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Milano Wine Week 2022: il giudizio di WineCouture

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Si è chiuso domenica la quinta edizione di Milano Wine Week ed è tempo ti tirare le somme su un progetto che quest’anno ha mutato pelle ancora una volta, andando oltre numeri e presenze. Già, perché quella che si è chiusa con la grande tasting di gala che ha visto protagonista la selezione di 21 top sommelier d’Italia è stata manifestazione che ha parlato tanto di vino, ma con un approccio che chi scrive ha trovato radicalmente differente rispetto agli anni passati. Il programma d’altronde parlava chiaro: era un volto più democratico quello presentato e meno rinchiuso nella “torre d’avorio” delle stanze animate dalle masterclass. Perché quest’anno alla settimana milanese tanto era il vino protagonista, sensibilmente meno i volti noti ad aver fatto capolino all’ombra della Madonnina. Un’opportunità mancata per tanti brand? Forse. Ma al contempo c’è da evidenziare che, anche per chi scrive, quello con Milano Wine Week 2022 è stato un appuntamento non inizialmente facile da decifrare e poi vissuto in maniera totalmente differente rispetto al passato. Gli eventi più interessanti, come detto, hanno portato spesso più fuori rispetto alle scorse edizioni dalle sale di Palazzo Bovara, quartier generale della kermesse, dove vanno in scena masterclass e degustazioni. Questo ha fatto sì che la manifestazione stessa abbia cambiato radicalmente pelle, andando a intercettare – questo il fattore più interessante del 2022 – un pubblico di giovanissimi, che hanno sempre partecipato con curiosità e in numero consistente a tante delle nuove proposte in calendario. Poi, come ogni volta, luci e ombre, pregi e difetti organizzativi, hanno definito il successo o il minor appeal di ciascun evento che è andato a definire il mosaico dell’agenda milanese, razionalizzata con maggiore efficacia rispetto a 12 mesi fa. Ecco cosa, a giudizio di WineCouture, ha funzionato di più e cosa meno.

Milano Wine Week 2022: giudizio di WineCouture sulla settimana milanese del vino di Federico Gordini. Cosa ci è piaciuto dell'edizione.

Una agenda più “razionale” per Milano Wine Week 2022

Agenda ricca e difficile da seguire in integrale per Milano Wine Week 2022. Con l’aspetto più interessante che è stato rappresentato dalla forte vocazione “pubblica” degli eventi. Merito, tanto, degli sponsor che hanno sostenuto la kermesse, con due pesi massimi come Carrefour e Haier che hanno portato il vino “fuori” dalle stanze e più in mezzo alla gente. Ed è questo un indirizzo che è stato sostenuto anche dalla componente più “enoica” tra i sostenitori della settimana milanese quest’anno, a iniziare dai tanti Consorzi presenti con eventi studiati su misura o presidio dei Wine District. 

Diverso l’approccio delle aziende. Pochi i nomi rispetto alle edizioni passate, ma chi c’è stato, da Masottina in prima fila a Le Tenute del Leone Alato, passando per Valdo e la neonata Argea, si è concentrato a offrire un’interpretazione differente della propria partecipazione. C’è infatti chi ha scelto il palcoscenico di Milano per porre l’accento una volta in più sul grande step di crescita fatto in questi anni e regalare un nuovo profilo alle proprie bollicine, come nel caso di Masottina, c’è invece chi ha scelto la strada più glamour, come Le Tenute del Leone Alato con la serata che ha celebrato il volto pop di V8+, c’è poi chi ha definito un approccio maggiormente trade, come Valdo o Argea, impegnati a raccontare l’evoluzione dei trend nel mondo del vino e la sua sostenibilità.

Milano Wine Week 2022: giudizio di WineCouture sulla settimana milanese del vino di Federico Gordini. Cosa ci è piaciuto dell'edizione.

Cosa ci è piaciuto di più dell’edizione 2022

L’aspetto più significativo di Milano Wine Week 2022 è stata la sua capacità di andare a intercettare un target sempre più giovane di pubblico, con una proposta che è andata oltre i soliti canoni della “classica” degustazione. Molto efficaci, a tale proposito, diversi formati che se sfruttati a dovere possono rappresentare un’importante spinta per il futuro della kermesse. A iniziare dall’Enoteca di MWW, che ha animato per nove giorni la splendida corte di Palazzo Serbelloni e ha permesso ai consumatori di degustare un’ampia gamma di referenze grazie al supporto di sommelier ed esperti. Ma molto scenografici e attrattivi sono stati anche la Wine Escape Room realizzata in collaborazione con Winelivery, oltre alle experience del Wine Bus e della Wine Boat. Quattro esempi che spiegano come si possa avere un approccio al vino differente rispetto ai tradizionali tasting, più libero da vincoli, ma non meno serio sul lato dell’educazione del consumatore finale rispetto a ciò che degusta.

Altre due note di merito di Milano Wine Week 2022 arrivano da una conferma e da un radicale cambiamento. La rivoluzione è stata dettata dal nuovo approccio business, che non si è sviluppato come lo scorso anno in un evento a sé ma piuttosto si è diffuso nei diversi tasting che hanno caratterizzato la settimana milanese. E sotto questo punto di vista, di grande efficacia si è dimostrata la sinergia con Mipaaf, Agenzia Ice e Ministero degli Affari Esteri che ha permesso alla kermesse di sfruttare appieno la sua vocazione internazionale favorendo l’incoming di operatori esteri. Ma non meno importante è stata la presenza di operatori italiani, soprattutto della ristorazione milanese e lombarda, che hanno partecipato ai diversi tasting e masterclass. A confermare che anche un’altra sinergia, quella con Fipe, ha saputo creare il giusto network per fare crescere la kermesse.

E a ribadire la centralità della ristorazione e del mondo Horeca per Milano Wine Week, è giunta la seconda edizione dei premi dedicati alle migliori carte vini d’Italia. Ne abbiamo già parlato con un approfondimento dedicato, ma è giusto evidenziare ancora una volta che i riconoscimenti assegnati in occasione di Mww alle migliori selezioni d’Italia sia nel settore della somministrazione, con il “Premio Carta Vini”, sia in quello della distribuzione, con il “Premio Wine Retail” dedicato al mondo della vendita al dettaglio, hanno fatto registrare ancora una volta, dopo la prima di 12 mesi fa, un successo mediatico importante nel grande pubblico per i canali cui sono rivolti. E siamo certi che il livello, il prossimo anno, crescerà ancora.

Milano Wine Week 2022: giudizio di WineCouture sulla settimana milanese del vino di Federico Gordini. Cosa ci è piaciuto dell'edizione.

La versione di Federico Gordini, presidente di Milano Wine Week

Abbiamo lasciata da ultima la condivisione del giudizio di chi ha organizzato insieme al suo team la kermesse milanese, il presidente di Milano Wine Week, Federico Gordini.

“Il ringraziamento va al nostro team e a tutti i partner che hanno contribuito alla costruzione della nostra quinta edizione, dimostrando che la capacità di fare rete su una grande piattaforma comune porta grande successo a tutte le iniziative”, le sue parole al termine della manifestazione. 

“Abbiamo registrato una partecipazione al di sopra di ogni aspettativa, dal tutto esaurito dei tasting a Palazzo Serbelloni e delle masterclass a Palazzo Bovara, all’incredibile folla di oltre 3mila persone che si sono radunate dopo una mattinata di pioggia intensa in Piazza Tre Torri per il nostro Brindisi di Apertura, al grande successo dei format più innovativi della manifestazione, dall’Enoteca alla Wine Escape Room, dal Wine Bus alla Wine Boat”. 

“Anche il nuovo modello dei Wine District ha riscontrato una grande affluenza e un forte apprezzamento da parte del pubblico. Allo stesso tempo grazie ad appuntamenti come Wine Agenda, realizzato in collaborazione con Federvini e il nuovo Forum sulla sostenibilità Habitat, abbiamo rafforzato e ampliato considerevolmente i momenti di riflessione e di confronto dedicati agli operatori, confermando il ruolo di Milano come luogo ideale per il confronto sul presente e sul futuro del settore vinicolo”.

Milano Wine Week 2022: giudizio di WineCouture sulla settimana milanese del vino di Federico Gordini. Cosa ci è piaciuto dell'edizione.
Federico Gordini

Il giudizio di WineCouture e il futuro della settimana milanese del vino

Ora che la panoramica è tratteggiata rispetto a quella che è stata Mww 2022, occorre dare un giudizio su un’edizione di quest’anno che, come detto, si è caratterizzata per un approccio che ha visto protagonista il volto più “democratico” e accessibile a tutti del vino. Ecco, questo ad avviso di chi scrive è la chiave che potrà decretare nei prossimi anni il consolidarsi o la fine dell’ambizioso progetto Milano Wine Week. Le fondamenta sono state gettate in cinque edizioni di esperimenti poi accantonati e di successi, di luci e di ombre. Ora serve che il format della settimana milanese del vino prenda la sua forma definitiva e si spieghi al vasto pubblico che si è dimostrato ricettivo nei confronti di un modo nuovo di vivere il vino. 

Questa la sfida ultima cui è chiamato il team di Mww. Con l’organizzazione che dovrà essere brava il prossimo anno a riportare a Milano i grandi nomi del vino italiano, ma non solo, incanalandoli però su una proposta e un coinvolgimento differenti rispetto al passato. E un altro deficit cha andrà risolto è quello della comunicazione: intesa nella più pura e banale modalità di condivisione e di pubblicità degli eventi a livello cittadino. Le app funzionano, ma poi serve essere ancora più efficaci nell’individuare la modalità che faccia sì che tutto parli degli eventi del vino sotto la Madonnina durante la settimana della kermesse e non che semplicemente ci si debba “imbattere” nei vari appuntamenti in scena tra il centro e la periferia. 

Se Milano Wine Week 2023 avrà questa forza, allora sarà una nuova era quella che si aprirà per il vino a Milano. Questa edizione dice che la navicella è decollata, ma la strada per giungere sulla Luna è ancora molta da fare e non deve spaventare.

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