L’incontro tra Arte e Champagne, che si è fatta esperienza culinaria immersiva grazie alle creazioni di Paolo Griffa in cucina, è stata occasione, come detto, anche per introdurre un’importante novità firmata dalla più antica Maison di Champagne che ha fatto il suo debutto sul mercato italiano: R de Ruinart Vintage 2011.
Il millesimato non è di per sé novità assoluta, ma da quest’anno viene distribuito anche in Italia. Una esclusiva dei ristoranti del circuito Ruinart Assemblage 1729. Per uno Champagne elegante che ha nella leggerezza la sua cifra assoluta.

Il frutto di uve provenienti da Grand Cru e Premier Cru della Côte des Blancs e della zona montuosa di Reims.
“R de Ruinart Vintage 2011, etichetta da sempre distribuita esclusivamente in Francia, ha fatto il suo debutto in Italia, prerogativa di 10 clienti, ristoranti selezionati che fanno parte del circuito Ruinart Assemblage 1729”, spiega a WineCouture Silvia Rossetto, responsabile marketing e comunicazione di Ruinart Italia.
“Un network di realtà che incarnano la filosofia del brand, un marchio che, da un lato, è sinonimo di eleganza e raffinatezza senza tempo, dall’altro, di consapevolezza, soprattutto per quel che concerne le importantissime tematiche legate alla sostenibilità”.
La particolarità del millesimato 2011 Ruinart è donata dalle due sole uve che lo compongono: da una parte, lo Chardonnay, fil rouge che lega tutti gli assemblaggi Ruinart, dall’altra un 49% di Pinot Noir, che dona robustezza e va a bilanciare l’eleganza e la freschezza offerti dal suo corrispettivo in bianco.
Una “nuova” opera d’arte giunta anche da questo lato delle Alpi, che stavolta porta non la firma di un artista contemporaneo, ma quella della più antica Maison de Champagne.

WineCouture meets Silvia Rossetto: “R de Ruinart Vintage 2011 e le Unconventional bubbles del progetto Food For Art”
Ecco la nostra intervista video con Silvia Rossetto, responsabile marketing e comunicazione della Maison per l’Italia, che ci ha raccontato le peculiarità di R de Ruinart Vintage 2011 e spiegato l’abbinamento tra Arte e cibo con le Unconventional Bubbles di David Shrigley: