Una “comunicazione di servizio”, transitata online oltreoceano in chiusura di 2022. Notizia in sordina allora, che attendeva l’ufficialità giunta oggi. La novità 2023 di un matrimonio tra storiche famiglie del vino, intesa di business che porterà a profondi mutamenti sul presidio nel mercato Usa delle produzioni made in Italy. È quello che da questo mese di gennaio unisce i Bolla e i Mondavi. Da una parte, le bollicine tricolore della Valdo Spumanti, realtà fondata nel 1926 al cuore del territorio del Prosecco di Valdobbiadene, presente sul mercato statunitense dal 2008 con la sua gamma di etichette per diverse occasioni di consumo, che spaziano tra Doc e Docg. Dall’altro lato, la C. Mondavi & Family, dal 1943 protagonista della produzione vitivinicola in Usa, a Sant’Elena, con un portfolio a includere Charles Krug Winery, CK Mondavi and Family, Flat Top Hills, French Blue e West + Wilder, oltre 1.500 acri di vigneti tra Napa Valley e California. Ad accomunarle, due famiglie impegnate da generazioni nel fare vino. E che oggi stringono un’alleanza, con un accordo che prende il via in questo inizio 2023 con la distribuzione delle etichette Valdo Spumanti in America da parte di C. Mondavi & Family. “Siamo entusiasti di questa partnership mentre continuiamo a diversificare e far crescere il portafoglio focalizzato sui segmenti di consumatori premium”, le parole del presidente e Ceo della realtà americana, David S. Brown. “Due storiche famiglie italiane si uniscono per creare una next-generation partnership”. Gli fa eco Peter Mondavi Jr, terza generazione in azienda: “I miei nonni sono emigrati dall’Italia in California, dove hanno poi acquisito l’iconica proprietà di Charles Krug, quasi 80 anni fa, e oggi sono orgoglioso di onorare le radici della mia famiglia attraverso la collaborazione con Valdo”. E Marc Mondavi, co-owner, chiosa: “La partnership con la famiglia Bolla apre le porte alle prossime generazioni e definisce il futuro delle nostre imprese, fondate sui valori di due famiglie”. Proprio a fronte di questo orizzonte, quella che nasce come intesa distributiva negli Usa, presto si allargherà. Da Pierluigi Bolla, presidente Valdo Spumanti, ci siamo fatti raccontare quali saranno le diverse fasi strategiche della partnership avviata che presto si trasformerà in vera joint venture.
Presidente Bolla, da gennaio 2023 Valdo Spumanti è distribuito sul mercato americano da C. Mondavi & Family, una delle famiglie del vino più iconiche al mondo, proprietaria del marchio Charles Krug, tra le prime aziende vinicole nate in Napa Valley: a cosa puntate con questa intesa?
La collaborazione instaurata con la distribuzione Usa affidata a CK Mondavi and Family aprirà il mercato americano di Valdo, di cui sarà comunicata la storia, i valori e la sua esperienza di leader nel settore degli spumanti.
Come famiglia Bolla, siamo entusiasti di questa partnership, che ci consentirà di tornare ad essere protagonisti negli Stati Uniti.

Ma come ha preso forma l’accordo tra famiglie?
È un’intesa che nasce da un’amicizia, che ha condotto la mia famiglia a vedere nei Mondavi in Usa il punto di riferimento per questo mercato e dare una vita a una partnership che, come accennavo, ci potrà rendere di nuovo protagonisti con Valdo Spumanti negli Stati Uniti, così come lo eravamo negli anni ’70 e ’80 con l’azienda che porta il nostro nome e di cui all’epoca eravamo proprietari.
La famiglia Mondavi, al contempo, vede in noi Bolla il riferimento in Italia per ritornare alle loro origini e ampliare in futuro le opportunità che si verranno a creare, in termini di prodotti e sinergie nel contesto di mercato americano.

Questa intesa presuppone anche che si possa in futuro vedere un’integrazione societaria tra Valdo e l’azienda guidata dai Mondavi?
No, preciso fin da ora che non parliamo di scambi azionari tra aziende, ma di nuove opportunità di business da esplorare insieme. È un progetto che riguarda innanzitutto le future generazioni delle due famiglie e che si svilupperà in tre fasi, a cui potrebbe in seguito aggiungersene un’ulteriore.
Quali sono gli step del progetto di joint venture tra le famiglie Bolla e Mondavi?
L’accordo sarà sviluppato in tre diverse fasi strategiche a partire dal 1° gennaio 2023. La prima è già stata avviata con la distribuzione Usa delle etichette Valdo Spumanti affidata a CK Mondavi and Family.
La seconda fase prevede la costituzione in California, entro giugno, di una joint venture paritetica tra famiglie e a nome proprio che importerà e distribuirà negli Usa il meglio della produzione vinicola italiana.
Andremo a coinvolgere produttori da tutta Italia con una visione a medio e lungo termine, che ha un orizzonte che guarda alla prossima generazione. Come infatti evidente, si tratta di un’intesa talmente ambiziosa e ricca di opportunità, che ci vorrà tempo affinché si sviluppi al suo massimo.
La terza fase, infine, prevede la creazione di una ulteriore joint venture paritetica, con sede a Carneros nella Napa Valley, per andare a produrre insieme, in California, vini e spumanti. Dove noi porteremo il nostro know how italiano in un blend che lo vedrà unito alla cultura ed esperienza statunitense dei Mondavi.

Avete già in mente quali prodotti realizzerete insieme?
È un’intesa, la nostra, che nasce da un presupposto molto concreto: oggi, nel mondo, c’è sempre più sete di bollicine.
Il consumo di spumanti è in costante aumento a livello globale. Da qui l’interesse di dare vita a una realtà capace di produrre bollicine in California.
Ma poi, le opportunità da vagliare sono molte, a iniziare da una ancora più decisa valorizzazione di quelli che sono già gli asset presenti in azienda: penso alla nostra partecipazione in una realtà agricola come I Magredi, dove ritroviamo molte delle varietà coltivate anche oltreoceano.
Il presupposto che guiderà la joint venture sarà quello di creare qualcosa di nuovo insieme ai Mondavi, a partire da terreni e vigneti già disponibili, ma anche estendendo lo sguardo ad altre piccole realtà presenti sul mercato.
Tornando all’oggi, l’ultima domanda non può che essere su un suo bilancio del 2022 e quali sono le prospettive per il 2023 di Valdo?
Il 2022 è ancora da chiudere, perché i conti per chi produce bollicine si fanno dopo aver tirato una riga sulla performance natalizia. Però, c’è da ammettere che l’anno non andrà in archivio con una performance positiva quanto era il sentiment iniziale di gennaio e febbraio.
Nel primo trimestre del 2022, infatti, si era fiduciosi per una riapertura generalizzata che aveva generato molto entusiasmo, nonostante qualche segno di aumento dei costi già presente. Poi, però, l’ottimismo è progressivamente scemato.
Nel settore vino, infatti, non si è riusciti negli scorsi 12 mesi a portare in listino i rincari, come avvenuto in altri settori dell’alimentare. E anche in questo 2023 i prezzi non stanno ancora mutando, fattore che provoca qualche preoccupazione rispetto all’incidenza sempre maggiore che hanno gli aumenti dei costi rispetto ai ricavi.
Sarà, dunque, un anno delicato e di consolidamento quello che abbiamo innanzi a noi, che ci porterà a valutare con ancora più attenzione le partnership commerciali, andando a individuare e valorizzare quelle più strategiche, selezionando mercati, canali e clienti.