Ci siamo. Da oggi 6 agosto scatta il Green Pass obbligatorio per consumare nei ristoranti e nei bar al chiuso. La norma ha valore e si applica a partire dai 12 anni in sù e ad esclusione “dei soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica rilasciata secondo i criteri definiti con circolare del ministero della Salute”. A delineare il perimetro di adozione della cosiddetta Verificazione Verde c’è l’articolo 9 bis del Decreto Anti-Covid dello scorso luglio – illustrato dal presidente del consiglio Mario Draghi – che prevede un elenco di luoghi sufficientemente lungo (musei, cinema piscine, palestre, fiere, convegni e via dicendo), da cui per ora e per poco ancora, sono esclusi i trasporti.
Green Pass: istruzioni per l’uso
La Certificazione Verde viene rilasciata dopo la prima dose di vaccino – passati 15 giorni dalla somministrazione – o a conclusione del ciclo vaccinale e quindi dopo la seconda dose, (valido 9 mesi), con il certificato di guarigione dal Covid (valido 6 mesi), con l’esito negativo di un tampone effettuato nelle 48 ore precedenti.
Per ristoranti e bar il Green Pass è richiesto per le consumazioni ai tavoli al chiuso, mentre non è richiesto per quelle al bancone.
E i controlli? Secondo quanto delineato nel Decreto, spetta ai titolari titolari (o i gestori dei servizi e delle attività) verificare che l’accesso sia nel rispetto delle norme previste. E il controllo verrà effettuato mediante “Verifica C19”, vale a dire la app ufficiale del ministero della Salute.
Ristoranti, bar, Fipe e i controlli
Il tema delle verifiche – che comunque possono essere svolte anche dalle forze dell’ordine – è il nodo più rilevante e ancora intricato della Certificazione Verde. Anche perché si innesta con quello delle sanzioni previste.
Infatti, per chi viola le regole o non effettua i controlli è prevista una sanzione che va da 400 a 1.000 euro. E sarà tanto a carico dell’esercente quanto del cliente e consumatore. In caso poi le violazioni si dovessero ripetere in tre giorni diversi, l’esercizio potrebbe essere chiuso da 1 a 10 giorni.
Insomma una questione delicata sulla quale la Fipe (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) ha dichiarato la massima disponibilità al controllo del Green Pass dei clienti che consumeranno al tavolo all’interno dei locali. Ma non ci sarà una eventuale verifica dei documenti di identità.
Poiché un eventuale uso improprio non può ricadere sugli esercenti e sulle imprese. Non solo. Fipe – che conferma di avere sempre sostenuto il concetto di autocertificazione – ha ribadito che ci sono almeno il 40% di imprese che non dispongono di spazi esterni. E dunque si troveranno costrette a dover rinunciare a clienti e incassi.