Le Donne del Vino hanno una nuova guida. È Daniela Mastroberardino la presidente designata a prendere il testimone di Donatella Cinelli Colombini, che ha retto l’Associazione per sette anni portando le socie a oltre quota 1000. Produttrice campana, amministratore ed export manager dell’azienda Terredora a Montefusco (Avellino), ha ricevuto oggi l’incarico dal nuovo Consiglio direttivo, con la consegna del simbolico campanellino, come d’uso a livello istituzionale a ogni nuovo passaggio di consegne.
Al suo fianco siederanno la vicepresidente vicaria Francesca Poggio (Piemonte), e le vicepresidenti Marianna Cardone (Puglia) e Paola Longo (Lombardia).
Completano il Cda che resterà in carica per il triennio 2023-2025: Marilisa Allegrini (Veneto), Pia Donata Berlucchi (Lombardia), Antonella Cantarutti (Friuli-Venezia Giulia), Cristiana Cirielli (Friuli-Venezia Giulia), Carolin Martino (Basilicata), Dominique Marzotto (Sicilia), Antonietta Mazzeo (Emilia-Romagna), Jenny Vian Gomez (Abruzzo). Nel collegio dei probiviri, siedono Michela Guadagno (Campania), Elena Tessari (Veneto) e Romina Togn (Trentino-Alto Adige).

Chi è Daniela Mastroberardino, nuovo presidente dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino
Nata nel 1968, Daniela Mastroberardino inizia la sua attività lavorativa nel 1992 alla Mastroberardino. Nel 1994, quando i destini della famiglia Mastroberardino prendono percorsi differenti, la nuova numero uno dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino partecipa insieme al padre Walter e ai fratelli Paolo e Lucio alla trasformazione e allo sviluppo della tenuta agricola di famiglia, Terredora Di Paolo, oggi 180 ettari di vigna da cui nascono alcune delle etichette che contribuiscono a portare l’Irpinia e la Campania nel mondo.

Daniela Mastroberardino è attuale amministratore ed export manager della Terredora. È socia delle Donne del Vino dalla fine degli anni ‘90, quando l’allora delegazione campana era composta da sole quattro produttrici.
Più volte consigliera nazionale con le presidenti Berlucchi, Martusciello e Cinelli Colombini, dal 2016 è vicepresidente. Ha ricoperto anche incarichi in altre associazioni di settore, come presidente del Movimento Turismo del Vino della Campania, prima di diventare presidente nazionale del Movimento Turismo del Vino, ruolo che ha svolto dal 2012 al 2015.
È stata premiata nel 2016 con il Premio Standout Woman Award e con il Premio per l’eccellenza del fuoricasa al femminile di Fipe – Federazione Italiana Pubblici Esercizi.
Il mandato 2023-2025 dopo la presidenza di Donatella Cinelli Colombini
Le Donne del Vino sono l’associazione di enologia al femminile più grande del mondo. Nata nel 1988, conta oggi 1018 associate tra produttrici, ristoratrici, enotecarie, sommelier e giornaliste in tutte le regioni italiane coordinate in delegazioni.
“È tempo di guardare avanti”, le prime parole di Daniela Mastroberardino appena eletta, “senza dimenticare questi quasi 35 anni di eredità che ci vengono consegnati e che sono frutto del lavoro di tutte noi donne del vino, ma, in particolare, delle presidenti che mi hanno preceduto e che tanto hanno profuso, ognuna di loro con il proprio tratto distintivo”.
“Un ringraziamento per tutte alle tre presidenti che conosco meglio: Pia Donata Berlucchi, la prima presidente al cui fianco ho lavorato, alla mia conterranea Elena Martusciello, con cui ho condiviso tanti degli inizi della mia vita associativa, e a Donatella Cinelli Colombini, da cui ricevo il testimone dopo sette anni straordinari”.
La nuova numero uno dell’Associazione Nazionale Le Donne del Vino ha poi annunciato:
“La strada tracciata è divenuta familiare a tante di noi, a tutte quelle socie che hanno dedicato tempo e energie per rendere, negli anni, le Donne del Vino quell’associazione splendida che è e che, da oggi, avrò l’onore, meglio la responsabilità di guidare”.
E concluso:
“Il futuro avrà la cifra la continuità, proponendo il punto di vista delle donne nel magico mondo del vino in cui lavoriamo: cultura e promozione, formazione, presenza sui temi che interessano il settore, internazionalizzazione. Sono certa che avremo anche la capacità di rinnovarci: non c’è continuità senza un pizzico di discontinuità”.