Da un luogo impervio, profondo e segreto nasce il nuovo Toscana Rosso Igt di Castello di Meleto. Tra due colline, in una fessura in cui il sole filtra poco, scorre un borro impetuoso, carico e potente nel periodo delle piogge, protetto dalla fitta vegetazione d’estate, impenetrabile d’inverno, Parabuio è un angolo di terra di una rara bellezza selvaggia, che risponde solo alle sue regole. Un luogo nascosto e un luogo per chi si nasconde: la storia racconta che in tempo di guerra, qui si rifugiavano i renitenti ai rastrellamenti nazisti, celandosi in covi incassati nel terreno, protetti dalla natura inaccessibile e sovrana. Oggi Parabuio parla di vino, nuovo simbolo di Castello di Meleto dove il Merlot diviene protagonista assoluto.
Un vino simbolo per Castello di Meleto: Parabuio
Situato nella sottozona di Casi, il vigneto Parabuio porta un nome evocativo, a richiamare la sua posizione magica, nascosta alla vista dell’uomo, in una penombra dove la natura fa da padrona.
Un vigneto scoperto come un dono prezioso in mezzo a fitti boschi, Parabuio è presto diventato la punta di diamante dell’azienda: qui si è deciso di coltivare l’unico vitigno internazionale dei cru di Castello di Meleto, il Merlot, che in questo clima protetto e isolato trova la libertà di esprimersi con originalità.
Qui la luce è obliqua e accompagna le uve in una maturazione che si prende il suo tempo, indisturbata. La vendemmia di Parabuio è naturalmente ritardata, e avviene nella quiete delle ultime settimane di settembre.
La liquida luce dorata a ridosso dell’autunno si unisce a una maggiore escursione termica, e le argille e minerali nel suolo proteggono la terra dallo stress estivo. Il risultato sono uve dal profilo fenolico ricco e affascinante.
Nell’etichetta, il designer Raimondo Sandri cattura il luogo e il suo spirito. Al contenuto della bottiglia, fatto di tempo, dedizione, cultura, sapere, l’artista appone una veste che ne esprime la personalità.
“Unico e miriade, il segno-macchia concentra e amplifica la storia, il luogo, il racconto”, spiega Sandri. “Ho interpretato con la molteplicità e l’oro, la natura potente, le sue infinite varietà di forme spontanee e il dono prezioso che è Parabuio”.