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Le Tenute del Leone Alato: i vini Genagricola cambiano volto

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I vini di Genagricola, la più estesa azienda agricola italiana, cambiano pelle e intraprendono definitivamente il cammino che li condurrà nel futuro. 47 vitigni autoctoni e internazionali, 780 ettari di vigneti, 65 etichette, di cui 56 a Denominazione di origine protetta: numeri da capogiro, per una realtà che oggi assume un nuovo volto. È quello di Le Tenute del Leone Alato. A essere così racchiusi in un unico portfolio, aziende fortemente differenti tra loro, identitarie e radicate in alcune fra le regioni a più alta vocazione vitivinicola: Piemonte, Veneto e Friuli.

Come nasce il progetto Le Tenute del Leone Alato

Un nuovo polo vinicolo, studiato fin nel minimo dettaglio. Dalla scelta delle varietà coltivate, alle tecniche di viticoltura e di vinificazione, fino al branding, al packaging e alla comunicazione, ogni fase dello sviluppo dei prodotti Le Tenute del Leone Alato è stata e viene seguita con la massima attenzione, per esaltare l’identità inconfondibile di ogni territorio. 

Il progetto è stato guidato da tre valori fondativi, che riuniscono e caratterizzano i diversi tasselli del nuovo mosaico di Genagricola: l’eterogeneità delle aree italiane a più alta vocazione vinicola, l’apertura verso le sperimentazioni e il futuro, la determinazione di aprire nuovi percorsi nel mondo del vino.

Luoghi diversi, dunque, ma che nei loro vini esprimono qualità, attenzione e rispetto del territorio, in una continua ricerca dell’eccellenza.

In Le Tenute del Leone Alato, racchiusi in un unico portfolio aziende fortemente differenti tra loro, identitarie e radicate in alcune fra le regioni a più alta vocazione vitivinicola: Piemonte, Veneto e Friuli
In Le Tenute del Leone Alato, racchiusi in un unico portfolio aziende fortemente differenti tra loro, identitarie e radicate in alcune fra le regioni a più alta vocazione vitivinicola: Piemonte, Veneto e Friuli

La sostenibilità, un impegno crescente

“Conosciamo un solo modo di portare avanti le nostre attività: mettere al centro il rispetto e la valorizzazione del territorio e delle persone che lo vivono”, sottolinea Francesco Domini, direttore commerciale Le Tenute del Leone Alato, raccontando il nuovo corso intrapreso.

Ogni terra è un microcosmo, con un carattere unico da difendere e promuovere. Con i nostri metodi garantiamo il rispetto della biodiversità di cui l’Italia è depositaria”. 

Per questo appoggiamo pienamente l’investimento agronomico e umano che le Tenute hanno espresso nel recupero e nella coltivazione dei vitigni autoctoni. Ad oggi, nel nostro portfolio, possiamo contare su 47 differenti varietà fra uve autoctone ed internazionali: la massima valorizzazione della ricchezza del patrimonio viticolo delle aree in cui operiamo è il nostro obiettivo”.

“Ogni terra è un microcosmo, con un carattere unico da difendere e promuovere. Con i nostri metodi garantiamo il rispetto della biodiversità di cui l’Italia è depositaria” (Francesco Domini, direttore commerciale Le Tenute del Leone Alato)
“Ogni terra è un microcosmo, con un carattere unico da difendere e promuovere. Con i nostri metodi garantiamo il rispetto della biodiversità di cui l’Italia è depositaria” (Francesco Domini, direttore commerciale Le Tenute del Leone Alato)

Il logo di Le Tenute del Leone Alato

Il pittogramma è uno scudo araldico, reinterpretato in chiave attuale, minimale e non pittorico. 

Nell’araldica, il profilo stilizzato e spigoloso del leone ha una criniera arricchita da sei cerchi che rimandano all’uva e da linee che richiamano i filari del vigneto. 

Alla modernità del pittogramma si contrappone lo stile del font scelto, classico e tradizionale, separato da una linea che, vista insieme allo scudo, ricorda lo stelo di un bicchiere. 

Il nero ed il grigio, che colorano lo scudo, sono il risultato della sovrapposizione dei colori di tutti gli stemmi delle Tenute: una scelta concettuale che racchiude e accoglie tutte le sfumature e l’eterogeneità delle cinque aziende Le Tenute del Leone Alato.

I territori del vino di Genagricola e i loro cavalli di battaglia

Ognuna delle cinque destinazioni del vino nel portfolio di Le Tenute del Leone Alato mantiene il cuore fortemente radicato in un luogo e investe sulla sperimentazione e la valorizzazione delle uve autoctone della regione in cui si trova.

Bricco dei Guazzi, al cuore del Monferrato, propone uno sguardo sul Piemonte. Una storia secolare che risale al 1500, legata a due nobili famiglie, l’arte del fare il vino preservata in un ciclo produttivo unico che fonde costruzioni e ammodernamenti fatti in epoche successive.

I vigneti di Barbera, già narrati da Luigi Veronelli, le caratteristiche pedoclimatiche dei bricchi marnosi, i 500 anni di esperienza nella viticoltura e i nobili antenati costituiscono l’identità di Bricco dei Guazzi. 

“Alta petit” è il motto dell’azienda, che si traduce in un orientamento all’eccellenza, attraverso la continua innovazione che da sempre caratterizza la storia questa tenuta di 35 ettari vitati nel comune di Olivola, in provincia di Alessandria. 

E nel Monferrato Patrimonio Unesco, in cui il vino è l’identità che unisce la terra stessa al resto del Piemonte, l’Albarossa – vitigno autoctono nato da un incrocio tra  la Barbera e il Nebbiolo – si fa ponte vinicolo con le Langhe.

Bricco dei Guazzi, al cuore del Monferrato, propone uno sguardo sul Piemonte di Le Tenute del Leone Alato
Bricco dei Guazzi, al cuore del Monferrato, propone uno sguardo sul Piemonte

Costa Arènte è un racconto scritto a mano della Valpantena. In un microcosmo in cui si incrociano storia, arte ed enologia, la produzione della cantina di Grezzana, nel cuore della Valpantena si basa su tre vini rossi che rispecchiano la tradizione vitivinicola della zona: Valpolicella Superiore, Ripasso e Amarone, presto affiancati da altre due referenze, l’Amarone Riserva e il Recioto. 

Dalla raccolta e selezione manuale delle uve coltivate nei 17 ettari di proprietà fino all’imbottigliamento, ogni fase è condotta con attenzione artigianale nel rispetto della terra e dei suoi tempi, per assicurare una produzione volutamente limitata e di alta qualità. 

L’azienda, inoltre, offre un’attività di accoglienza legata all’enoturismo nella struttura adiacente al vecchio fruttaio. 

A Costa Arènte, ogni fase è condotta con attenzione artigianale nel rispetto della terra e dei suoi tempi
A Costa Arènte, ogni fase è condotta con attenzione artigianale nel rispetto della terra e dei suoi tempi

Torre Rosazza è quintessenza del Friuli. A Oleis di Manzano e a Le Telizze nelle Grave, la meticolosa cura dei vigneti e l’attenzione nel preservare le caratteristiche peculiari di ogni singola varietà permettono di ottenere vini eleganti e dall’altissimo livello qualitativo. 

Bianchi, rossi, spumanti e vini dolci della tradizione, storicamente ottenuti da vitigni autoctoni e varietali internazionali, sono reinterpretati con una prospettiva contemporanea, esaltando la florealità e la mineralità propria di questi grandi terroir. 

Non solo vini, ma anche esperienze da vivere in tenuta. A partire da agosto, infatti, Torre Rosazza apre le porte a clienti e visitatori, offrendo degustazioni, approfondimenti e restituendo appieno il fascino culturale di un territorio in costante evoluzione.

Torre Rosazza è quintessenza del Friuli di Le Tenute del Leone Alato
Torre Rosazza è quintessenza del Friuli

Tenuta Sant’Anna racchiude in sé la gamma più completa di Veneto e Friuli. Tra le prime cantine a specializzarsi nella produzione di Prosecco, l’azienda vitivinicola nasce negli anni ’60 al confine tra Veneto e Friuli, regioni contraddistinte da un’offerta ricca e completa che unisce tipicità diverse, dall’Amarone e il Ripasso, ai monovitigni friulani. 

Un percorso contemporaneo, che si ritrova nel design delle bottiglie e nella varietà della gamma. Vini pensati per accompagnare tutte le occasioni di consumo. 

I 300 ettari sono suddivisi in tre tenute, dislocate tra le pianure vicine al mare fino alle colline ai piedi delle Dolomiti, seguendo il confine tra Veneto e Friuli-Venezia Giulia. 

Un vasto territorio con caratteristiche diverse, che cambiano radicalmente da zona a zona, creando un mosaico di microclimi che si riflettono nel carattere dei vini e che danno vita ad una gamma diversificata in termini di stili ed esperienze gustative. 

A chiudere è V8+, un racconto dello spirito più leggero, frizzante e divertente del Prosecco, declinato in differenti tipologie con il metodo Martinotti: Brut, Millesimato Brut, Dry, Extra Dry, Valdobbiadene e Cartizze. 

Ad ogni bollicina, una bottiglia iconica e in etichetta poche righe che toccano ogni aspetto della produzione, dal territorio di origine e Denominazione, ai giorni di fermentazione, il residuo zuccherino e la classificazione. 

Al centro del processo produttivo, la qualità della Glera, selezionata dalle più famose Doc del Veneto, come la zona Conegliano-Valdobbiadene e il cru Cartizze. 

Il risultato è un Prosecco di qualità, fresco e versatile, adatto ad ogni brindisi.

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