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Slow Wine Tour Usa: cosa bevono oggi gli americani

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Dedicherò la mia prima conferenza all’opposizione leggerezza-peso, e sosterrò le ragioni della leggerezza… che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire”, scriveva Italo Calvino nel suo “Lezioni Americane”. Ora chi ha partecipato al Tour di Slow Wine Usa 2022, la pensa così. E parte dalla leggerezza, che il peso del Covid (Omicron per la precisione) non è proprio qualcosa di esaltante da raccontare, quando vedi San Francisco “spenta” come una candelina dopo il compleanno, nel suo cuore pulsante ed economico, dove ti immagini, camminando lungo Jackson Squadre, nel Financial District, per capirci, che da un momento all’altro tutto riparta. 

Si accendano le luci anche di giorno. E gli uffici. Via, su e giù con gli ascensori che viaggiano per portare gente che lavora, fa riunioni, si parla, con o senza mascherina, si dà un appuntamento per un lunch, un cocktail, un calice, un caffè. Va bene anche un caffè. Che non ne vedi nemmeno tanti girare la mattina per le strade in mano a manager indaffarati. Insomma, il peso lo lasciamo fuori, la leggerezza la mettiamo nei calici. 

Slow Wine Tour Usa: alla scoperta del vino made in Italy

Lo Slow (light) Wine Usa Tour diventa così un’occasione d’oro per approfondire i gusti. Gusti di tanta gente, del mondo del vino, del mondo economico del vino, e anche qualche “educatore” come li chiamano loro, quelli che chiedono un accredito non per tutti ma solo per selezionati a Slow Wine Guide, Colangelo Partners, Slow Wine Usa e si ritagliano una giornata di approfondimento del vino made in Italy, per conoscerlo meglio e capire anche il loro di vino. 

Lo Slow (light) Wine Usa – light è un’aggiunta non per sminuire ma per alleggerire – diventa anche occasione ideale per esplorare i gusti degli americani che ci interessano tantissimo, viste le previsioni verso questo mercato, verso questa destinazione del mercato del vino, come scrivevamo qui

Così nasce una sorta di dualismo e poi un punto di incontro comune (la strada della biodiversità), fra chi vuole il gusto sweet e chi punta sul secco. 

Lo Slow (light) Wine Usa Tour diventa così un’occasione d’oro per approfondire i gusti americani
Lo Slow (light) Wine Usa Tour diventa un’occasione d’oro per approfondire i gusti americani

Oltrepò e Asolo: il racconto di biodoversità che funziona

Al banco di degustazione del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, esempio di una terra poliedrica e biodiversa, il test funziona benissimo

Come spiega il direttore del Consorzio, Carlo Veronese

“Colpisce molto l’attenzione di questi esperti interlocutori – buyer, importatori, ristoratori e educatori del vino che abbiamo incontrato sempre numerosi, tappa dopo tappa, verso la biodiversità della tipologia”. 

“Molto evidente nel Pinot Nero, che viene apprezzato nelle varie interpretazioni e annate, dalle versioni più fresche alle versioni più invecchiate e naturali. Non limiterei dunque il discorso ad un gusto più dolce o più secco. L’attenzione degli americani è per la nostra storia e cultura, oggi sembrano anche molto più preparati e per i Consorzi queste sono occasioni per fare cultura. Specie per l’Oltrepò Pavese, area ancora poco conosciuta negli Stati Uniti, dove ha vinto la nostra tipicità, poliedrica, ricca, di qualità. Ed è quanto ci è stato detto all’assaggio dei vini”.

Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese al tavolo dello Slow Wine Tour Usa nella tappa texana
Carlo Veronese, direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese al tavolo dello Slow Wine Tour Usa nella tappa texana

Dunque, non è più tempo di domande “quale residuo zuccherino?”, ma di racconto di biodoversità e di piacere nel degustare un calice che ha anche molto da raccontare della sua vigna. 

Questo è emerso nello Slow Wine Tour Usa anche dalle masterclass molto ben riuscite di Asolo Prosecco Docg, con un commento “sui gusti” raccolto dal wine writer Gianpaolo Giacobbo, presente per il Consorzio in tutte le tappe del Tour: 

Il gusto degli americani è cambiato notevolmente nel giro di pochi anni. Sta arrivando una generazione di addetti al settore molto preparata e con un palato molto fine. Persone abituate a selezione e con una visione lunga. Questo significa che il produttore italiano deve riuscire veramente ad esprimere il grande patrimonio che ha a disposizione. L’americano ha grandi aspettative e non devono essere deluse”.

La verità viene sempre a galla. All’assaggio di un calice di spumante italiano: “Le bollicine stanno prendendo sempre più piede”, spiega Giacobbo, “anche se per ora la scelta ricade tra Champagne e Prosecco nelle varie declinazioni”. 

“Il winelover americano pur dichiarando di amare di più le bollicine secche alla fine viene coinvolto da quelle con un po’ di residuo zuccherino. Sicuramente ama le cose esclusive e che abbiano una storia alle spalle ma deve essere credibile e verificabile”.

Il wine writer Gianpaolo Giacobbo, presente per il Consorzio Asolo Prosecco Docg in tutte le tappe del Slow Wine Tour Usa
Il wine writer Gianpaolo Giacobbo, presente per il Consorzio Asolo Prosecco Docg in tutte le tappe del Slow Wine Tour Usa
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