Luca Serena lo aveva anticipato a WineCouture, nella cover story del dossier Bollicine d’Italia dell’ultimo numero del nostro magazine. Il 29 settembre, alla presenza delle massime autorità di Veneto e Friuli-Venezia Giulia, il racconto del progetto “Audace” è venuto a galla. Un viaggio che dalle colline del Carso ha portato 6.492 bottiglie di Prosecco Doc Trieste a 20 metri di profondità nel Golfo di Trieste per affinarsi e maturare. Per un’iniziativa che oggi “riemerge”, nata dall’incontro tra due famiglie di amici storicamente dediti alla produzione di vino: Parovel e Serena. Ecco cos’è l’Underwater Wine Audace.
La genesi del Prosecco che affina nel Golfo di Trieste e cosa rende unico l’Underwater Wine Audace
Underwater Wine rappresenta in realtà un sogno territoriale: affinare il Prosecco Doc Trieste nel suo Golfo, utilizzando l’esperienza di un grande gruppo come Serena Wines 1881 e l’estro di una azienda del Carso come Parovel vigneti oliveti 1898. Il tutto, sotto il comun denominatore dell’amicizia: unire le forze per realizzare le prime bottiglie da far riposare in mare iniziando un cammino non certo facile ma sicuramente unico che parte dalle origini del Prosecco e sviluppa le sue potenzialità in maniera inedita.
È un vero e proprio battesimo del mare quello che hanno ricevuto le prime 6.492 bottiglie di Audace, un Prosecco Doc Trieste che alla profondità di 20 metri si è affinato con parametri straordinariamente peculiari: la temperatura, la salinità, la concentrazione di ossigeno disciolto, la presenza di fosfati, silicati, nitriti, nitrati e clorofilla.
Tutti questi valori mutano con le stagioni e con il passaggio dei venti garantendo ad Audace Prosecco Doc Trieste la sua unicità gustativa e caratteriale.
La Bora e lo Scirocco, infatti, generano importanti oscillazioni sub-inerziali che contribuiscono al continuo movimento delle bottiglie e questo continuo cullare ha portato ad un’evoluzione singolare e straordinaria.
In una piccola area di 67 mq, in concessione demaniale, sul fondo dello specchio acqueo in Punto Franco Nuovo è stata ricreata questa cantina subacquea che ha ospitato 14 casse in acciaio per quattro mesi. Con gli unici esseri viventi a controllare l’affinamento che sono stati i pesci, i molluschi, le stelle marine, oltre a qualche esperto subacqueo chiamato a verificare l’integrità delle bottiglie.

I ricorsi storici del progetto firmato Serena Wines 1881 e Parovel vigneti oliveti 1898
L’anno della prima bottiglia Underwater Wine rappresenta due importanti anniversari: coincidenze, se vogliamo, che si palesano nei primi passi del progetto.
Nel 1821, infatti, 200 anni dalla vendemmia 2021 in affinamento sottomarino, lungo la costiera triestina si produceva per la prima volta il Prosecco con il metodo tradizionale di rifermentazione in bottiglia.
Nel 1922, invece, un secolo prima del termine dell’affinamenti, il molo San Carlo cambiava il proprio nome in “Audace”, in ricordo dell’approdo della prima nave militare italiana, celebre cacciatorpediniere.
Due elementi narrativi importanti, questi dei ricorsi storici, per spiegare al mondo un progetto davvero unico.

Come proseguirà l’iniziativa Audace: le realtà coinvolte
È un progetto corale quello di Audace, che va oltre le due cantine coinvolte. Con lo studio delle evoluzioni del vino che sarà fondamentale anche per il proseguo dell’iniziativa stessa. Oltre a Serena Wines 1881 e Parovel vigneti oliveti 1898 a collaborare nella realizzazione dell’Underwater Wine è stata l’agenzia Francescon e Collodi di Conegliano, che ha dato forma alla creatività nella comunicazione di questa storia sottomarina. Ma anche le autorità non hanno mancato di fornire il loro supporto. Le istituzioni hanno sostenuto per prime Audace, a partire dall’Autorità Portuale, che ha dato origine alla concessione subacquea, e all’Ogs, Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. E l’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche dai presidenti delle Regioni Veneto e Friuli-Venezia Giulia, Luca Zaia e Massimiliano Fedriga.
“Il progetto Audace è la conferma del dialogo, della passione per la terra e della tradizione che guarda il futuro”, sottolinea Elena Parovel. “Mi auguro che questa modalità di affinamento subacqueo dei vini, voluta specialmente per la vicinanza ai vigneti di produzione, sia soltanto un inizio che può essere esteso a tutti i vini del Carso”.
E Luca Serena, chiosa:
“Audace non è solo il nome ma anche la qualità del progetto grazie al quale oggi vediamo venire alla luce delle bottiglie numerate divenute scrigno di un Prosecco prezioso, unico, il cui affinamento è stato affidato dall’uomo al mare. Un’idea originale che segna solo l’inizio di un percorso in grado di riservare future sorprese, per un vino destinato ai veri estimatori”.