Che Natale sarà per lo Champagne in Italia? Spumeggiante, questo è indubbio. È sufficiente parlare con gli operatori, di ogni genere e grado, per capire che questo 2021 è stato un anno d’oro per la bollicina più amata al mondo. Ma soprattutto gli ultimi sono stati mesi di grande fermento. Lo Champagne, infatti, nel Belpaese è sempre più bevuto. Ma non solo: se ne parla, si approfondisce, si va ad ampliare lo spettro della proposta.
Dopo aver fatto un punto con Luca Cuzziol, presidente di Società Excellence, associazione che riunisce 18 tra le più importanti società impegnate nell’import e la distribuzione di vini e distillati d’eccellenza, sullo stato dell’arte per la bollicina francese in Italia, con Andrea Terraneo, presidente di Vinarius, associazione delle enoteche italiane, abbiamo voluto approfondire il tema dal lato di chi è ogni giorno a contatto con il pubblico.
Ecco come sono cambiati i gusti e i consumatori in un anno intenso e di grande crescita per la bollicina transalpina in Italia.
Che mesi sono stati quelli della ripartenza per lo Champagne in Italia?
È una ripartenza assolutamente positiva quella registrata dal mondo Champagne.
Abbiamo avvertito all’interno dell’universo delle enoteche maggiore interesse da parte dei nostri clienti, anche rispetto all’anno passato, con gli scorsi che erano stati già 12 mesi assolutamente positivi nel canale per questa tipologia di prodotto.
E ci sono anche segnali molto positivi dal lato di noi operatori: in tanti, infatti, stiamo allargando la gamma delle referenze a scaffale, includendo sempre più piccoli Vigneron. E in molte enoteche ci si muove proprio per andare alla ricerca di etichette poco note, con importazioni dirette. C’è fermento, in definitiva, rispetto al tema Champagne.
Poi, ovviamente, quel che sarà il bilancio delle vendite lo potremo tirare solo dopo Natale, ma l’interesse all’interno del nostro ambito verso lo Champagne è senza dubbio aumentato.
Quali sono i trend che si stanno imponendo nel post pandemia in tema Champagne?
Un trend che già c’era già e che adesso ritorna è quello dell’orientarsi con ancor più interesse verso l’Extra Brut e i Dosaggi Zero.
Un aumento in proporzione ovviamente, ma senza dubbio una tendenza interessante da tenere monitorata. Poi quel che si nota è molta meno difficoltà nel proporre la bottiglia di Champagne che si attesta in un target di prezzo tra i 30 e i 40 euro. In passato, forse, il consumatore non era ancora pronto, oggi invece c’è molta più ricettività.

Ma è cambiato qualcosa nel profilo del consumatore?
Nei giovani, parliamo di under 30, l’interesse è senza dubbio cresciuto: ma occorre dire che si tratta pur sempre di un segmento che tende a spostare la propria attenzione là dove ritrovano la tendenza del momento.
Di certo, l’ultimo anno e mezzo di lockdown ha spostato, in questa fascia, i consumi: dalle feste nei locali si è passati ai ritrovi in casa, di conseguenza agli acquisti in enoteca.
Più costante invece rimane la richiesta da parte del pubblico affezionato dello Champagne, che si colloca nella fascia tra 30 e 50 anni: da una parte il consumatore medio evoluto, che non fa il regalo di Natale, ma acquista per il proprio consumo, e dall’altra chi è meno esperto e tende a seguire la moda, di conseguenza si orienta sul nome sulla bottiglia per fare il proprio regalo.
Molto interessante, infine, il caso del pubblico femminile, molto più aperto del passato a scoprire lo Champagne e particolarmente curioso quando si parla di rosé: si nota, infatti, la maggiore predisposizione ad accettare il consiglio di noi enotecari quando suggeriamo la scelta di una bollicina in rosa.
A Natale notate particolari cambi di gusti e scelte d’acquisto rispetto al resto dell’anno?
Non cambiano particolarmente i gusti a Natale rispetto al resto dell’anno. Non esiste, infatti, una tipologia modello per questo periodo dell’anno.
Perché se la gran parte dei volumi poi si vende effettivamente a Natale, l’acquisto di Champagne e il suo consumo si è molto destagionalizzato nel corso degli ultimi tempi.
Che 2022 sarà, dal vostro punto di vista, per lo Champagne in Italia?
Difficile pronosticare ora che 2022 sarà per lo Champagne. Ma credo, visti i trend, che si possa pensare a un anno di prospettive positive, di piacevoli conferme, soprattutto per quel che è la tendenza verso la ricerca dei piccoli Vigneron.
E su questo particolare dettaglio le enoteche possono personalizzare molto la proposta, a mio avviso, ritagliandosi il loro spazio con lo stile di un piccolo produttore o di un altro in funzione di quello che è il gusto dei propri clienti. È percorso di ricerca non semplice, ma sicuramente che garantisce una crescita.