Giunge una prima risposta da parte della politica in merito al nuovo proibizionismo instradato dalla recente risoluzione votata dall’ufficio europeo dell’Oms. E a esporre la propria posizione in merito è il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali con delega al vino, il senatore leghista Gian Marco Centinaio. Che si scaglia contro l’ennesimo attacco a un’eccellenza made in Italy e ribadendo quella che è la posizione sul tema dell’educazione nel consumo all’alcol promossa dall’Italia da sempre, in particolare se si guarda il settore vitivinicolo. Queste la replica alla risoluzione dell’Organizzazione mondiale della sanità.
La replica del sottosegretario con delega al vino Centinaio all’Oms: la politica contro il nuovo proibizionismo
“Ormai è chiaro che quella contro l’alcol è la nuova crociata, che va portata avanti senza se e senza ma, proprio come è accaduto in passato per la carne rossa”, esordisce nel suo commento il sottosegretario Gian Marco Centinaio.
“Dimenticando che solo pochi mesi fa a Strasburgo dai paesi Ue è stata respinta la tesi che l’alcol sia dannoso a prescindere e che sia stata rimarcata la differenza fra l’abuso e il consumo moderato, l’Oms presenta un piano all’insegna del proibizionismo, che mette all’indice i superalcolici così come vino e birra”.
E poi l’affonda a fare chiarezza:
“In paesi come l’Italia non esiste un problema di binge drinking, il vino viene consumato in quantità limitate, durante i pasti, e rientra appieno nella Dieta Mediterranea che è patrimonio immateriale Unesco”.

Queste, dunque, le parole del sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali, Gian Marco Centinaio, a commento del quadro d’azione sull’alcol 2022-2025 illustrato a Tel Aviv nella 72esima sessione del Comitato regionale per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità.
Il piano prevede una maggiore tassazione, divieto di pubblicità marketing e promozione, allarmi salutistici in etichetta e una minore reperibilità degli alcolici, come spiegato ieri.
“Più che azioni per tutelare la salute, sono azioni per distruggere settori economici importanti di paesi come il nostro”, conclude Centinaio. “Il problema non è questo o quel prodotto, ma la dose dei singoli alimenti, la varietà della dieta e lo stile di vita nel suo complesso. In Italia il vino è cultura, tradizione, espressione dei territori. Dopo gli attacchi alla carne è arrivata la carne sintetica, su cui sono stati fatti enormi investimenti economici. Non vorremmo tra qualche anno trovarci – sempre in nome della tutela della salute – anche di fronte al vino sintetico”.
Dalla politica, come richiesto dal settore, una prima replica. Ora si attendono passi ufficiali a livello istituzionale per disinnescare questa pericolosa bomba ad orologeria del nuovo proibizionismo.