Il vino di Sicilia rappresenta un grande mosaico, dove varietà, terroir e interpretazioni convivono, regalando spesso a singoli fazzoletti di terreno vocazioni inattese e, soprattutto, mai nella maggior parte delle volte neanche immaginate prima dell’intuizione che poi conduce alla loro codifica in vino. È proprio questa la storia di una realtà con alle spalle un nobile passato, che nel 1997, all’arrivo sull’Isola di una delle famiglie venete da sempre protagoniste dell’epopea vitivinicola tricolore, ha ricevuto nuovo impulso. Un radicale cambio di passo innestatosi su quanto già prosperava tra i filari all’interno di un quadrato che si estende per circa 5 km di vigne in corpo unico, a fronte di 170 ettari di vigneto sui 320 totali della proprietà. Ed oggi è il racconto di un modo diverso di concepire quella che è la Sicilia e la sua varietà autoctona simbolo, il Nero d’Avola, a venire declamato tra le sfumature dell’orizzonte di Principi di Butera, la tenuta parte della galassia del gruppo Zonin1821 che ora si apre anche all’hospitality.

La Tenuta con hospitality in Sicilia per wine tasting a metà strada tra la Valle dei Templi e i mosaici di Piazza Armerina
“Il possibile, l’impossibile e il futuristico”: questo, come ci spiega Antonio Paolo Froio, direttore responsabile dal 2016 della tenuta in provincia di Caltanissetta, si mescola tra i filari di Principi di Butera. Siamo nel territorio della Doc Riesi, dimora dei grandi autoctoni di Sicilia e terra d’elezione del Nero d’Avola.
Una proprietà in cui si può giungere anche come tappa di un tour nella “Grande Bellezza” siciliana, collocandosi lungo l’asse che collega due dei sette siti nella regione dichiarati Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco: la Valle dei Templi, in direzione Agrigento, e la Villa Romana del Casale con i suoi splendidi mosaici, verso Piazza Armerina.



A tal proposito, una grande novità concluderà l’estate di Principi di Butera, ovvero l’opening al pubblico degli spazi hospitality, con un Relais e Agriturismo che resterà aperto tutto l’anno, offrendo la possibilità ai wine lover di tutto il mondo di vivere, tra meraviglie artistiche e naturali, un’esperienza di gusto e relax all’insegna della più autentica accoglienza siciliana.
Dall’antica masseria, infatti, partono wine experience che prevedono la visita dei vigneti seguita da diversi tipi di degustazioni guidate, anche verticali, e accompagnate da abbinamenti con salumi e formaggi siciliani o piatti della tradizione isolana. In estate, poi, la Tenuta è sede di aperitivi al tramonto in mezzo agli ulivi e ai vigneti con musica dal vivo.
Ma cosa racconta sotto il profilo enologico questo terroir che, osservato dall’alto della collina dov’è situato l’edificio principale, antico baglio feudale oggi completamente restaurato nel pieno rispetto delle strutture originali, si dipana all’orizzonte in un saliscendi che nasconde sfumature diverse di rese e vocazioni?


Il Nero d’Avolo si fa Metodo Classico a Principi di Butera grazie alla rivoluzione di Antonio Paolo Froio e Zonin1821
“Da sempre quello in cui sorge Principi di Butera è un territorio conosciuto per la qualità del suo Nero d’Avola”, sottolinea Antonio Paolo Froio. “Un vino con una struttura ed eleganza che si presta a interpretazioni differenti”.
E qui si colloca la “rivoluzione” introdotta dalla tenuta della galassia del gruppo Zonin1821 proprio a seguito dell’arrivo del suo wine maker. Nato in Calabria nel 1975, dopo gli studi di Agraria ed Enologia tra Bologna e Milano, Froio intraprende esperienze di rilievo prima in Australia e poi in California. Ritornato in Italia si dedica alle bollicine, prima in Franciacorta, poi al cuore dei Colli Euganei. Ed è forte di questa esperienza internazionale che al momento dell’inizio della collaborazione stretta in Sicilia con la famiglia Zonin decide di introdurre una nuova codifica di quella che era la lettura delle uve vendemmiate a Principi di Butera.

Lo fa iniziando proprio dal vitigno principe, il Nero d’Avola.
“Oggi abbiamo la certezza della vocazione e della straordinaria versatilità del Nero d’Avola che matura in questa zona”, spiega a WineCouture. “Le sfumature che andiamo a incontra spaziano da uno di pronta beva fino alla riserva destinata a un più marcato invecchiamento, fino alla spumantizzazione”.
Un’idea mai concepita (o quanto meno posta in essere con successo) a queste latitudini prima dello sbarco di Froio. “Un’intuizione che mira a valorizzare la componente di acidità che presenta il Nero d’Avola”, sottolinea il direttore responsabile di Principi di Butera.
Poi a fare tutta la differenza del mondo interviene il terroir.
“Su questi pendii ci troviamo davanti a un’escursione termica importante che favorisce la crescita della vigna e delle uve, portando con sé una buona umidità notturna anche nel corso di annate siccitose come quella 2022”, evidenzia Froio.
I vigneti sono situati ad un’altitudine compresa tra 320 e 350 metri s.l.m., al centro tra due fasce collinari che si ergono fino a 700 metri s.l.m. e a circa 10 km dalle coste del Mediterraneo.

All’interno della tenuta, poi, i terreni si distinguono per una ricca componente di rocce calcaree, argille scure e marna, che donano a ogni parcella la sua caratterizzazione che la condurrà a porsi al servizio di questa o quella produzione, a seconda degli elementi ricercati nelle uve per definire il profilo di ciascun vino realizzato.
È così che, parlando di Nero d’Avola, il vitigno principale coltivato a Principi di Butera, a nascere possono essere o le sue interpretazioni in rosso, eleganti, intense e longeve, o le bollicine, a iniziare da un Metodo Classico di grande finezza, primo esempio di vinificazione in bianco del simbolo enologico siciliano.

Un Nero d’Avola moderno: l’interpretazione inclusiva di Principi di Butera
È, dunque, un vino inclusivo, il Nero d’Avola che ha preso forma in tante differenti sfumature all’interno della tenuta siciliana della famiglia Zonin. Il suo è un volto realmente moderno in termini enologici e d’immagine. Come dimostra le diverse interpretazioni capaci di corrispondere a differenti gusti e occasioni di consumo.
S’inizia da Deliella, etichetta che da un lato racconta la gamma Cru, dove sono raccolti la tipicità più nobile e la vocazione più distintiva del terroir della Tenuta, oltre che l’anima più pura dell’isola. Si parla di un 100% Nero d’Avola Sicilia Doc che porta il nome della contrada in cui sorge Principi di Butera. Per un vino che prende forma dalle uve di un vigneto di 5,5 ettari ricco di bianco calcare. Nasce così un rosso dal carattere aristocratico e dal grande potenziale d’affinamento, che coniuga in modo non convenzionale intensità ed equilibrio, eleganza e sobrietà. Per uno suo stile unico e nobile, dove in un vino slanciato la parte balsamica appare perfettamente bilanciata con l’acidità e la mineralità.
L’altro volto in rosso del Nero d’Avola di Principi di Butera è Amìra, un altro Sicilia Doc. Rappresenta l’essenza più pura del principe dei vitigni siciliani all’interno della Tenuta ed è tessera della linea Selezioni. Deve il suo nome al termine arabo “amîr”, che significa “principe”, ed è un rosso gentile e raffinato, frutto della profonda ammirazione che questo grande vitigno siciliano genera in chiunque lo frequenti. Per un vino asciutto, fine e di bella struttura.

Ma nel portfolio di Principi di Butera a spiccare è soprattutto la declinazione più spumeggiante del Nero d’Avola. Un unicum che si sdoppia, grazie a una gamma che racconta la vocazione di un’area particolare della Tenuta siciliana, al cui interno differenti parcelle vanno a definire diverse interpretazioni anche nel metodo di spumantizzazione.
Già, perché se il simbolo di questa proposta è la selezione del Metodo Classico Pas Dosé, la versione Charmat non è da meno in termini di espressione della vocazione di questo territorio così unico.
Si chiama Neroluce questa bollicina 100% Nero d’Avola Sicilia Doc che si fa incontro tra i profumi del nobile vitigno, la luce del sole cui è costantemente esposta lungo il corso dell’anno, i benefici portati dalle forti escursioni termiche e la freschezza del Mediterraneo. Armonico, fine, dal perlage cremoso, rappresenta un’alternativa di valore a più livelli, soprattutto per quanti curiosi di provare qualcosa “fuori dagli schemi”. Un volto inedito per il Nero d’Avola, come spiegato, che può nascere, in questa forma, solo nella porzione di vigna lui destinati all’interno di Principi di Butera.
Esattamente come nel caso del Metodo Classico Pas Dosé, anch’esso 100% Nero d’Avola Sicilia Doc, ma che segue la via della seconda rifermentazione in bottiglia secondo i dettami della logica Champenoise. Il risultato è un Blanc de Noirs figlio di un vigneto di circa 3 ettari antistante l’antico baglio, spumante dalla spiccata mineralità e la raffinate croccantezza, che invoglia con la sua persistenza a proseguire nella sua scoperta, sorso dopo sorso.
Esattamente come nel caso delle altre produzioni firmate Principi di Butera, che spaziano dal taglio bordolese di Symposio all’inedito Moscato Giallo passito Coriduci, fino ai volti in bianco dell’Insolia Carizza e del Grillo Diamanti, senza dimenticare l’avvolgente Syrah Butirah, un reale nuovo modo di leggere la Sicilia del vino.
