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Costi e competitività del vino made in Italy: scatta l’allarme

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Si preannuncia un Ferragosto rovente per il vino italiano. L’allarme lo lancia Alleanza Cooperative, che mette in guardia sul futuro della competitività per il settore, ma più in generale per il mondo dell’agroalimentare. Pietra dello scandalo: i costi di produzione schizzati alle stelle. L’associazione che raggruppa oltre 5mila imprese, pari al 25% di tutto il valore del comparto food&wine, denuncia aumenti fino al 30% in più a causa di una congiuntura caratterizzata dall’incremento dei prezzi delle materie prime, delle commodities energetiche, delle difficoltà di approvvigionamento dei materiali come imballaggi, tappi, capsule, pallets, alluminio e di alcuni mezzi tecnici di produzione. Una situazione che fa crescere di giorno in giorno le preoccupazioni del sistema agroalimentare, cooperativo ma non solo.

Il mondo dell’agroalimentare e le incertezze della ripresa

Quello degli incrementi dei prezzi di produzione è un problema che impatta in maniera sostanziale e diretta sulla tenuta della competitività e dei costi delle imprese.

E che aggrava una situazione già fortemente compromessa dagli effetti del Covid-19 sul giro d’affari e la liquidità delle aziende.

Sottolinea Giorgio Mercuri, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari: 

Stiamo vivendo una situazione già messa a dura prova dalla crisi legata all’emergenza pandemica nonché dai danni arrecati dalle avversità meteorologiche che hanno pesantemente colpito alcune areali produttivi e che ora rischia di provocare ulteriori pesanti effetti sui margini e sul posizionamento commerciale, compromettendo la sostenibilità economica delle nostre filiere”.

Tra i costi schizzati alle stelle, quello dei trasporti marittimi, con la quotazione dei containeer che registra su base annua un forte incremento pari a +400%
Tra i costi schizzati alle stelle, quello dei trasporti marittimi, con la quotazione dei containeer che registra su base annua un forte incremento pari a +400%

Il caso Container: costi schizzati alle stelle, +400%

Il contesto si complica peraltro ulteriormente a causa del forte aumento dei costi dei noli marittimi nonché della carenza e dal rincaro che ha riguardato anche i container trasportati via nave che, sulla base dei dati commerciali delle Nazioni Unite, vengono attualmente utilizzati per spostare il 60% delle merci globali. 

Secondo il Global Index Frightos, importante indice internazionale del tasso di nolo, il costo medio di un container al 30 luglio è pari a 8.848 dollari, quotazione che registra su base annua un forte incremento pari a +400%.

Chiosa Mercuri:

La situazione causa inesorabilmente un freno all’export dei nostri prodotti e riguarda in particolare i trasporti verso il Nord America ed i mercati d’Oriente, senza contare che i maggiori costi delle materie prime e dei trasporti, oltre al ritardo nelle consegne, avranno un impatto negativo anche sui prezzi di vendita”.

“Si tratta di una questione globale e orizzontale, certamente di non facile soluzione. Auspichiamo che il Governo possa farsi parte attiva, anche costituendo una specifica task force, per tentare di individuare gli strumenti e le migliori modalità per dare una risposta alle criticità dell’agroalimentare, sollecitando anche un maggior livello di sinergia tra gli operatori con l’obiettivo di ridurre i costi e di garantire una condizione di equilibrio all’interno delle filiere”.

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