“I nostri vini devono sedurre sia il palato che l’occhio”. Madame Clicquot, nel 1818, in rottura con la tradizione, rivoluziona lo Campagne in rosa creando il primo Rosè per assemblaggio. Con i vini rossi che la celebre Maison produceva dai vigneti di Bouzy decide di dare vita a un mix con i bianchi fermi ed ecco nascere un prodotto destinato all’imperituro successo. Lo scorso aprile, nella cornice di Identità Golose a Milano, lo Chef de Cave Didier Mariotti ha presentato il nuovo millesimato firmato Veuve Clicquot: La Grande Dame Rosé 2012.
La Grande Dame e Il Clos Colin a Bouzy
I vini contenuti in questo Champagne, vetrina dell’eccellenza Veuve Clicquot, provengono dagli storici Grand Cru della Maison. In questa produzione, il Pinot Noir di Ay, Verzenay, Verzy, Ambonnay e Bouzy trova la massima espressione verticale: rappresenta oltre il 90% dell’assemblaggio, che viene poi arricchito da un 10% di Chardonnay proveniente da Avize e Mesnil-sur-Oger. Il 13% di Pinot Noir vinificato in rosso che fa parte dell’assemblaggio de La Grande Dame Rosé, invece, proviene esclusivamente dalla Parcelle Clos Colin, situata a Bouzy.

La Parcelle Clos Colin è un terroir unico nel suo genere. In termini climatici, trae vantaggio da un livello superiore di energia luminosa, permettendo al Pinot Noir di maturare in anticipo. Qui, anche il suolo è molto diverso dal classico terreno gessoso della Champagne, che permette ai vini di mantenere la loro raffinatezza. Il suolo della Parcelle Clos Colin è composto da sabbia ed elementi grossolani, come selce e Burrstone, una roccia silicea. Questi materiali hanno un effetto drenante e quindi forti vincoli di disponibilità idrica, favorendo nelle uve la produzione di tannini e pigmenti molto ricercati nella creazione dei vini rossi più raffinati. Il terroir, così, produce vini rossi corposi e strutturati che donano forza e raffinatezza agli Champagne Rosé.
In Veuve Clicquot, la vinificazione dei rossi raggiunge un livello particolarmente elevato, grazie a una lavorazione paragonabile al metodo tradizionale utilizzato per i vini di Borgogna. Solo un minimo tra i 7 e i 9 giorni di criomacerazione a 12°C consente l’estrazione dei tannini dall’uva e, soprattutto, dai vinaccioli. Questi aiutano a fissare il colore in modo naturale e svolgono un ruolo essenziale nell’invecchiamento degli Champagne, che acquisiscono complessità con il tempo.


La degustazione de La Grande Dame Rosé 2012 Veuve Clicquot
Ma cosa troviamo nel calice in La Grande Dame Rosé 2012? Si tratta di uno Champagne che esprime sin da subito una grande eleganza. Il colore è rosa granato, con bagliori ramati. Al naso, emergono note floreali che si evolvono verso una qualità più calda e speziata. Al palato, le note di frutti rossi e agrumi s’integrano alla perfezione creando profondità di beva, lunghezza e freschezza. La complessità del Pinot Noir in questo caso ha una spalla forte ma allo stesso tempo armoniosa e delicata. La Grande Dame Rosé 2012 si può bere con piacere anche adesso, ma si tratta di uno Champagne che saprà evolversi e arricchirsi anche grazie al passare del tempo.
Un’ultima curiosità. La Maison ha scelto di presentare il nuovo millesimato in un esclusivo coffret, omaggio al savoir-faire e allo spirito innovativo ereditati da Madame Clicquot. In maniera inedita, La Grande Dame Rosé 2012 sarà dunque accompagnata dal Coteaux Champenois in rosso della cuvée Parcelle Clos Colin della stessa annata, per un’esperienza degustativa davvero unica.
