Loredan Gasparini, l’azienda vitivinicola che in passato ha dato tre Dogi alla città di Venezia, sbarca in Laguna. Lo fa per accompagnare “Tempo, Essenziali in solitudine”, la prima mostra personale di Maxime Alexandre, una visione fotografica della solitudine e essenzialità degli artisti, in scena a Palazzo Palumbo dal 19 al 22 gennaio tutti i giorni dalle ore 10 alle 19.
La prima mostra personale di Maxime Alexandre a Palazzo Palumbo: i vini Loredan Gasparini brindano a “Tempo, Essenziali in solitudine”
Tempo rappresenta il momento di solitudine creativa tra l’istante in cui l’idea dell’artista prende vita e quello in cui egli riesce a metabolizzarla per poi condividerla. Ma è anche il periodo necessario perché il grappolo possa crescere, maturare, per poi trasformarsi in vino e invecchiare. Per questo Loredan Gasparini ha scelto di accompagnare a Venezia la prima mostra personale di Maxime Alexandre, dove ogni fotografia riesce a trasportare l’osservatore in un luogo silenzioso aperto a qualsiasi riflessione, intimo.

In occasione del vernissage a Palazzo Palumbo Fossati di giovedì 19 gennaio alle ore 18, il pubblico potrà degustare due prodotti simbolo della cantina Loredan Gasparini e del territorio: l’Asolo Prosecco Superiore Docg e Venegazzù Montello Doc.
“Siamo onorati di poter rappresentare con i nostri vini, il forte legame che ha sempre avuto Venezia con il Montello”, condivide il titolare Lorenzo Palla, “il singolare rilievo di terra rossa che ospita la nostra cantina e che è conosciuto come bosco dei dogi poiché il suo legname veniva usato per fabbricare le navi nei cantieri veneziani”.
Nella sua personale in Laguna, Maxime Alexandre ha voluto sottolineare il richiamo alla pittura, da sempre utilizzata come riferimento nel suo lavoro cinematografico di direttore della fotografia, scegliendo una stampa che ha avvicinato le fotografie ad acquarelli.
E così introduce la mostra:
“Il cinema è un lavoro di squadra, un insieme di artisti che segue la direzione del regista, come un’orchestra con il suo direttore, ed è a loro che dedico questa mostra, un’interpretazione di ognuno di loro, solitario nella sua arte ma essenziale all’opera, alla storia, alla memoria”.