Alla base di tutto c’è la passione, quella di Fabrizio Fucile e di sua moglie e Giorgia Franceschini per il mondo del vino e per la grande cultura che porta con sé. Nella loro Enoteca Vino Vino di Terni, in Umbria c’è il quotidiano bisogno e incessante volontà di farsi ambasciatori di un territorio, della sua comunicazione e di tutta quella condivisione che rende il lavoro di enotecario un vero e proprio mestiere cardine per questo settore. Enoteca Vino Vino è un’attività che nel tempo ha saputo affermarsi e diventare un vero e proprio punto di riferimento nella città di Terni. L’obiettivo, per Giorgia Franceschini e Fabrizio Fucile, quando nel 2005 rilevano l’enoteca, già in attività dal 1953, era quello di creare un luogo capace di divulgare e abbracciare il mondo del vino contemporaneo portandolo alla portata di tutti, seguendo le sue mode ma anche i loro gusti.
Oggi, infatti, Enoteca Vino Vino si è sviluppata a 360° nella distribuzione e somministrazione di vini e prodotti alimentari di alta qualità, presentando sui propri scaffali etichette di aziende storiche e nuove realtà, oltre a proposte biologiche e biodinamiche arrivando a circa un migliaio di etichette tra le più prestigiose ma anche tra i produttori emergenti. Abbiamo chiesto a questi due professionisti della vendita a dettaglio e della somministrazione di raccontarci la loro idea e pensiero sul mondo del vino di oggi, facendoci scoprire cosa accade e cosa passa dagli occhi e dall’esperienza di chi ogni giorno parla di vino, territorio e convivialità.
Enoteca Vino Vino è una storica attività a Terni: in che modo si mantiene contemporanea un’attività di vendita di vino nel tempo?
È importantissimo avere sempre la voglia di crescere, conoscere produttori, vini e territori, visitare cantine e capire cosa c’è dietro una semplice etichetta, la passione e la storia, le nuove tecnologie di produzione, ma è anche essenziale cercare di essere un punto di riferimento della clientela, instaurando un rapporto di fiducia, perché il cliente molto spesso ha bisogno di essere consigliato e cerca dall’altra parte chi possa trasferirgli le emozioni che solo una buona bottiglia può trasmettere.

Nella città di Terni, a livello di acquisto e stili di beva, quali crede che siano le attuali tendenze a livello territoriale e di tipologia di vini?
Al di là dei prodotti locali come il Sagrantino di Montefalco, Ciliegiolo di Narni, Grechetto ed Orvieto che sono sempre presenti sullo scaffale, ci piace molto far crescere la consapevolezza alla nostra clientela che tutti i territori hanno una loro peculiarità ed una loro caratteristica.
Il Piemonte e la Toscana hanno sicuramente una grande presa sui nostri consumatori finali, così come l’Alto Adige ed il Friuli. Ci piace anche molto parlare dei grandi vini esteri, soprattutto francesi ed in special modo Bordeaux e Borgogna. Negli ultimi anni poi le bollicine svolgono un ruolo importantissimo, soprattutto a livello di aperitivi, i nostri clienti non disdegnano di farsi un bel calice di Franciacorta o Trento Doc, ed anche una bevuta più semplice come un buon Prosecco Superiore di Valdobbiadene.
Quanto è importante il ruolo dell’enotecario al giorno d’oggi e in che modo contribuisce alla divulgazione e comunicazione del vino?
Come dicevo precedentemente, penso che sia essenziale che l’enotecario sia una figura professionale, perché non si può parlare di vino se non si hanno conoscenze profonde in materia e per farlo bisogna avere passione ma anche tanta voglia di conoscere territori, produttori e i loro vini; quindi, bisogna avere la volontà di approfondire con corsi, stage e degustazioni.
A tal fine penso sia indispensabile aderire ad Associazioni come Aepi, l’Associazione Enotecari Professionisti Italiani, e Vinarius che qualificano l’enotecario a livello nazionale, garantendo anche al consumatore finale che il loro interlocutore è una figura professionalmente valida.
Negli ultimi anni abbiamo visto il proliferare di attività varie che fanno del vino e dei prodotti alimentari la loro funzione di vendita, ma molto spesso chi gestisce viene da altri mondi, investono nel nostro settore attirati dal suo grande potenziale, ma poi sono persone con scarse conoscenze del settore, magari appassionati ma che hanno limitata conoscenza della materia, creando molto spesso più dubbi che certezze ai loro clienti.
Quindi l’enoteca con i loro professionisti resta per me un punto fondamentale nel circuito di conoscenza e vendita dei prodotti vinicoli.
Quanto della selezione Enoteca Vino Vino corrisponde a gusti personali e quanto è cambiata nel corso del tempo?
È indubbio che il proprio gusto influenza un po’ la presenza sugli scaffali dei vini che più ci piacciono a livello personale, ma un buon professionista deve saper conoscere tutti i prodotti e consigliare al meglio la propria clientela.
Poi nel corso degli anni si affilano e migliorano anche le proprie conoscenze ed esperienze e quindi la presenza di nuove etichette e nuovi prodotti integra quelli già oramai consolidati nel tempo.
Sicuramente alcuni territori che si affacciano con le proprie novità possono far da traino a vendite di prodotti più di moda, ma vini come Barolo, Amarone, Brunello di Montalcino, Supertuscan e grandi classici sono sempre un punto di riferimento e trovano sempre il gradimento sia dei vecchi che dei nuovi clienti.

Pensate che la comunicazione che viene fatta del settore vinicolo della regione Umbria sia adeguato al valore presente?
La nostra è una piccola regione sia dal punto di vista territoriale che a livello di numero di abitanti. Nel settore enologico ci sono territori storici come Montefalco, Torgiano ed Orvieto ma anche realtà emergenti, mi viene in mente prima di tutto Narni con il suo Ciliegiolo, ma anche i Colli del Trasimeno con il Gamay.
È indubbio che si può e si deve crescere, perché nel corso degli anni la qualità dei prodotti è notevolmente aumentata ed i produttori hanno capito le reali potenzialità del vino umbro.
Le possibilità di crescita ci sono, vanno comuniate la bellezza del territorio, lo stile di vita “slow” della nostra splendida regione verde, la grande qualità dei nostri prodotti enogastronomici. Per farlo bisogna far sì che i nostri piccoli paesini siano luogo di visita da parte dei turisti, perché solo facendo loro apprezzare ciò che di bello e di buono possediamo, possiamo creare in loro la voglia di apprezzare i luoghi e degustare le nostre specialità.
Visti da Terni, quali credete che saranno i territori italiani ed esteri che nel prossimo futuro riscuoteranno attenzione e valorizzazione?
Ci sono, specialmente nella nostra splendida Italia, tantissimi territori dalle grandi potenzialità, che hanno piccole produzioni o che fino ad ora hanno riscontrato un po’ di difficoltà nel farsi conoscere dai consumatori. Mi vengono in mente specialmente le realtà del Sud Italia, in special modo il territorio del Vulture, dove ci sono degli Aglianico fantastici o l’Abruzzo con i suoi splendidi Montepulciano e Trebbiano, ma anche il Lazio con il suo Cesanese.
In Italia abbiamo la grande fortuna di avere la possibilità di fare grandi vini in quasi tutto il territorio nazionale, spero che si comprenda che l’enogastronomia può essere un grande volano dell’economia nazionale, bisogna però saper preservare il nostro fragile ecosistema ed investire nei giovani per far sì che trovino passione per il loro futuro in questo settore.
Per quanto riguarda l’estero, ritengo che le nuove frontiere saranno sicuramente Sudafrica, Australia e Sud America, specie con i rossi da Cile e Argentina.