In Franciacorta, il 10 Marzo, inaugurata presso la sede della Guido Berlucchi la prima scultura luminosa del ciclo Vite Operose, progetto artistico partecipato e diffuso che inaugura Casa dei Talenti Berlucchi. Si tratta del via di un’iniziativa community-based che nasce dal coinvolgimento di tre comunità della Franciacorta e delle due città di Bergamo e Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023 attraverso una serie di attività laboratoriali. Per una scritta al neon, lunga quasi 6 metri, realizzata a mano in edizione unica per essere allestita sulla torre del Castello di Borgonato, al cuore dei vigneti più pregiati.
Una scritta al neon lunga quasi 6 metri tra i vigneti: la scultura sul Castello di Borgonato
I primi laboratori che hanno dato forma alla prima installazione del ciclo Vite Operose, realizzati nel mese di gennaio a Palazzo Lana, hanno coinvolto su base volontaria un gruppo eterogeneo di collaboratrici e collaboratori della Guido Berlucchi con i quali l’artista Valerio Rocco Orlando ha indagato la dimensione operosa della Franciacorta.
Questo articolato processo ha portato alla selezione di un pensiero elaborato e trascritto nel corso degli incontri da uno dei partecipanti: una frase come sintesi delle relazioni tra le persone e con il territorio, della dignità del lavoro e dell’identità di queste zone in cui si intrecciano ruralità e urbanità, natura e cultura.
“Il lavoro ha diversi volti”: questa la sintesi che Valerio Rocco Orlando ha trasformato in luminosa scritta al neon, lunga quasi 6 metri, realizzata a mano in edizione unica per essere allestita sulla torre del Castello di Borgonato. “La scultura è stata realizzata artigianalmente con la tecnica del neon, proprio per riprodurre la grafia umana”, spiega l’artista. “Questo linguaggio artistico è metafora della cura manuale nella pratica della coltivazione della vite”.

Gli fa eco Caroline Corbetta, curatrice del progetto:
“Il lavoro ha diversi volti è una frase diretta e stratificata allo stesso tempo che racchiude simbolicamente le molteplici sfaccettature del lavoro ma anche la dimensione umana dei lavoratori”.
“La scultura di luce, frutto della partecipazione creativa della comunità Berlucchi agli incontri attivati dall’artista, è allestita sul Castello di Borgonato, davanti alle vigne, dove costituisce una presenza luminosa sostenibile sia in termini di consumo che di impatto rispetto all’ambiente con cui convive, mutando con esso”.
Il progetto Vite Operose della Guido Berlucchi per Bergamo e Brescia Capitale della Cultura Italiana 2023
Le prossime fasi del progetto vedranno, nel corso dei prossimi mesi, lo svolgimento di altre due sessioni di laboratori, e altrettante sculture al neon, nelle città di Bergamo e Brescia con la collaborazione di GAMeC e Fondazione Brescia Musei.
Per quanto riguarda la città di Bergamo è andata definendosi l’intenzione da parte dell’artista di confrontarsi con il tema della relazione tra il sistema educativo e il mondo del lavoro.
Coerentemente, è stata identificata nella comunità degli studenti del Politecnico delle Arti il referente ideale a cui Valerio Rocco Orlando presenterà il progetto per ingaggiare una serie di partecipanti volontari e costituire una seconda comunità di pratica.
Questo gruppo, durante una serie di laboratori guidati dall’artista, imbastirà una riflessione collettiva sulla città come territorio dedicato alla formazione delle nuove generazioni. L’obiettivo è quello di ripensare insieme i legami tra istituzioni culturali, aziende e nuovi cittadini, a partire dalla considerazione per cui le classi scolastiche territoriali sono caratterizzate da una multi-appartenenza.

A sigillare il ciclo sarà la città di Brescia dove, attraverso il confronto con la curatrice Caroline Corbetta e le istituzioni locali, è emersa la volontà di approfondire il tema della relazione tra il lavoro e l’interculturalità.
Pertanto, è stata identificato come terzo interlocutore del progetto la comunità eterogenea composta da mediatori culturali di diversa origine e provenienza, che da anni operano all’interno del Museo di Santa Giulia. Con loro, l’artista rifletterà sia sulle forme di cittadinanza digitale scaturite dall’esperienza comune di valorizzazione del patrimonio culturale, sia sul lavoro visto come strumento di definizione individuale e di integrazione sociale.
Academia Berlucchi e la creatività della Franciacorta
La scultura allestita sul Castello di Borgonato, conclusione del primo ciclo di laboratori, è stata inaugurata in occasione della quarta edizione di Academia Berlucchi.
Nata nel 2019, è l’appuntamento annuale promosso dalla Guido Berlucchi che quest’anno vede rappresentanti di spicco delle comunità di Bergamo e Brescia confrontarsi sul tema “Vite Operose – La creatività come rito propiziatorio”: come la sintesi tra Creatività ed Operosità possa aiutare a liberare energie e a tracciare percorsi di successo innescando cicli virtuosi in campi e professioni tra loro anche lontane, ma accomunate da un vitale approccio comune.

“Se – come diceva Aristotele – l’uomo è un animale sociale, credo che questo esercizio sottolinei ulteriormente la forte componente di Umanità della Guido Berlucchi”, racconta Francesco Morace, direttore del Comitato Scientifico di Academia Berlucchi.
“Voglio ringraziare tutte le persone che hanno deciso di partecipare e anche quelle che – magari per timidezza – non l’hanno fatto”.
“L’opera rimarrà in situ come un frutto della piccola comunità Berlucchi e tutti dovranno sentirsi da essa riconosciuti e rappresentati. Perché nessuno può immaginare l’opera straordinaria che ciascuno può scrivere insieme agli altri”.
E Cristina Ziliani, relazioni estende dell’azienda, conclude:
“Abbiamo voluto realizzare questo progetto sul territorio e per il territorio partendo dalla Franciacorta”.
“Siamo particolarmente orgogliosi di avere reso la comunità delle nostre collaboratrici e dei nostri collaboratori protagonista di questa opera, nonché portavoce della visione della nostra grande famiglia, che da più di 60 anni pone al centro la tutela e la promozione del nostro territorio”.
“Non a caso abbiamo scelto di installare la scultura sulla collina dove sorge il Castello di Borgonato, la cui torre risale all’epoca longobarda. Un luogo simbolo della Franciacorta e crocevia fra il passato storico della nostra azienda e una nuova strada che si apre verso il futuro”.
“Proprio su questa collina, infatti, abbiamo accolto le prime barbatelle di Erbamat, un antico vitigno autoctono della provincia bresciana, dimenticato a lungo e solo recentemente riscoperto, che grazie alla sua maturazione tardiva potrà diventare fondamentale per rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico. Mi piace pensare a questo intervento artistico come a una metafora del passato che sostiene il futuro: da un lato la torre storica del Castello che supporta la scritta al neon, dall’altro il terreno antico che da linfa al vitigno simbolo di un domani più sostenibile”.