Non lo si può negare. Per ogni amante del vino, il momento in cui viene aperta la bottiglia è sacro. Intorno ai gesti e movimenti, che caratterizzano questa pratica, si crea sempre una certa attesa, perché avvicina, attimo dopo attimo, al momento in cui potremo versarlo nel calice e gustarlo. I protagonisti di questo atto sono da sempre i soliti due: il cavatappi e il tappo in sughero e questo è lo spettacolo dell’apertura, che nel tempo li ha resi famosi e indispensabili. Insomma, non certo un’opera da poco, ma certamente una che ha permesso che ad essere celebrata e consolidata nell’immaginario collettivo, fosse una sola versione della storia, escludendone altre, allo stesso modo affascinanti. Come quella in cui il protagonista è uno solo, il gesto è solo uno e quel buon nettare di bacco, nel bicchiere ci arriva lo stesso e con la stessa qualità. Ladies and Gentlemen, vi presentiamo il tappo a vite.
Ebbene sì, il tappo a vite in questa storia è un protagonista validissimo: preparato e versatile, capace di mettere in scena uno spettacolo pratico, sostenibile e contemporaneo, che se proprio non può sedurvi nel gesto, vi sedurrà quando, dopo l’apertura, nel calice il vino sarà proprio quello che cercavate e anche qualcosa in più.
I pionieri del tappo a vite: Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri e Walter Massa sono Gli Svitati
Una piccola rivoluzione, una manifestazione che serviva e che è riuscita a rendere protagonista non solo il vino, ma le pratiche e le scelte che girano intorno alla sua realizzazione e alla cura che ogni produttore mette nel portare sulla tavola i suoi vini, sempre più precisi, espressivi e pronti alle varie occasioni d’uso.
A Villa Sorio di Gambellara, lo scorso 6 marzo, il neonato gruppo de Gli Svitati, composto da aziende d’eccellenza della viticoltura italiana: Franz Haas, Graziano Prà, Jermann, Pojer e Sandri e Walter Massa, si è riunito per raccontare le loro aziende, i loro vini e soprattutto, di ciò che li ha portati a tappare le bottiglie con il tappo a vite, andando contro i pregiudizi che hanno spesso accompagnato questa tipologia di chiusura.

A portare questi cinque produttori alla scelta del tappo a vite è l’obiettivo che sta dietro al suo utilizzo: il perfetto mantenimento di quelle qualità organolettiche del vino tanto ricercate e valorizzate dal lavoro in vigneto e in cantina.
Infatti, grazie alle sue caratteristiche, questa chiusura permette una micro-ossigenazione costante, preservando il vino e permettendo un’omogeneità qualitativa anche nel caso di vecchie annate, oltre ad una corretta e precisa evoluzione.
La manifestazione è stata anche un’occasione per scoprire le varie tipologie, sistemi di funzionamento e in particolare, di come il mercato globale stia sempre dando maggiore attenzione al tappo a vite.
Dai dati riportati da Stelvin e Guala Closures – aziende leader nella produzione del tappo a vite –, oggi quattro bottiglie su dieci sono imbottigliate con questa tipologia, con una percentuale che in Europa Occidentale, storicamente più tradizionalista, è passata dal 29% nel 2015 al 34% nel 2021 – con un 22% in Italia.
Il lavoro di squadra de Gli Svitati vuole essere il punto di partenza di questo nuovo movimento del vino, un gruppo di produttori che si rivolge ad un pubblico che si dimostra sempre più consapevole, ma anche ad amici produttori – sempre più numerosi – pronti a seguire questo nuovo sistema di imbottigliamento e chiusura.

Cinque vini da assaggiare per farsi una propria idea
Per consolidare e in parte dimostrare quanto la chiusura delle bottiglie di vino con il tappo a vite sia efficace e performante quando si tratta di invecchiamento, Gli Svitati hanno proposto una degustazione di alcuni dei loro vini, della stessa annata, ma con chiusure diverse.
La classica con il tappo di sughero e la seconda con l’attuale tappo a vite. È stato davvero molto importante e significativo compiere questa degustazione, che ha dimostrato al palato quanto questa chiusura, sia efficace nel mantenimento del vino e delle sue caratteristiche nel tempo e di quanto sia stata rivoluzionaria per queste aziende e i loro vini.
È importante sottolineare che tale degustazione comparativa – sottolineano le aziende – non tende a demonizzare il tappo in sughero, ma semplicemente a mostrare e dimostrare le capacità della chiusura a vite. Ecco le nostre considerazioni a riguardo.