Nuova annata in uscita, il 4 aprile, per l’Amarone della Valpolicella Riserva 2012, una delle anime della filosofia di Brigaldara. Un vino che dalla voglia di reinterpretare la Valpolicella, spogliandosi delle forzature tecniche e temporali. Ogni parcella viene lavorata in micro-vinificazione e le botti più vocate vengono scelte con cura per la produzione dell’Amarone Riserva, come nel caso di Case Vecie per l’annata 2012, per cogliere, concentrare e raccontare la massima espressione dei vigneti della zona. L’appassimento sui fruttai varia di anno in anno seguendo l’andamento stagionale del post-vendemmia, donando all’Amarone un carattere sempre diverso.
L’interpretazione dell’Amarone Riserva 2012 di Brigaldara è pensata per recuperare la freschezza e la leggerezza tipica di questi vini della tradizione, prediligendo uno stile pulito e rigoroso e attento alla bevibilità. Le grandi concentrazioni e le opere talvolta estreme effettuate sull’Amarone vengono sostituite da concentrazioni alcoliche e zuccherine mai invasive, che preservano i profili aromatici delle varietà autoctone e dei territori da cui provengono.
Nell’Amarone Riserva, la massima espressione dei vigneti viene valorizzata grazie all’impiego di tecniche che ne esaltano le caratteristiche, come la vinificazione separata di ciascun vigneto che permette di selezionare solo le botti più vocate alla menzione e questo non avviene ogni anno, ma solamente quando il prodotto raggiunge un livello tale da meritarla. Il doppio passaggio in legno sostiene il potenziale evolutivo, con una prima fase di affinamento in barrique che permette di fissare il colore, mentre l’ultimo passaggio in botte grande da 20-25 ettolitri dona rotondità e struttura, portando a completamento l’aromaticità e la maturazione del vino.

L’Amarone della Valpolicella Riserva 2012 e Case Vecie
L’Amarone della Valpolicella Riserva 2012 è l’espressione del potenziale evolutivo dell’Amarone Case Vecie, un microcosmo naturale e rurale all’interno di Brigaldara, composto da sessantacinque ettari di cui solo nove vitati.
Abbandonata dal dopoguerra e riconquistata dal bosco, l’area è tornata a essere coltivata solo alla fine degli anni ’90, una scommessa agricola che vede la realizzazione di un ambiente vitato immerso in un ecosistema d’altitudine che supera i 450 metri. I filari si alternano ad ampie zone di pascolo, campi coltivati, castagneti e zone boschive ricche di tartufi, che dominano incontrastate un paesaggio di rara bellezza e biodiversità.
Due sono le aree che caratterizzano Case Vecie: i colluvi, con esposizione in pieno sud e terreni limo-sabbiosi ricchi di sostanza organica, e le dorsali, dai terreni più poveri e ciottolosi che richiedono alla vite un grande sforzo, ma dall’esposizione costante durante la giornata. Il clima piuttosto estremo, simile ad un ambiente montano, consente la maturazione lenta ed equilibrata delle uve, prolungando l’appassimento nei fruttai di circa un mese e garantendo una curva di disidratazione più lenta e regolare, capace di esaltare in modo elegante la naturale espressività di varietà autoctone come la Corvina, il Corvinone e la Rondinella.
Il rapporto di Brigaldara con il territorio della Valpolicella rappresenta la restaurazione di un legame con la terra, il recupero di una dimensione organica del coltivare e vivere la viticoltura dove il vigneto è l’epicentro della conduzione agronomica, così da proiettare la tradizione nel futuro. Con determinazione, dal 1928 la famiglia Cesari si prende cura di mille anni di storia della viticoltura veronese, dando voce al ricco e omogeneo patrimonio della Valpolicella attraverso l’espressione varietale dei terroir, prestando la massima attenzione alla salvaguardia del patrimonio ambientale in cui Brigaldara è immersa.
