Una grande festa, dove si è avuto un primo assaggio di futuro. È quella che ha riunito ospiti da tutto il mondo venerdì 14 ottobre scorso in Valpolicella. Una serata di celebrazioni, innanzitutto delle 250 vendemmie della famiglia Boscaini allo storico Vaio dei Masi. Ma ancora di più, un primo sguardo sul domani, quello tratteggiato dai primi scorci del cantiere Monteleone21, di una realtà che da sempre rappresenta nel mondo il Veneto del vino ed è emblema della sua tradizione più pura. A dimostrarlo, anche la scelta di far convergere in un unico evento i festeggiamenti del Premio Masi 2022, resi ancora più simbolici dallo storico traguardo tagliato dalla famiglia che lo ha creato e dalla location in cui hanno avuto luogo. E per brindare degnamente alla concomitanza di occasioni, non poteva mancare un vino all’altezza del compito: qualcosa di veramente speciale, o meglio unico come il neonato Vajo dei Masi 1997, esclusiva edizione limitata di un Amarone della Valpolicella Classico Doc imbottigliato dopo 25 anni dal raccolto.
La festa per le 250 vendemmie della famiglia Boscaini al Vaio dei Masi
Una celebrazione in grande quella di Masi Agricola per la 250esima vendemmia della famiglia Boscaini. Due secoli e mezzo sono infatti passati da quando nel 1772 prese il via ufficialmente una storia – condivisa, tappa per tappa, nel podcast “Buon tempo! 250 anni di Masi” su Spotify – che nel tempo si è tramutata in racconto di una delle realtà simbolo del vino veneto a livello globale. Tutto ha avuto inizio in quel Vaio dei Masi che ancora oggi denomina un brand che nel corso degli ultimi decenni ha saputo abbracciare prima l’Italia e poi il mondo, “esportando” ovunque sia giunto la sua expertise, definita dalla tecnica dell’appassimento.
Da quella prima vendemmia, 250 anni fa, molti sono d’altronde i capitoli scritti nel mondo del vino dalla famiglia Boscaini, che lungo gli ultimi 40 anni ha saputo infondere vigore all’ambizioso progetto di valorizzazione di storiche tenute vitivinicole, collaborando con i Conti Serego Alighieri, discendenti del poeta Dante, proprietari della tenuta che in Valpolicella può vantare la più lunga storia e tradizione, e con i Conti Bossi Fedrigotti, prestigiosa griffe trentina con vigneti in Rovereto, cui si aggiunge lo storico château nel cuore di Valdobbiadene di Canevel Spumanti, cantina rinomata per i suoi spumanti premium e parte del gruppo da fine 2016.
Masi Agricola, oggi, si spinge con la sua produzione di vini biologici fino alla Toscana delle tenute Poderi del Bello Ovile e all’Argentina di Masi Tupungato: due orizzonti che raccontano perfettamente il futuro di una realtà che con la nuova sede di Monteleone21 punta, grazie a un progetto ambizioso, a proseguire convintamente lungo il sentiero della massima sostenibilità, nelle diverse declinazioni che questo importante concetto presenta.

Monteleone21: un primo assaggio di futuro della Masi Wine Experience
A introdurre, nel corso della serata di festa, la novità del cantiere di Monteleone21 è stato l’amministratore delegato, Federico Girotto, che dopo aver illustrato le ultime novità dell’azienda, tra cui Fresco di Masi e la Masi Wine Experience, ha presentato il progetto dell’innovativo complesso polifunzionale. Un progetto architettonico ambizioso nel segno della sostenibilità che racconta l’heritage di Masi, ma anche la contemporaneità e rappresenta l’impegno della storica cantina verso il territorio della Valpolicella Classica.
Con Monteleone21 si parla di un complesso polifunzionale che amplierà l’attuale cantina con nuovi spazi dedicati all’attività produttiva, direzionale ed enoturistica, per una nuova perla che va ad arricchire la collana della Masi Wine Experience.
La location ancora in fase di costruzione, che inaugurerà al pubblico il prossimo anno, è stata resa disponibile per fare da palcoscenico al grande evento di celebrazione della 250esima vendemmia di Masi, permettendo agli invitati di “rubare” i primi scorsi di un progetto architettonico ambizioso, realizzato per due terzi in ipogeo e che incarna la relazione inscindibile tra la cantina e il suo territorio.
Un nuovo edificio studiato per una perfetta integrazione con il paesaggio della Valpolicella, reinterpretato in chiave contemporanea nei suoi elementi più caratteristici. La struttura polifunzionale, infatti, ricoperta di viti e vegetazione, sarà caratterizzata da un rivestimento in pietra locale che rimanda alle “marogne”, i muretti a secco tipici della zona che sostengono i vigneti di collina.

Federico Girotto ha spiegato:
“Con Monteleone21 la Masi Wine Experience, il nostro progetto strategico volto a conseguire un contatto sempre più diretto con il consumatore finale, si completa di un prezioso tassello. Una vera e propria cantina aperta pensata per accogliere i visitatori in un percorso esperienziale immersivo, a partire da un fruttaio monumentale di 12 metri di altezza destinato all’appassimento delle uve per l’Amarone, tecnica in cui Masi ha un expertise riconosciuta a livello internazionale”.
E Sandro Boscaini, presidente di Masi Agricola, ha voluto sottolineare:
“A 250 anni dalla nostra prima vendemmia ci emoziona presentare Monteleone21, un progetto che racchiude in sé i più importanti valori del marchio Masi e ne rappresenta la storia, il presente e il futuro. Questo ponte ideale tra epoche diverse viene ben raffigurato dalla nuova struttura, che sarà collegata da un lungo passaggio ipogeo alla nostra storica sede e alla cantina di Gargagnago. Sarà un ideale entry gate nelle terre dell’Amarone e della Valpolicella Classica, con l’obiettivo di continuare a valorizzare il nostro territorio di origine e le sue eccellenze”.
Monteleone21 è stato d’altronde concepito da ogni punto di vista in chiave di sostenibilità: dall’integrazione nel territorio all’utilizzo di fonti rinnovabili come il fotovoltaico e la geotermia, alla minimizzazione dei consumi energetici, per esempio con la cross-ventilation. Un assaggio di futuro cui è seguito un brindisi che ha voluto celebrare anche una speciale edizione del Premio Masi, che ha visto conferiti solo due riconoscimenti con il Premio Internazionale Grosso D’Oro Veneziano, la massima onorificenza assegnata dalla Fondazione Masi, alla Procuratoria della Basilica di San Marco a Venezia “per il suo contributo alla preservazione dei valori della Civiltà Veneta” e il Great Wine Capitals Global Network, rete delle grandi capitali del vino mondiali, “per l’attuale fondamentale contributo alla Civiltà del Vino”.

Vajo dei Masi 1997: un’edizione limitata per un Amarone da collezione
Per festeggiare lo storico traguardo era d’obbligo una novità che celebrasse il prestigioso traguardo tagliato. E quella novità è stata rappresentata dal neonato Vajo dei Masi 1997, esclusiva edizione limitata di un Amarone della Valpolicella Classico Doc imbottigliato dopo 25 anni dal raccolto. Un Amarone che si può tranquillamente definire “assoluto”, di una freschezza impressionante nonostante gli anni alle spalle. Un vino senza età, che ha lasciato dietro sé ogni possibile fattore di pesantezza per presentarsi al meglio nella serata di festa. Un vino che già oggi volge lo sguardo al domani, con l’orizzonte della sua curva evolutiva ancora tutto da scoprire e definire. Ci voleva qualcosa di veramente speciale per celebrare 250 vendemmie: questo Vajo dei Masi 1997 lo è.

Non a caso, il nuovo Amarone da collezione è disponibile in una limited edition di 2500 magnum numerate, autografate dal presidente Sandro Boscaini.
“A 250 anni dalla nostra prima vendemmia, siamo orgogliosi di presentare questo vino unico per la sua tecnica produttiva ed il risultato ottenuto dal punto di vista organolettico: la particolare lavorazione ci ha permesso di ottenere, dopo un quarto di secolo, un nettare dalla grande complessità determinata dal lungo affinamento e al tempo stesso dall’inusuale e inattesa freschezza”, ha spiegato “Mister Amarone”. “Riscontriamo anche una notevole omogeneità tra le diverse bottiglie, non interessate dai possibili effetti ossidativi conseguenti alla lunga permanenza in bottiglia”.
Vajo dei Masi è un vino che per diversi aspetti rappresenta l’essenza di Masi e della sua storia scritta da ben sette generazioni della famiglia Boscaini che si sono susseguite nella cura del territorio, nell’arte enologica e nella visione imprenditoriale.
Si tratta naturalmente di un Amarone, il vino che ha posizionato Masi tra i grandi produttori del mondo e che l’azienda ha contribuito a rendere un’icona internazionale. Un “vino moderno dal cuore antico” che ha preso forma dall’annata 1997, riconosciuta come la migliore in Valpolicella nel secolo scorso, e che ha maturato per 25 anni, con l’affinamento e conservazione avvenuti con un metodo del tutto originale: dopo una prima fase di circa cinque anni di maturazione in legno, tra il 1997e il 2002, è stato conservato in contenitori in acciaio a saturazione di azoto fino al momento dell’imbottigliamento, avvenuto a maggio di quest’anno.
Un’etichetta che racconta perfettamente il connubio tra il cognome Boscaini e il toponimo Vaio dei Masi, “Nectar Angelorum hominibus”, come recita il motto che impreziosisce la veste e riporta la mente a quella prima vendemmia del 1772 su un cru di alta collina sulla cresta intervalliva tra Marano e Negrar che ancora oggi suggella l’eccellenza di Masi Agricola.