È stato un Vinitaly 2023 in cui la politica non ha fatto mancare il proprio sostegno al comparto vino, un universo oggi sempre più centrale nella bilancia economica tricolore. E proprio gli esponenti del nuovo Governo Meloni hanno scelto stand e padiglioni della kermesse a Verona per mostrare la loro vicinanza al settore. A iniziare dallo stesso Premier, passando poi per tanti altri esponenti dell’esecutivo e autorità: da Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, a Gennaro Sangiuliano, ministro della Cultura, da Antonio Tajani, ministro degli Affari esteri, a Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, al ministro del Turismo, Daniela Santanchè, passando per il ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione, Maria Elisabetta Casellati, il ministro della Salute, Orazio Schillaci, e quello della Difesa, Guido Crosetto, fino a Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati, e al vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.

Il passaggio del Premier Giorgia Meloni a Vinitaly 2023: “Vino filiera fondamentale della nostra economia e cultura”
Una lunga passerella, quella degli esponenti dell’Esecutivo, a Vinitaly 2023, che ha riportato il vino al centro del dibattito, anche politico, e fa ben sperare il comparto per il futuro.
“È nostro interesse e dovere sostenere questo mondo e l’impegno del Governo è anche a favore dei giovani e del ricambio generazionale”: così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, sul settore vitivinicolo, nel corso del suo passaggio a Verona.
“Una presenza doverosa”, ha spiegato il premier, “non la prima qui a Vinitaly, ma a maggior ragione non potevo mancare ora da presidente del Consiglio dei ministri. Perché il vino rappresenta una filiera fondamentale della nostra economia e cultura, che vale oltre 30 miliardi di euro, impiega più di 870mila addetti ed è primo nella bilancia commerciale del nostro made in Italy”.
“Questo comparto funziona grazie alla capacità di mettere insieme tradizione che arriva da molto lontano e modernità. E per questo l’impegno del governo va nella doppia direzione di provvedimenti a sostegno delle imprese e dei giovani premiati in fiera”.
Meloni, nel corso della sua visita a Vinitaly 2023, ha preso parte, infatti, alla premiazione del 7° Concorso Enologico Istituti Agrari d’Italia 2023, organizzato dal ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, occasione in cui ha sottolineato l’importanza della formazione tecnica, da non considerarsi secondaria rispetto ai licei.
Poi, nell’area del Masaf, il premier ha poi visitato la mostra “Bacco Divino”, con l’esposizione eccezionale dei due quadri degli Uffizi: “Bacco fanciullo” di Guido Reni e “Bacco” di Caravaggio. Un momento che il presidente del Consiglio ha così commentato:
“Giudico affascinante la scelta dei ministri Lollobrigida e Sangiuliano di portare al Vinitaly per la prima volta due opere di valore mondiale sul tema del vino. Non solo perché vogliamo una cultura più fruibile per tutti, ma soprattutto per ricordare che il vino non è soltanto un fatto economico, ma anche identitario e culturale, cantato nella letteratura, nelle poesie e dipinto nella nostra pittura”.

Sempre nell’area del Masaf poi, il presidente del Consiglio ha brindato insieme al ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, al sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi, allo chef stellato Giancarlo Perbellini e al presidente di Veronafiere, Federico Bricolo, per celebrare la candidatura della Cucina italiana a patrimonio immateriale dell’Unesco.
“Va ricordato che il mondo del vino produce la metà delle nostre Dop”, ha concluso Meloni, “quindi è un’eccellenza e la presenza del Governo non poteva mancare in questi giorni, anche con incontri internazionali con alcuni leader dei Balcani occidentali”.

Verona sempre più aggregatore nella valorizzazione del vino italiano sui mercati esteri
L’arrivo della politica a Verona ha ribadito la centralità anche di Vinitaly quale momento istituzionale privilegiato d’incontro con il sistema vino nazionale.
Un’investitura in piena regola da parte delle istituzioni per la kermesse, oggi sempre più in prima fila quale aggregatore dei soggetti coinvolti nella valorizzazione del vino italiano sui mercati esteri, emergenti e maturi.
“Abbiamo registrato un forte e positivo segnale di unità di intenti tra Veronafiere-Vinitaly e tutto il sistema istituzionale impegnato nell’internazionalizzazione del made in Italy”, il commento di Federico Bricolo, presidente di Veronafiere.
“La presenza così numerosa e qualificata del Governo è un segnale di grande attenzione di cui siamo grati, anche a nome di tutte le nostre aziende espositrici. L’obiettivo ora è costruire insieme una piattaforma promozionale permanente e coordinata, in grado di attrarre da un lato gli investimenti sul prodotto italiano e dall’altro l’incoming sull’Italia, i suoi territori vocati e sulla rassegna che meglio la rappresenta: Vinitaly”.

E Maurizio Danese, amministratore delegato di Veronafiere, ha aggiunto:
“I numeri della filiera mostrano come il vino nell’arco di un decennio sia diventato saldamente un capitale strategico del prodotto Italia”.
“Per questo ora dobbiamo puntare a intensificare e accelerare una progettualità per rendere Vinitaly un brand ancora più efficace sullo scacchiere della domanda internazionale del nostro vino, con l’obiettivo di incrementare le presenze di operatori professionali dall’estero e il presidio permanente sui mercati globali. La prossima frontiera di radicamento del Gruppo Veronafiere, dopo Brasile e Cina, sono gli Stati Uniti, in Occidente, il Giappone e la Corea del Sud nel Far East”.