Sostenibilità: questa la parola chiave che ha dettato ogni azione del 2022 del Gruppo Zonin1821. Sostenibilità declinata seguendo tutte le direttrici che un termine sempre più decisivo per le realtà del vino, e non solo, implica. Ma cosa comporta una scelta e un focus di questo tipo per chi è chiamato a proseguire un’eredità storica che rimonta per sette generazioni? Lo abbiamo domandato a Francesco Zonin, vicepresidente del Gruppo Zonin1821 e volto proprio di quella settima generazione della famiglia che ancora guida il colosso del vino che da Gambellara ha portato la propria expertise nel mondo. Ecco spiegato come con le sue Tenute in Italia e nel mondo ha puntato nel 2022 a “far bene” e “meglio”.
Che significato ha per il Gruppo Zonin1821 la parola sostenibilità?
La nostra filosofia aziendale mette al centro il Vino, con la V maiuscola, inteso come Cultura che si tramanda ed arricchisce da millenni grazie al passaggio generazionale e alle tradizioni locali. È un patrimonio unico, un savoir-faire d’eccellenza quello che abbiamo ereditato. E che a noi è domandato di contribuire ad interpretare e custodire per le generazioni future.
Proprio in virtù di questo si comprende il motivo per il quale cura del territorio, valorizzazione delle tradizioni vinicole locali, rispetto della biodiversità, sperimentazioni tecniche ma anche innovazione dei processi produttivi e sviluppo sostenibile siano elementi fondanti ed imprescindibili che esprimono il DNA della nostra azienda.
Il Gruppo Zonin1821 promuove uno sviluppo sostenibile in tutti i suoi aspetti: ambientale, economico e sociale. Questa tematica, che sfortunatamente troppe volte è percepita come una moda, è in realtà un asset fondamentale per lo sviluppo del settore, per il benessere della collettività e quello delle generazioni future.

Per sviluppare un approccio sostenibile essere un Gruppo rappresenta un valore aggiunto?
Sebbene custodi della cultura vitivinicola millenaria e delle tradizioni locali – che vogliamo continuare a rispettare – siano chiaramente le nostre tenute, l’essere Gruppo è un valore aggiunto nell’interpretazione di quella Cultura, anche qui con la C maiuscola, di cui si diceva prima. I nostri enologi ed agronomi si confrontano continuamente tra loro. E questo dibattito, che spazia da Nord a Sud ma che coinvolge anche l’estero, relativo alla gestione del vigneto, alle tecniche adottate e alle innovazioni da implementare è un grande patrimonio che si autoalimenta e auto-arricchisce.
Inoltre, grazie alle nostre tenute dislocate in tutta la Penisola, siamo una sorta di osservatorio speciale per comprendere sia l’evoluzione del settore vitivinicolo in Italia sia l’adattabilità di studi, progetti e tecnologie.
Questo in relazione alle nostre necessità, ma anche alle numerose opportunità offerte dalle aziende produttrici che ci scelgono per implementare i loro studi, sperimentiamo costantemente nuove attrezzature e forniamo analisi puntuali sul funzionamento dei macchinari ai nostri fornitori tra i quali, per esempio, Scam, Manica e Tecnovict.
Ma l’innovazione tecnologica quanto è valore aggiunto per lo sviluppo sostenibile?
Il settore vitivinicolo, inteso come sistema ampio che include le cantine e i brand del vino ma anche, per esempio, il comparto legato alla tecnologia di vigna e di cantina, rappresenta ed esprime proprio una delle grandi eccellenze del nostro Paese.
Il 2021 è stato un anno molto importante per il made In Italy enoico: un anno che a livello di settore ha visto incrementi delle vendite per molte categorie di prodotto.
Proprio grazie a questa visione di insieme sul settore, possiamo comprendere il valore dell’innovazione tecnologica intesa come opportunità per “far bene” e “meglio”. Innovazione tecnologica e sostenibilità vanno spesso di pari passo: questo non significa che tutte le innovazioni tecnologiche rendono le aziende più sostenibili, ma che alcune possono essere fondamentali per lo sviluppo sostenibile.

In quali termini?
L’innovazione tecnologica basata sull’integrazione di macchine e tecniche è importante per supportare lo sviluppo della nostra industria, da un lato garantendo prodotti sempre più “buoni” qualitativamente, dall’altro anche riducendo la complessità del lavoro in vigna e nei differenti processi di produzione.
Non può però essere dimenticata l’innovazione tecnologica a sostegno del cliente: dalle nuove piattaforme digitali che danno la possibilità al consumatore di scoprire il prodotto, alle app realizzate per garantire trasparenza e affidabilità nella selezione dei vini da degustare, senza dimenticare le forme di realtà aumentata capace di “far vivere” a chi non può esserci fisicamente un’esperienza che si avvicini alle sensazioni che si vivono passeggiando tra le vigne delle tenute.
Qual è il presente e il futuro in tema di innovazioni tecnologiche?
Alcuni esempi di innovazioni tecnologiche importanti per il nostro settore possono essere pigiatrici sempre più precise adatte anche alle uve più delicate, macchinari che limitano sempre di più l’impatto ambientale non riducendo però le proprie performance, tecniche per migliorare il processo di macerazione, sistemi per misurare gli indici di aridità del suolo e quelli di irrigazione, macchine che possano supportare meglio la raccolta dell’uva in terreni particolarmente impervi, tappi sempre più rispettosi dell’ambiente, imbottigliatrici che migliorano ulteriormente i procedimenti, monitorando in automatico tutti i parametri necessari per garantire la qualità e la durata del vino ed infine applicazioni digitali che analizzano i dati e garantiscono l’autenticità del vino dalla vigna al punto vendita.
Per esempio, lo scorso anno abbiamo sperimentato proprio a Cà Bolani l’utilizzo di Bakus: un rivoluzionario robot trattore completamente autonomo ed alimentato ad energia elettrica. Frutto di sei anni di ricerche e sperimentazioni, l’azienda partner Vitibot ha introdotto sul mercato questo macchinario con l’obiettivo di offrire uno strumento che rispondesse in modo adeguato alle sfide ambientali dell’agricoltura odierna e del futuro.
Bakus è un esempio di innovazione sostenibile che mira a rivoluzionare la viticoltura: è equipaggiato con tutto il necessario per operare in sicurezza sia di giorno sia di notte, è dotato di sensori in grado di identificare le sole aree dove intervenire, e garantisce la gestione delle erbe presenti nel sottofila del vigneto evitando completamente l’utilizzo di erbicidi.
Dal nostro punto di vista, siamo stati lieti di aver utilizzato questo macchinario nella sua fase sperimentale, poiché accogliere la sperimentazione significa sostenere la ricerca in questa direzione e dunque come Gruppo Zonin1821 dare il nostro contributo. Proprio Cà Bolani, tra l’altro, per le sue caratteristiche fisiche del terreno, privo di dislivelli, ma anche con filari molto lunghi e spaziosi si presta a sperimentazioni tecnico-innovative.
Detto questo, non dimentichiamoci che la tecnologia sarà sempre un mezzo e mai un fine. Il benessere del sistema non è basato sullo sviluppo tecnologico, ma sulle performance delle aziende che lo costituiscono. Ed è questo a essere fortemente legato a elementi come le innovazioni tecnologiche, i macchinari all’avanguardia e le ricerca di settore, che sono in grado di fornire risposte chiare, precise e puntuali alle criticità presenti e alle nuove opportunità che si possono cogliere.
Hai citato il caso sperimentale di Bakus, ma come si traduce il vostro impegno sostenibile nel quotidiano, in vigna ma non solo?
Tra le numerose attività poste in essere dal nostro Gruppo per preservare il suolo e l’ecosistema, ci impegniamo, per esempio, a limitare l’impiego dei mezzi tecnici in viticultura, a razionalizzare le risorse idriche per l’irrigazione dei vigneti, a favorire l’utilizzo di fonti di energia rinnovabile e pulita, a tutelare la flora e la fauna locale implementando ove necessario la riforestazione.
Abbiamo, dunque, scelto di reintrodurre la tradizionale tecnica della concimazione naturale, detta “sovescio” per apportare al suolo quegli elementi di cui la vite si nutre. In tutte le tenute stiamo limitando al massimo gli erbicidi, preservando la vita nel suolo, tanto che ad oggi il 60% dei vigneti è coltivato senza erbicidi. Tra le varie attività, usiamo coltura di copertura per aumentare la quantità di materia organica nel suolo e per fornire azoto e carbonio naturale al 40% della superficie totale dei vigneti.
Per contrastare gli effetti del riscaldamento globale, in tre delle nostre tenute utilizziamo il metodo di irrigazione a goccia, gestito con il programma digitale Vintel, un modello previsionale che permette di razionalizzare l’irrigazione dei vigneti in base alle previsioni del tempo. Inoltre, utilizziamo stazioni meteorologiche per prevenire le malattie della vite, attraverso il controllo puntuale della quantità di acqua caduta e di altre variabili atmosferiche. In Sicilia, presso Principi di Butera, e in Puglia, presso la Masseria Altemura, abbiamo creato laghi artificiali all’interno della proprietà per raccogliere le acque piovane e rendere l’azienda autosufficiente per le eventuali richieste d’acqua, senza intaccare le falde.
Anche in ambito energetico le nostre aziende vinicole hanno come obiettivo la completa autosufficienza. Attualmente le varie realtà vinicole producono fino al 44% del singolo fabbisogno ricorrendo al fotovoltaico – la cosiddetta “energia pulita” – come nel caso, ad esempio, della Tenuta Oltrenero in Oltrepò Pavese e della Tenuta Castello del Poggio nel Monferrato. Queste aziende sono inserite in un contesto paesaggistico di valore, i pannelli pertanto sono stati posizionati sui tetti dei ricoveri agricoli o delle cantine per azzerare il loro impatto visivo.
Al contempo, la biodiversità viene tutelata attraverso percorsi che hanno visto particolarmente coinvolte alcune delle nostre tenute più nello specifico, come Rocca di Montemassi, dove è stata preservata la tipica macchia mediterranea fatta di olivi e querce da sughero e, nello stesso tempo, sono stati reimpiantati boschi ed arbusti di ginestre, corbezzoli e mimose, rendendo la zona sia presidio della flora e della fauna locale sia un panorama di rara bellezza.
Ma come si rende partecipe il consumatore di questo impegno sostenibile?
All’interno delle diverse tenute, l’attività di produzione del vino si affianca a quella dell’ospitalità: l’importanza data all’accoglienza ha un notevole significato simbolico poiché esprime il ruolo di Zonin1821 nel promuovere l’educazione in questo settore, rispettare le diversità tipiche di ogni territorio e valorizzare i saperi locali.
Uno sviluppo sostenibile non può prescindere dalla promozione della Cultura di settore. Proprio in virtù di questa visione, nella nostra storica sede di Gambellara si trova un percorso museale, aperto a tutti i visitatori, dedicato proprio alla cultura vitivinicola: attraverso testimonianze materiali ed immateriali gli ospiti vengono accompagnati alla scoperta di questo affascinante mondo. Di particolare interesse anche la collezione di oltre 14mila francobolli storici, quella di raffinati bicchieri per il vino e quella di levatappi.

La sostenibilità deve essere, però, anche misurata: due delle vostre tenute hanno ottenuto la certificazione Equalitas, cos’è?
Esatto: Castello di Albola e Rocca di Montemassi sono certificate Equalitas. La certificazione è stata rilasciata da un ente italiano fondato nel 2015 che promuove la sostenibilità nel settore agroalimentare, e vitivinicolo in particolare, attraverso una visione sistemica capace di unire le istanze delle imprese, della società̀ e del mercato. L’obiettivo principale è quello di definire, strutturare e condividere un approccio unico e condiviso alla sostenibilità fondato sui suoi tre pilastri fondamentali.
Grazie alle proprie risorse tecniche, culturali, scientifiche e politiche, Equalitas raccoglie le migliori iniziative di best practice consolidate ed innovative, per affermare un modello italiano di qualità sostenibile a livello mondiale. Il Comitato Scientifico, composto da illustri membri della comunità tecnico-scientifica del settore, garantisce il continuo adeguamento della norma alle più avanzate conoscenze disponibili, fungendo anche da comitato di imparzialità per la gestione della norma stessa. Queste oggettività, obiettività e trasparenza sono fondamentali per l’autorevolezza del marchio Equalitas, che rappresenta una vera e propria garanzia per il consumatore.
Uno dei grandi temi portanti oggi in questo settore è quello del biologico: qual è la sua funzione e come si pone il Gruppo Zonin1821 in merito a questo?
Il vino biologico continua ad essere sempre di più apprezzato a livello internazionale grazie al crescente interesse dei consumatori e alla sempre maggiore attenzione dei produttori ad uno sviluppo sostenibile.
Per semplificare possiamo dire che l’agricoltura biologica è un metodo agricolo volto a produrre alimenti con sostanze e processi naturali. Ciò significa che tende ad avere un impatto ambientale limitato, in quanto incoraggia a usare l’energia e le risorse naturali in modo responsabile, coltivare la biodiversità, conservare gli equilibri ecologici regionali, migliorare la fertilità del suolo evitandone lo sfruttamento e garantire la qualità delle acque.
Proprio in linea con la visione aziendale di Castello di Albola e di Rocca di Montemassi, presentata anche nel Bilancio di Sostenibilità, è cominciato nel 2016 il processo di conversione al bio grazie al quale nei prossimi mesi verranno distribuiti sul mercato vini biologici che possono fare sempre più la differenza in termini ambientali, senza però rinunciare all’eccellente gusto della nostra tradizione.
Dobbiamo però stare molto attenti e non far diventare il biologico un dogma assoluto o peggio un’ideologia: è necessario aprire un dialogo per comprendere le difficoltà, in determinati territori con dei climi particolarmente complessi, di produrre biologico.

C’è una cosa che unisce il Gruppo Zonin1821 a Mulino Bianco ed è la vostra partecipazione alla Carta del Mulino: di cosa si tratta e perché due aziende così diverse lavorano insieme su intenti comuni?
La Carta del Mulino, promossa da Mulino Bianco, dedica da tempo il suo impegno ad un’agricoltura sempre più sostenibile legata all’intera filiera del Grano Tenero. Durante questo percorso, tutti i partner scientifici, con il supporto prezioso dei soggetti della filiera, hanno significativamente contribuito al suo continuo miglioramento, attuando analisi e ricerche specifiche al fine di consolidarne scientificamente le pratiche e rendere sempre più sostenibile la coltivazione e la trasformazione del grano tenero per i prodotti a marchio Mulino Bianco.
Per supportare questo progetto virtuoso e favorire la conservazione della biodiversità dell’agroecosistema, in particolare degli insetti impollinatori, come Gruppo Zonin1821, attraverso Cà Bolani abbiamo dedicato ampie aree della tenuta per l’implementazione di zone “Fiori del Mulino” volte alla risemina annuale dei fiori nettariferi e la collocazione di nidi e rifugi artificiali per insetti impollinatori.
Siamo lieti di aver partecipato come Gruppo Zonin1821 a questo progetto con Ca’ Bolani e ora ci auguriamo di poterlo estendere anche ad altre tenute.

Quanto supportare il dibattito sulla sostenibilità è decisivo oggi e come il Gruppo Zonin1821 lo ha promosso in questo 2022?
Le manifestazioni fieristiche o gli eventi dedicati alle cause sostenibili sono molto importanti poiché rappresentano il luogo di incontro, scambio e confronto di diversi portatori di interesse che arricchiscono il dibattito in essere e contribuiscono a sollecitare l’opinione pubblica.
Come Gruppo Zonin1821, nel 2022 abbiamo, in primo luogo, ospitato Enovitis in campo a Ca’ Bolani. Appassionati o sperimentatori, aziende vinicole o produttori di macchinari hanno avuto la possibilità di vedere le novità realizzate, provarle sul campo per comprendere il funzionamento e discutere sulle eventuali necessità di miglioramento. Per noi, è stato un grande piacere poter accogliere il più importante evento in Italia dedicato all’innovazione tecnica in ambito vitivinicolo e poter contribuire ad arricchire il dibattito in corso interfacciandoci con un pubblico nazionale ma anche internazionale.
Ma poi, durante il Festival del Cinema di Roma, abbiamo scelto di supportare con il brand Zonin “Interactions – When cinema looks to Nature”: un docu film ideato, sviluppato e prodotto da Adelina von Fürstenberg che ha coinvolto 12 registi internazionali invitandoli ad interpretare tramite il loro linguaggio creativo le connessioni esistenti tra gli esseri umani e gli animali indagando biodiversità, cambiamento climatico e rischi per le risorse idriche. Abbiamo preso parte a tutti i momenti di presentazione e siamo stati lieti di poter condividere i nostri sforzi fatti in ambito di sostenibilità.
Inoltre, sempre durante il Festival del Cinema di Roma, Masseria Altemura ha supportato il “Women in Cinema Awards”: ideato dall’attivista Claudia Conte e patrocinato dal Ministero della Cultura e dal Comune di Roma, il premio promuove il talento femminile e la gender parity. La sesta edizione della manifestazione, dedicata a tutte le donne iraniane che con lo slogan “Zhen, Zhian, Azadi!” – “Donna, vita, libertà” – protestano per Mahsa Amini, Hadis Najafi, Nika Shakarami contro la feroce repressione del regime, ha visto tra le celebri protagoniste le cantautrici Elodie ed Arisa, la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati, la scrittrice Chiara Francini, il regista Giuseppe Piccioni e l’attrice Lunetta Savino. È stato per me un piacere poter partecipare a questa iniziativa e supportare una causa così importante per la nostra società come la parità di genere. Le aziende sono un grande motore per la nostra società ed è proprio per questo motivo che insieme, tramite il dibattito e le nostre azioni, dobbiamo promuovere un cambiamento volto a garantire pari trattamenti, con uguale facilità di accesso a risorse e opportunità, indipendentemente dal genere.
Non per ultimo, come Gruppo Zonin1821 abbiamo preso parte al Milano Fashion Global Summit promosso da Class: un evento di incontro e di analisi al quale sono invitati a partecipare i protagonisti del lusso e della finanza a livello internazionale e che riunisce ogni anno imprenditori, top manager, designer, stilisti ed esperti per discutere e condividere opinioni ed esperienze sulle nuove opportunità e sulle sfide che tutte le componenti di questa industry strategica per il made in Italy stanno affrontando ma anche tematiche sempre più attuali come la green transition, l’importanza dell’innovazione per la filiera e le nuove sfide della globalizzazione. E il prossimo anno ci auguriamo di poter coinvolgere anche le scuole e università in questo dibattito così da confrontandoci con le nuove generazioni in merito al tema della sostenibilità e alle nuove sfide del nostro settore.