Una realtà di 160 ettari, di cui 110 già in produzione, tra Santa Cristina Gela e Noto. Per una produzione che si attesta attorno alle 750mila bottiglie e un fatturato sviluppato annualmente di oltre 3 milioni di euro. Stiamo parlando di Baglio di Pianetto, cantina siciliana di proprietà della famiglia Marzotto. Un nome che si è fatto largo in questi ultimi anni come uno dei simboli dell’eccellenza del vino dell’Isola. Ma che oggi è pronto a compiere un ulteriore balzo in avanti nel suo percorso di crescita. A dirigerla Francesco Tiralongo, 53 anni, di cui oltre una ventina trascorsi nel settore vinicolo, nominato pochi mesi fa nuovo amministratore delegato. Da lui ci siamo fatti raccontare il nuovo corso su cui si sta incamminando Baglio di Pianetto.

Cosa l’ha colpita al suo arrivo in Baglio di Pianetto?
In particolare, direi l’attaccamento della famiglia Marzotto a questo progetto, iniziato dal Conte Paolo nel 1997. E che non pare soffrire di alcuna battuta d’arresto, nonostante la scomparsa del suo fondatore, con la sua carica passionale. All’opposto: mi è stata trasmessa una forte carica positiva e proiettata alla crescita attraverso sua figlia Dominique, attuale presidente dell’Azienda, ma anche attraverso l’entusiasmo di tutti i soci e dell’ultima generazione dei Marzotto che frequentano con attaccamento questa realtà.
È stato indubbiamente uno dei motivi determinanti per il quale ho deciso di sposare la causa di Baglio di Pianetto, dopo una lunga carriera in questo mercato, che mi ha visto professionalmente impegnato e legato ad altri importanti nomi del vino, siciliano ma non solo, come Marchesi de’ Frescobaldi, Ornellaia, Mionetto, Donnafugata e Cantine Settesoli, per citarne alcuni.
E cosa ha trovato in questo angolo di Sicilia, per certi versi inusuale rispetto al panorama del vino che lo circonda?
Ho trovato esattamente una realtà inusuale. E proprio per questo sorprendente, che merita una necessaria spinta su marketing e comunicazione ma anche di fare un cambio di passo stilistico.
In che termini?
A partire dai vini, che già conoscevo e di cui ho sempre apprezzato la qualità.
Insieme al nostro consulente enologico Mattia Filippi stiamo portando avanti su questa ottima base un processo di adeguamento stilistico per rendere la nostra offerta del tutto aderente ai tempi attuali, convertendo lentamente anche le linee storiche più importanti che si rifacevano, forse eccessivamente, a canoni della tradizione nel solco dei Supertuscan e Supersicilian degli anni ’90.
Mantenendo la modernità come must, rivedremo anche l’offerta delle referenze delle altre fasce di prezzo, non ancora ottimizzate nel potenziale, con interessanti novità di cui non posso svelare oggi i dettagli ma di cui sentirete parlare.

Ha parlato di “necessaria” spinta di marketing e comunicazione perBaglio di Pianetto, cosa intende?
C’è davvero molto da raccontare in Baglio di Pianetto e soprattutto niente da omettere, mi piace dire.
In che senso?
Baglio di Pianetto ha una storia affascinante con tanti punti di forza da raccontare: una modernissima cantina a sviluppo verticale, terroir altamente vocati, altimetrie inusuali per la Sicilia intorno ai 600 mt s.l.m. nella Tenuta di Pianetto e sorprendenti per la qualità che riescono ad esprimere. E poi, vigneti di grande pregio gestiti in modo impeccabile e totalmente biologico, un impegno nella sostenibilità e nel rispetto ambientale all’avanguardia e iniziato in tempi non sospetti: tutte cose che necessitano solo di essere comunicate e rese accessibili.
Per contro, non ho trovato nulla da sottacere nella comunicazione e non è cosa da poco per un approccio che sarà sempre più marketing oriented.
Non a caso, tutti coloro che passano di qui rimangano impressionati. Che siano operatori del settore o semplici appassionati, nessuno esce senza aver comperato qualche bottiglia di vino.

A cosa si riferisce quando parla nello specifico di “vigneti gestiti in modo impeccabile”?
Solo per fare un esempio, penso innanzitutto alla nostra scelta di eseguire una vendemmia manuale a zona, in tre raccolte distinte.
Prima vengono raccolte le uve a base acida. Poi, quelle a perfetta maturazione. Infine, arriva il tempo delle uve surmature.
A quel punto, le tre raccolte sono poste in altrettante vasche separate, per procedere a vinificazioni differenziate che ci possano consentire di produrre il blend ideale dello stesso vitigno.
Come detto, è davvero una ricerca della qualità assoluta quella che perseguiamo in Baglio di Pianetto.

Il “cambio di passo” inBaglio di Pianetto ha di recente preso il via con il lancio del nuovo Grillo monovarietale?
Esatto. Proprio nell’ambito di revisione del nostro portfolio prodotti fa parte il lancio del nuovo Grillo della linea dei monovarietali. Un grillo fresco e di alta collina.
Un completamento di gamma importante sulla linea d’ingresso di Baglio di Pianetto, che presenta un valore aggiunto di conseguenza, anche per il nostro storico grillo Timeo, riposizionandolo verso l’alto dove merita nella nostra offerta.
Se fino ad oggi il Timeo era già una selezione, da questa vendemmia andremo ancora più in profondità, isolando le particelle più vocate e le esposizioni migliori, per dedicare il non plus ultra del nostro Grillo a questo vino, con l’idea di renderlo in futuro anche una Riserva.
Conserverete anche in futuro quell’identità francese che ha sempre un po’ contraddistinto Baglio di Pianetto e le preferenze del Conte Paolo Marzotto?
La vision del fondatore per definizione non può cambiare. I principi su cui hanno sempre poggiato le fondamenta di Baglio di Pianetto rimarranno tali, adeguando il percorso allo stile contemporaneo e la proposta alle richieste dei mercati.
Finora, Baglio di Pianetto è stata percepita sotto molti, forse troppi punti di vista, in termini squisitamente marketing, ma questo è senz’altro legato anche ai tanti punti di forza che raccontavo poco fa.
Qualcuno la identifica come l’azienda del Conte Paolo e al contempo anche come un’azienda di vini siciliani ma con uno stile francese. E ancora: un’azienda biologica e di alta collina o solamente un Relais di lusso.
Lo stesso paese dove sorge la Tenuta principale, Santa Cristina Gela, genera confusione sulla sua reale ubicazione, in realtà nei pressi di Palermo. Senza contare che siamo riconosciuti anche a Noto, dove abbiamo la Tenuta Baroni di 70 ettari, che invece guarda il mare.
La sfida per i prossimi mesi sarà quella di ricondurre questo grande e ricco mosaico ad un unico main concept, ragionando e ridefinendo le priorità di comunicazione.

Qual è il giudizio di Francesco Tiralongo sulla multicanalità che, negli ultimi tempi, si è affacciata con prepotenza, imponendosi, nel mondo del vino?
Il successo commerciale, oggi, passa necessariamente dall’ubiquità sui mercati.
Fino a 10 anni fa c’era ancora la possibilità di separare con un certo rigore proposte ed esclusive sui canali. Oggi, per via della globalizzazione, è diventato sostanzialmente impossibile.
Dunque, la partita si gioca sul valore della marca e soprattutto sul posizionamento di prezzo degli stessi prodotti ma nei diversi canali di vendita, dove il successo commerciale passerà proprio dalla capacità di averne il controllo, instaurando dialoghi con i vari player secondo strategie dedicate e condivise. In sintesi: essere ovunque ma in modo equilibrato e razionale.
In questa prospettiva, il futuro del vino come lo immagina?
Fantasticando un po’, il futuro lo immagino dove negozi fisici e player leader negli e-commerce collaborino fattivamente.
Nasceranno showroom dove poter fisicamente “assaggiare” i prodotti e “toccarli” con mano. E poi, attraverso il cellulare che tutti abbiamo in tasca, con un click si acquisteranno i prodotti con la possibilità di ricevere il vino direttamente a casa, magari prima di farvi ritorno la sera stessa ed alla temperatura ideale.

Un’ultima domanda: nel domani diBaglio di Pianetto ci sarà spazio anche per “inusuali” bollicine di Sicilia?
Da qualche anno produciamo un Brut Charmat lungo, il Fushà: base Insolia e molto piacevole.
Mancava uno spumante rosé per completare la gamma e proprio in queste settimane è in fase di lancio il Fushà Rosé.
Abbiamo voluto misurarci con una bollicina che sfruttasse al meglio la specificità del nostro Syrah, prodotto nella Tenuta di Noto e sono orgoglioso del risultato che abbiamo raggiunto, soprattutto nel perlage, straordinariamente fine per uno spumante Metodo Charmat.
Adesso resta da compiere un importante nuovo passo, sul fronte delle bollicine, l’ultimo per noi che guardiamo alla Francia come fonte d’ispirazione: un Metodo Classico. Ma per quello, è risaputo, occorre attendere di più. E chissà che tra 24 o 36 mesi non arrivi un’interessante sorpresa.
D’altronde, qui a Baglio di Pianetto non ci manca né l’altitudine giusta, né l’esperienza e la competenza di un consulente enologico trentino di casa, come Mattia: diciamo che qualche cosa già bolle in cantina…
