Quella della famiglia Piccini è una storia che affonda le sue radici in profondità. Un racconto di vino, da sempre. Cinque generazioni che si sono succedute ininterrottamente, tramandando le une alle altre passione, valori, conoscenze e competenze. Dagli originari sette ettari di vigneti a Castellina in Chianti su cui investì il capostipite Angiolo Piccini nel 1882, oggi gli orizzonti si sono ampliati su cinque tenute in giro per l’Italia, che insieme ne contano oltre 200 di ettari vitati. A rappresentare il filo conduttore, l’aspirazione di fare grandi vini, ovviamente nel segno della più alta identità territoriale delle diverse regioni dove l’azienda è presente. Una realtà che nel suo lungo cammino ha visto il testimone passare nelle mani di Mario nel 1925, poi Pierangelo, che rileva l’azienda familiare negli anni ’60, per giungere, alla soglia del nuovo millennio, ai suoi figli, Mario, Martina ed Elisa, che hanno avviato una serie di prestigiose acquisizioni, tra cui Fattoria di Valiano, nel Chianti Classico, e Tenuta Moraia, lungo la costa toscana, nelle terre maremmane. Oggi, un nuovo passo in avanti è compiuto, scrivendo un altro capitolo della storia. Frutto dell’intraprendenza e dell’audacia, “Generazione Vigneti” nasce per racchiudere, sotto il suo nome, tutte le aziende agricole di proprietà della famiglia Piccini.

Il futuro passa per l’audacia della quinta generazione e la centralità del terroir
Intuito, ispirazione, istinto: con queste armi, dal 1995, la quarta generazione della storica famiglia toscana ha investito nelle più vocate realtà del palcoscenico vinicolo italiano.
Anno dopo anno, il progetto si è arricchito di vigne e tenute disseminate lungo tutto lo Stivale, sempre rispettando l’assioma “un vitigno, un territorio”, la pietra angolare di “Generazione Vigneti”. Due parole, queste, che parlano di futuro. A iniziare da un timone ora affidato alle mani di Ginevra, Benedetta e Michelangelo Piccini, quinta generazione, affiancati dagli enologi Alessandro Barabesi e Pasquale Presutto. Poi, il coraggio di fare della sperimentazione la propria bandiera.

È una nuova vision, fresca e dinamica, quella che si delinea oggi, rinsaldando il vincolo con la terra. Ambizione: su questo perno ruota un progetto che persegue l’obiettivo di raccontare le peculiarità e le sfumature di cinque angoli del Bel Paese, evidenziando la centralità giocata dal terroir.
Un vero e proprio itinerario enologico, quello che traccia la quinta generazione della famiglia Piccini, che dal cuore del Chianti Classico, le colline di Valiano, si spinge lungo le coste della Maremma Toscana, dove sorge Tenuta Moraia, proseguendo fino al regno del Brunello, dimora di Villa al Cortile. Poi, rotolando verso sud, a completare l’affresco di “Generazione Vigneti” sono le due tenute vulcaniche di Torre Mora, sulle pendici dell’Etna, e Regio Cantina, ai piedi del Vulture, nelle terre dell’Aglianico.
“Un vitigno, un territorio”: l’anima di “Generazione Vigneti”
Il fil rouge che lega ed anima la visione è, come si spiegava, il rispetto di una filosofia produttiva che esalta lo stretto vincolo tra i vini e il loro luogo d’origine, messo in risalto da un approccio ecologico e sostenibile. A certificare questo impegno, un lavoro che inizia in vigna, tra filari gestiti interamente a regime biologico. Si fa largo, così, prima un sogno, poi un progetto imprenditoriale, caratterizzato da anime molto diverse tra loro ma tutte accomunate dalla capacità di raccontare con grande sincerità alcune delle eccellenze enologiche del nostro Paese.
Un mosaico, quello della famiglia Piccini, che risponde a una visione ben precisa, frutto dell’intuito delle generazioni che si sono susseguite nel corso di quasi un secolo e mezzo.
Se nel 1995, Mario Piccini si innamora delle colline di Valiano e decide che la sua terra è lo scenario ideale per produrre vini di grande qualità, sei anni dopo, suo padre amplia le radici toscane del progetto, acquisendo Tenuta Moraia, in Maremma: il suo fiuto anticipa i calcoli agronomici, scrutando orizzonti che solamente un artista del vino può immaginare.
Il quadro che tratteggia il cielo di Toscana si completa, infine, con un tassello immancabile: le terre del Brunello di Villa al Cortile. Poi, gli orizzonti che si ampliano, nel 2013. La vista che spazia oltre la Toscana, per regalare un respiro più ampio.
Il banco di prova d’eccezione è offerto dalle lande vulcaniche del Vulture, in Basilicata, a cui presto si aggiunge un’altra tenuta che parla la lingua del fuoco: Torre Mora, sui fianchi dell’Etna. Il vulcano offre una culla ideale per la viticoltura, con un microclima perfetto per la produzione di vini pregiati, capaci di esprimere ogni piega del territorio. E così, il cerchio di “Generazione Vigneti” trova la sua prima chiusura, in attesa di nuovi capitoli, tutti ancora da scrivere con la stessa audacia di sempre.