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Riscoprire il vino: nuovi approcci alla promozione dell’enoturismo

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Che il vino sia una delle passioni più comuni non ci stupisce. Le sue origini risalgono al 5.400-5.000 A.C. anche se alcune fonti rimandano addirittura all’8.500 A.C. Le prime tracce di carbonio sono state rinvenute nella zona settentrionale dell’Iran, più in particolare a Hajji Firuz Tepe. Di secoli ne sono trascorsi non pochi da allora e l’interesse per questa bevanda continua a crescere, portando a una grande varietà di modi per promuoverne la conoscenza e il consumo responsabile.

Per strutturare però una campagna di promozione occorre avere degli elementi di partenza ben chiari, come ad esempio il pubblico target. Chi sono oggi gli appassionati di enoturismo e come poter raggiungere altre potenziali fasce di consumatori? Inoltre, quali canali sono maggiormente efficienti in termini di conversione e cosa, in concreto, offrire? 

Andiamo per ordine e rispondiamo a tutte queste domande, oltre a conoscere altre informazioni molto utili per chi vuole entrare ex novo in questo settore o aumentare i profitti.

Il target dell’enoturismo: chi sono gli appassionati di vino?

Prima di stabilire il tipo di campagna promozionale che vogliamo strutturare dobbiamo avere ben chiaro il pubblico di riferimento. Anche la migliore promozione fallisce se, ad esempio, mira a far acquistare dolci da parte di un pubblico che soffre di diabete. 

Quello dell’enoturismo è un filone che si è sviluppato particolarmente negli ultimi anni e che si associa alla rivalutazione del cibo e delle esperienze legate alla natura e a tutto ciò che è di origine biologica. Dopo il boom delle grandi produzioni e dei prodotti industriali, dagli anni 2000 si è venuta a creare una netta rivalutazione del rapporto uomo-natura, orientata soprattutto alla ricerca di prodotti più sani e genuini. 

Oggi la ricerca di luoghi in cui poter gustare del vino di qualità coinvolge consumatori di ogni età e fascia sociale. Molti ad esempio amano recarsi nei casinò anche grazie all’eccellente qualità dei vini offerti.  Questi siti di casinò offrono alcune idee interessanti su come dare nuova vita a un mercato che non è mai saturo ma si presenta molto competitivo. L’idea di fondo è semplice ma efficace: unire l’enoturismo ad altri tipi di esperienze e svago.

Diamo un’occhiata più nel dettaglio al target di pubblico. Dal punto di vista anagrafico, in base agli studi più recenti possiamo individuare delle fasce d’età ben definite:

• 53% Boomer (i nati dal 1946 al 1964)

• 45% Generazione X (i nati dal 1965 al 1980)

• 38% Millennial (dal 1981 al 1996)

• 37% Generazione Z (dal 1997 al 2012).

Dal punto di vista del genere, è la parità a dominare:

42% degli appassionati è rappresentato dalle donne;

41% è rappresentato dagli uomini.

Da quanto riportato è evidente che quella del vino è una passione che attraversa diverse fasce di età e coinvolge sia uomini che donne. Detto questo però, è chiaro che andranno proposte delle offerte in grado di abbracciare età e stili di vita differenti. 

Fino a qualche tempo le degustazioni erano considerate qualcosa di elitario, sia dal punto di vista della cerchia sociale che per il costo collegato al servizio. Oggi le campagne più di successo riescono a coinvolgere più consumatori, abbattendo almeno in parte la limitazione economica.

Segmentazione è una parola chiave quindi: per quanto sia un prodotto multi-age, è chiaro che non è possibile proporre la stessa offerta a un boomer e a un millennial. 

Caratteristiche e identikit del potenziale cliente

L’interesse verso il sostenibile

Il tema della sostenibilità è sempre più sentito da utenti e consumatori in tutto il mondo. La spinta forte in questa direzione è avvenuta a seguito della pandemia, quando abbiamo avuto modo un po’ tutti di capire cosa accade alla natura se le attività dell’uomo rallentano i loro  ritmi. E abbiamo anche capito quello che vuol dire avere un stile più attento non solo all’ambiente ma alla qualità della nostra vita.  

Il vino inteso come aspetto culturale

La maggior parte dell’enoturismo non vede il vino come un prodotto a sé ma come uno degli aspetti del luogo e della cultura di origine, che rappresentano una sorta di scrigno da scoprire. Questo vale non solo per l’Italia, la quale sta gradualmente promuovendo anche vini di località che fino a qualche tempo fa avevano meno visibilità rispetto alle regioni più rinomate, ma anche per altre zone e regioni d’Europa e del mondo. 

Il benessere in senso ampio

Un altro aspetto legato alla cultura e alla sostenibilità è quella del benessere. Il vino è un prodotto naturale ricco di sostanze benefiche. Oltre all’aspetto più tecnico, è una bevanda che può essere perfettamente integrata in un percorso più ampio dedicato al benessere psicofisico. Corsi di yoga, meditazione e passeggiate tra i vigneti e esperienze dirette nella produzione del vino sono solo alcune delle idee che hanno avuto maggiore successo all’interno dell’industria del benessere associata al vino. 

Le 7 strategie fondamentali per promuovere l’enocultura

Il vino è un prodotto con un potenziale incredibile che però va sapientemente gestito: perdersi tra la miriade di contenuti su Internet finendo in fondo ai motori di ricerca e offrire esperienze già troppo comuni è il rischio principale quando ci si avvicina a un mondo affascinante ma impegnativo. La maggior parte delle persone che appartiene all’enoturismo ha delle aspettative medie non basse: si tratta di un pubblico più flessibile per quanto riguarda le condizioni economiche ma meno elastico per la qualità dell’offerta.

Ecco alcuni punti di partenza da tenere presenti prima di pensare a una strategia specifica:

1. Sfrutta il potenziale del web e dei social media 

Il presupposto più importante da cui partire per raggiungere il pubblico target è avere una struttura sul web che sia potente in termini di efficacia. Per prima cosa è importante avere un sito Internet che sia non solo ben fatto e completo, anche di immagini e informazioni, ma che dal punto di vista SEO sia in grado di scalare i motori di ricerca. 

Le foto ad esempio dovrebbero coprire tutto il ciclo di produzione del vino e includere le varie attività collegate e eventualmente proposte nel pacchetto turistico. 

In ogni caso avrai bisogno di professionisti del settore: lasciare a determinati aspetti al fai da te può costare caro in termini di successo e di monetizzazione.

Un altro canale fondamentale sono i social media che offrono delle campagne pubblicitarie dirette a un pubblico interessato, in base alle ricerche effettuate sul web. 

2. Non limitarti alla degustazione del vino

Dati alla mano, oltre l’85% dei turisti interessati a vino ed enoteche ha dichiarato di aver incluso questa esperienza all’interno di un pacchetto più ampio. Gli altri tipi di attività più frequente collegati sono l’enogastronomia, che non si limita al semplice “mangiare” ma va alla scoperta di sapori e tradizioni. Il livello massimo in termini di proposta è capire come determinati piatti vengono tipicamente associati a vini specifici. 

La maggior parte del turismo italiano è attratto dal cibo fatto in casa e questo rende più semplice l’organizzazione di eventi ad hoc, sia dal punto di vista pratico che dei costi. Attenzione però che semplicità e genuinità non vogliono dire meno attenzione alla qualità e, in alcuni casi, anche al contesto. Sarà poi il tipo di evento e la fascia di prezzo a stabilire quanto va destinato al conterno.

Tra le idee che puoi implementare, oltre alla cucina e alla gastronomia, vi sono percorsi culturali che portano il consumatore alla scoperta delle bellezze storiche, artistiche e naturali del luogo di origine di un determinato vino. Anche i percorsi benessere sono molto apprezzati, sempre che la struttura sia in grado di ospitare o comunque di avvalersi dei servizi di terzi senza eccessivo disagio. In alcuni casi possono anche essere organizzati degli eventi sportivi, in base alla località specifica e alla stagione di riferimento.

3. Ospita eventi

La parola d’ordine quando si tratta di promuovere e far conoscere un prodotto è creare il passaparola. Quindi massima importanza ai social e al web, ma non dimentichiamo anche il reale. Non è detto però che dobbiamo essere sempre noi a organizzare degli eventi anche perché a volte potrebbe essere limitante contare solo sulle proprie forze.

Potremmo ad esempio offrire la nostra location come sfondo per eventi organizzati da terzi, sempre che si tratti di occasioni adatte. Presentazione di libri, matrimoni, compleanni, serate a tema, corsi di cucina, tutto quello che può dare visibilità anche tramite i social alla nostra attività.

4. Fidelizzare i clienti

Trovare nuovi clienti è solo una parte del lavoro di promozione del vino. La seconda parte è relativa alla fidelizzazione della clientela, che mira mantenere e a rafforzare nel tempo il contatto. Gli effetti di questo tipo di attività si vedono su diversi fronti:

• La soddisfazione personale nel vedere la propria clientela durare nel tempo. Anche questo è un modo per realizzare che l’impegno e la dedizione ripagano;

• La base di clienti che, in questo modo diventa più stabile e si amplia, aggiungendo sempre più nuovi consumatori;

• L’opportunità di raggiungere una nuova clientela grazie al passaparola, che può avvenire sia realmente che tramite i social.

Tra i modi con cui puoi mantenere il rapporto con i tuoi clienti c’è l’invio di email di aggiornamento, la pubblicazione frequente di post, sia sui social che sul blog, l’organizzazione di eventi ad hoc, l’invio di piccoli omaggi, la predisposizione di piccoli contest. Puoi anche pensare, se consono al tuo tipo di attività, a creare una tessera reale o virtuale che raccolga i punti in base agli acquisti del cliente.  

5. Fare network

L’unione fa la forza, anche nel commercio e nel marketing. Anche se spesso è l’idea della competizione a prevalere, in realtà fare rete può avvenire a due livelli:

• In linea orizzontale, coinvolgendo operatori impegnati nel nostro stesso settore. Può trattarsi di associazioni di categoria, organizzazioni del settore così come competitor diretti. Per organizzare grandi eventi o ottenere dei benefici anche a livello pubblico, pensare di muoversi da soli è una strada senza uscita;

• In linea verticale, ovvero tutti colori che possono offrire beni o servizi collegati alla nostra industria. Basti pensare alle aziende del settore hospitality, o benessere, oltre ai liberi professionisti con cui possiamo instaurare delle collaborazioni costanti anche se non necessariamente frequenti.

6. Investi

Se vuoi continuare a crescere, devi investire. Fermarsi a quanto hai ottenuto per il fatto che i risultati sono il frutto di lavoro e sacrifici vuol dire vanificare quanto ottenuto. Oggi il mondo cambia velocemente e solo chi si adatta riesce a sopravvivere. Per adattarsi occorre investire non solo denaro, ma anche tempo: capire come funzionano determinati meccanismi, conoscere aspetti specifici del marketing, stringere relazioni commerciali, studiare i modi con cui può essere migliorata la tua offerta.

7. Potenzia il tuo eCommerce

L’eCommerce è la tua vetrina: quanto più ricca e di qualità appare e tanti più clienti attirerai. Oltre all’offerta di prodotti in senso stretto è importante il servizio, che ad oggi è l’altra metà della qualità del prodotto: tempi di spedizione, modalità di aggiornamento della spedizione, modalità, tempi e costi di un reso, sono tutti aspetti fondamentali anche per il feedback del cliente.

La cultura del vino, tra tradizione e curiosità

Il vino è tradizione e innovazione, cultura e business. Saper fondere aspetti così diversi è la chiave del successo, che può arrivare anche in tempi abbastanza rapidi.

Oltre all’aspetto del marketing e commerciale, non dimentichiamo anche un pizzico di ironia e qualche curiosità su questa bevanda che è tra le più preziose che la natura ci offre:

1 “Bere alla tua salute” è un modo di dire le cui origini risalgono ai tempi dell’Antica Grecia, quando colui che ospitava beveva per primo il vino servito, per assicurarsi che questo non fosse avvelenato o che potesse non essere di gradimento per l’ospite;

2 Al mondo oggi esistono più di 10.000 varietà di vino;

3 Per descrivere le qualità di un vino, si utilizzano due termini diversi, a seconda dell’età del vino stesso. “Aroma” è il termine utilizzato per i vini giovani; “Maturo” è l’aggettivo adatto per i vini invecchiati,

4 Nell’Antica Roma solo gli uomini potevano bere vino. Per le donne era severamente proibito e violare tale divieto poteva portare anche alla morte;

5 Mediamente, gli uomini hanno una maggiore resistenza agli effetti dell’alcol vista la mancanza di alcuni enzimi nel corpo della donna;

6 L’Italia è la terza produttrice di vino al modo. Le prime due posizioni sono occupate da Francia e Spagna; alla quinta posizione si posiziona la Cina;

7 Tutti sappiamo tenere in mano un bicchiere, ma quanti di noi sanno il modo corretto per maneggiarlo? La modalità giusta è quella del gambo, che evita il surriscaldamento dalle mani se tenessimo invece il vetro nella parte superiore.  

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