https://www.masi.it/it/vini/costasera-amarone-valpolicella-classico-docg
  • Trade

La filiera dello Champagne lancia un piano decennale per lo sviluppo

Dello stesso argomento

BANNER MASOTTINA

La filiera della bollicina più amata al mondo ha scelto il palcoscenico di a Wine Paris & Vinexpo Paris per lanciare un significativo piano di investimenti per i prossimi 10 anni, tracciando la rotta verso la Champagne del futuro. Il Comité Champagne definisce così una strategia globale per affrontare le sfide del decennio a venire. Con il budget annuale che crescerà di 10 milioni di euro nei prossimi cinque anni con investimenti in R&D, sviluppo sostenibile della filiera e rafforzamento delle sue missioni fondamentali. L’obiettivo è garantire che lo Champagne sia sempre disponibile, desiderabile e un esempio per i consumatori.

Le nuove sfide per la Champagne: gli investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione

I risultati 2022 confermano il dinamismo generale del mercato dello Champagne con 326 milioni di bottiglie spedite nel 2022 (+1,6% rispetto al 2021). La bollicina più amata al mondo si è rapidamente ripresa dallo shock della crisi sanitaria del 2020 e mantiene indiscutibilmente quel posto unico che occupa nella mente e nel cuore dei consumatori.

Ma sono nuove sfide che si aprono ora. A iniziare da quella per un’organizzazione interprofessionale all’altezza nel fornire risposte adeguate ai mutamenti in corso.

I vigneti sono infatti fragili. Soggetti ai cambiamenti climatici, stanno fronteggiando lo sviluppo di malattie che causano il deperimento delle viti, come la flavescenza dorata che si sta configurando come la fillossera del XXI secolo.

Le nuove sfide per la Champagne: investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, la filiera lancia un piano decennale per lo sviluppo.

Per affrontare le sfide della produzione e della qualità, la filiera dello Champagne si doterà di un nuovo centro di ricerca, sviluppo e innovazione. Questo nuovo sito, che sarà operativo entro il 2025, aumenterà del 40% la superficie del laboratorio esistente e ospiterà attrezzature all’avanguardia: una cantina sperimentale più ampia, una nuova sala di degustazione due volte più grande dell’attuale e una piattaforma sperimentale di un ettaro.

La ricerca sui vitigni è una forte leva per l’adattamento ai cambiamenti climatici e una risposta alle aspettative della società sulla riduzione dei fitofarmaci. In quest’area, la Champagne ha aderito al programma di innovazione varietale dell’Inrae nel 2010 e ha creato un proprio programma regionale nel 2014.

Per garantire la disponibilità e la qualità dei suoi vini a lungo termine, la Denominazione sta lavorando sulle nuove varietà, sui metodi per combattere le diverse forme di deperimento del vigneto e definendo nuove strategie enologiche e di gestione del suolo. L’obiettivo è di anticipare gli effetti del cambiamento climatico, ma anche di soddisfare le esigenze della transizione agroecologica.

Obiettivo Net Zero entro il 2050: un nuovo piano per lo sviluppo sostenibile della filiera dello Champagne

Lo Champagne è stato un pioniere nel mondo del vino in termini di sviluppo sostenibile. Già negli anni ‘80, l’organizzazione interprofessionale ha iniziato a lavorare sul trattamento dei reflui, sulla lotta biologica in vigna e sulla zonazione. Per la filiera, il contrasto ai cambiamenti climatici e l’adattamento alle nuove condizioni ambientali rappresentano una priorità, come dimostrano i risultati già conseguiti: il 100% dei reflui vinicoli e oltre il 90% dei rifiuti industriali sono trattati, dal 2003 è stata ridotta del 20% l’impronta carbonica per bottiglia, il 63% delle aree viticole è in possesso di una certificazione ambientale con l’obiettivo di raggiungere il 100% entro il 2030. 

Nel 2003, inoltre, la Champagne è stata la prima regione vinicola al mondo a misurare la sua impronta carbonica. E oggi accelera l’attuazione del suo piano di sostenibilità per accompagnare la filiera verso l’obiettivo “Net Zero” entro il 2050 attraverso una forte riduzione delle emissioni (-75% entro il 2050), lo sviluppo di pozzi di carbonio e, come ultima risorsa, la compensazione delle emissioni.

“Non si tratta solo di rispondere all’evoluzione della domanda dei consumatori, ma di garantire la produttività e la continuità del vigneto della Champagne, di concepire e promuovere una viticoltura in equilibrio con l’ecosistema per produrre una quantità sufficiente di uve di qualità. È questa l’ambizione del piano per la filiera e il percorso che ci siamo prefissati”, sottolinea Maxime Toubart, presidente del Syndicat général des vignerons e co-presidente del Comité Champagne.

Le nuove sfide per la Champagne: investimenti in ricerca, sviluppo e innovazione, la filiera lancia un piano decennale per lo sviluppo.

Tutela della Denominazione: in arrivo nuovi Bureau in giro per il mondo

Il successo della regione dello Champagne si basa anche sui progetti collettivi. Con le sfide di domani a richiedere un coinvolgimento più forte degli operatori nello sviluppo di strumenti e metodologie. 

L’innovazione partecipativa sarà la leva per coinvolgere sistematicamente la filiera e accompagnarla in un percorso di appropriazione di nuove competenze.

“L’investimento che stiamo realizzando incarna la responsabilità sociale dei nostri attori ed è una priorità assoluta per garantire che lo Champagne rimanga un vino eccezionale, sostenuto da una filiera unita, responsabile e impegnata. È un nuovo slancio al servizio delle nuove ambizioni della nostra denominazione e del nostro terroir”, evidenzia David Chatillon, presidente dell’Union des Maisons de Champagne e co-presidente del Comité Champagne.

Il piano prevede il rafforzamento della formazione con lo sviluppo di un ecosistema educativo esteso, coerente e impattante. L’obiettivo è di essere riconosciuti come porta d’ingresso e fondamentale attore nella formazione sullo Champagne.

Attualmente lo Champagne ha propri uffici in 10 dei suoi maggiori mercati all’export. Con i Bureau che sono responsabili della promozione della Denominazione nei rispettivi Paesi.

Una rete di ambasciate dello Champagne destinata a crescere, in parallelo con la tutela della Denominazione, che oggi, grazie all’azione quotidiana del Comité Champagne, è riconosciuta e protetta in 121 paesi.

BANNER
BANNER
BANNER
BANNER
BANNER