Un quartiere espositivo al completo, snodo delle tendenze e del business per 4.400 aziende da 19 nazioni. Torna in presenza, dopo due anni di stop forzato, l’edizione più attesa di Vinitaly, a Veronafiere dal 10 al 13 aprile. La rassegna numero 54 – presentata oggi a Roma – incrementa ulteriormente il posizionamento sui principali mercati della domanda di vino italiano, a partire da quelli più maturi fino agli emergenti. Infatti, i top buyer da 50 Paesi già accreditati a Vinitaly sfiorano quota 700, con in testa la delegazione dal Nord America.
La rilevanza internazionale
La crescita internazionale, il perfezionamento qualitativo dei buyer, l’ulteriore riduzione selettiva di wine lover in fiera, la maggior diffusione degli strumenti online in favore del B2B, l’adeguamento dei servizi logistici della città che resta valore aggiunto imprescindibile per la manifestazione: sono i pilastri della strategia. È una sorta di piano industriale a tutto business quello che Vinitaly si appresta a varare in parte già dalla prossima edizione. “Lo stop forzato ci ha permesso di inquadrare nel migliore dei modi lo scenario evolutivo di Vinitaly”, ha detto il direttore generale di Veronafiere, Giovanni Mantovani. “Lo abbiamo fatto anche attraverso la condivisione e l’ascolto dei nostri partner storici: le aziende, i consorzi e le organizzazioni del settore. Il risultato, dopo il test della Special Edition di ottobre scorso, è un giro di boa che avvieremo e breve e completeremo nel biennio successivo, con un Vinitaly fortemente rafforzato nelle aree a maggior tasso di sviluppo potenziale. Del resto, tra i principali punti di forza della manifestazione emerge quello relativo alla presenza di buyer esteri (76%) e nazionali (53%)”.
Vinitaly le sfide che verranno
Tra le priorità indicate nel piano di sviluppo, al primo posto è la crescita internazionale della manifestazione in ottica di espositori esteri, a cui sarà dedicato per ogni edizione uno “special show” tematico focalizzato su specifiche aree produttive o tipologie di prodotto a partire dal 2023. Una scelta questa funzionale all’incoming, con un ancora maggiore affinamento qualitativo dei buyer provenienti dalle aree asiatiche e nordamericane. Sempre in chiave di presenza globale – con Veronafiere già impegnata in 17 eventi oltre confine l’anno – sarà rafforzato il programma della Vinitaly Academy, con un aumento delle adesioni sia sui mercati emergenti che di sbocco. Ma il B2B dovrà passare maggiormente sui canali digitali già predisposti da Veronafiere e ancora poco sfruttati. L’obiettivo è collegare attraverso la piattaforma unica di Vinitaly plus i progetti di business online extra evento. Al matching virtuale si aggiungerà quello fisico, con l’organizzazione di eventi espositivi e attività di incoming locali in Italia di concerto con le Regioni coinvolte. Capitolo importante sarà poi l’ulteriore riqualificazione delle infrastrutture interne ma soprattutto il miglioramento della logistica e dei servizi della città. E ancora: Vinitaly & the City sarà chiamato ad accrescere la propria presenza per diventare a tutti gli effetti il Fuorisalone dedicato agli amanti del vino.
Le novità dei contenuti
Diverse, infine, le novità di carattere contenutistico previste nel corso dei prossimi Vinitaly, come Micro-mega wines, Mixology, Organic e Orange wine: le aree start-up – avviate già da quest’anno – che saranno progressivamente affiancate da altre in grado di intercettare e anticipare trend rilevanti per il settore. L’indagine volta dalla società di consulenza Roland Berger ha coinvolto 230 aziende italiane del vino di tutte le regioni italiane, raggiungendo così un’ampia rappresentatività del settore. Per le aziende del campione, la crescita internazionale (74%) è una priorità strategica, seguita dal miglioramento della redditività (52%). Il primo razionale di partecipazione a Vinitaly è ‘acquisire nuovi clienti esteri’ (83%), mentre le aziende con un fatturato superiore a 10 milioni di euro sono più propense rispetto alle altre a partecipare per presentare i prodotti, concludere accordi commerciali e fare networking. Un altro punto di forza, rispetto alle altre fiere è la notorietà dell’evento ma anche la città di Verona, considerata asset chiave per comunicare i valori, la territorialità e l’italianità del vino.