Una bollicina rosé che racconta l’altro volto di Col Vetoraz, cantina situata nel cuore della Docg Valdobbiadene, a quasi 400 mt di altitudine, nel punto più alto delle celebri colline del Cartizze. Non è, però, come ovvio di Prosecco Superiore che si parla, ma di uno spumante dal nome delicato e poetico che evoca freschezza e allo stesso tempo eleganza: il Brut Rosa Dodici Lune. Ecco di cosa si tratta.
Come nasce il Brut Rosa Dodici Lune, la bollicina rosé di Col Vetoraz
L’idea che ha portato alla realizzazione del Brut Rosa Dodici Lune, che Col Vetoraz produce ormai da 15 anni, nasce fondamentalmente dall’esigenza di lavorare ad un prodotto che potesse confrontarsi a testa alta con un Metodo Classico ed avere risultati simili in termini di qualità ma più eleganti nelle sfumature.
Questa bollicina prende forma da uve di Pinot Nero dell’Alto Adige vinificate in rosa. Si ottiene così un vino dalle sfumature salmone, che pur con una lunga maturazione sui lieviti mantiene una fragranza aromatica ancora riconducibile al frutto, un perlage fine e persistente, una spuma cremosa e un bouquet elegante ed armonioso.
“Ho voluto realizzare il rosato perché sono un grande appassionato di questa tipologia”, sottolinea il suo artefice, Loris Dall’Acqua, amministratore delegato ed enologo di Col Vetoraz, “e in secondo luogo perché avevo l’intenzione di ottenere uno spumante che, dopo la seconda fermentazione e maturazione dei lieviti per dodici lune, mantenesse caratteristiche simili a quelle di un metodo classico ma che, data la tecnica di produzione, raggiungesse livelli di maggiore eleganza”.
“Effettivamente ci sono riuscito perché è un Pinot Nero Extra Brut con 4 grammi di livello zuccherino, quindi molto austero ma che, nel pieno rispetto della filosofia di Col Vetoraz, mantiene un grande indice di rotondità. Si presenta quindi lungo, morbido anche se in assenza di zuccheri e appunto elegante”.

Ma come nasce il Brut Rosa Dodici Lune? Per raggiungere questo risultato in azienda sono state fatte numerose prove ma alla fine ci si è assestati sul 12, il numero considerato più appropriato per esaltare l’eleganza di questo vino, e che funge da indicatore del periodo ideale per la sua maturazione. Da qui il nome Dodici Lune.
“Ci siamo ispirati”, conlcude Dall’Acqua, “al metodo adottato nelle gallerie delle Maison dello Champagne ma riproponendolo in autoclave. Il vino viene mantenuto per 60 giorni nelle gallerie alte ad una temperatura di 14-15°C per la fermentazione. Io quindi fermento la base rosata in grande recipiente a quella stessa temperatura. Terminato il tiraggio le bottiglie vengono spostate nelle gallerie basse a una temperatura di 10-11°C, quindi condiziono l’autoclave a una temperatura simile per un periodo di 12 lune (Charmat lungo) per permettere la maturazione. Durante questo tempo il vino resta continuamente a contatto coi suoi lieviti, che normalmente invece restano sul fondo, per favorirne l’affinamento e preservarne l’eleganza”. Ed è così che prende forma l’altro volto (in rosé) di Col Vetoraz.