di Aventina: la variegata proposta della macelleria, tra lombi, filetti, controfiletti e fassona piemontese, di differenti pezzature e tipologie di carni nazionali e internazionali.

Nella ricercata proposta gastronomica dello chef Matteo Militello ad Aventina a Roma, lasciatevi conquistare dai Saltimbocca alla romana 2.0
Nella ricercata proposta gastronomica dello chef Matteo Militello ad Aventina, lasciatevi conquistare dai Saltimbocca alla romana 2.0

Non si è, però, parlato ancora di vino. Ma da Aventina centrale è anche la scelta della giusta bottiglia. Con una carta per il momento ancora in fase di assestamento, ma che già conta 250 colorate etichette, di proposte interessanti se ne individuano senza grandi difficoltà.

Con un occhio di particolare riguardo riservato in lista a Piemonte e Toscana. Ma anche la possibilità di spaziare a piacere una volta optato di fare un giro tra gli scaffali all’interno del negozio e la scenografica cantinetta a temperatura controllata che accoglie i visitatori proprio al primo affaccio su strada.

E anche qui le sorprese non mancano: vedi il piacevole Pommard Aoc Vieilles Vignes 2019 di Arnaud Baillot, che abbiamo deciso di far seguire al sorprendente Navigabile Etna Rosso Doc 2018 firmato dalla cantina siciliana Ayunta.

Come si dice in questi casi: se il buongiorno si vede dal mattino, l’avvenire di Aventina Carne e Bottega è assicurato sul palcoscenico romano.

La felice sorpresa della serata tra le 250 etichette di Aventina a Roma: il Navigabile Etna Rosso Doc 2018 firmato dalla cantina siciliana Ayunta
La felice sorpresa della serata tra le 250 etichette di Aventina: il Navigabile Etna Rosso Doc 2018 firmato dalla cantina siciliana Ayunta

Flavio al Velavevodetto: Roma nel piatto, una wine list che sorprende

Si è iniziato parlando di osterie. E non ci si può esimere da un passaggio in uno dei luoghi dove la tradizione della cucina romana è custodita e salvaguardata. Ritrovi dove, tuttavia, la carta vini non riesce sempre a tenere il passo di un’offerta ricca e, in alcuni casi, complicata da assecondare e accompagnare sotto il profilo enologico. Non è questo il caso di uno degli indirizzi culto per chi ami ritrovare la Grande Bellezza di Roma anche nel piatto: Flavio al Velavevodetto.

Dove il patron, lo chef Flavio De Maio, romano della Garbatella, al cuore di Testaccio, in via di Monte Testaccio 97, a poca distanza dalla Piramide di Caio Cestio, invita a un viaggio tra Matriciana, Gricia, Carbonara e Cacio e Pepe, passando per Rigatoni con la pajata, Coda alla vaccinara, Polpette al sugo o fritte di bollito, fino ad arrivare alla Cicoria ripassata in padella e ai Carciofi alla giudia (per non citare il resto).

Da Flavio al Velavevodetto a Testaccio si sperimenta la vera cucina di Roma supportati da una carta vini che riserva più di una sorpresa
Da Flavio al Velavevodetto a Testaccio si sperimenta la vera cucina di Roma supportati da una carta vini che riserva più di una sorpresa

Vere prelibatezze, cui è offerto ulteriore vigore da una carta vini molto curata nella selezione. E che finanche stupisce, mai esagerando e sapendosi mantenere in linea con i dettami imposti anche nel prezzo dallo stile del locale, con proposte particolarmente azzeccate e non soltanto a livello di scelte tra le etichette laziali.

Si spazia, infatti, tra Italia ed estero. E ad averci incuriosito è in particolare l’incursione nel profondo nord della penisola, con una proposta in bianco dall’Alto Adige che stupisce e intriga, in particolare con i Pinot Bianco Lepus Franz Haas e il Sanct Valentin di San Michele Appiano, solo per accennare a un paio di etichette tra le tante. Per la serie: c’è vita (e vite) oltre i Castelli.

Roma da bere: appunti di viaggio per il futuro

Tre indirizzi, quelli che abbiamo scelto di sottoporvi, perfetti per un weekend che permetta di variare nella proposta e facilmente raggiungibili dal centro città. Ma, come ovvio sia, che non esauriscono la panoramica che potrebbe essere offerta.

Tanti altri, infatti, i posti che meriterebbero una visita nella Città Eterna per un calice. Chi scrive, ha già provveduto a segnare qualche indirizzo nel suo carnet di viaggio per il futuro. Ecco, quelli che nelle nostre ricerche ci hanno incuriosito nel ricco panorama della Capitale e che visiteremo nel nostro prossimo passaggio sulle sponde del Tevere:

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