Unione Italiana Vini, attraverso un’inchiesta lanciata dal giornale editato dall’associazione, lo storico Corriere Vinicolo, s’interroga su bollette e costo delle bottiglie di vetro. E i conti sembrano non tornare al vino italiano. Almeno, questo quanto dicono i bilanci da record del 2022 delle le principali vetrerie. “In piena crisi inflattiva e con un consumatore più attento, la filiera produttivo-distributiva stringe ancora la cinta, mentre altri continuano a veder crescere i profitti”, commenta Lamberto Frescobaldi, presidente Uiv. “Abbiamo assorbito tutti i costi, ora a rischio la remunerazione dei soci”, aggiunge Carlo Piccinini, presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentare. Ma il presidente di Assovetro, Marco Ravasi, che apre a possibili revisioni dei listini in un prossimo futuro, replica: “Impennata dei costi energetici, rincari dei rottami e della logistica hanno influito in maniera rilevante sui bilanci dell’industria vetraria”.
Costo delle bottiglie di vetro e bilanci da record 2022 delle principali vetrerie: il vino italiano fa i conti con Uiv
Si è chiuso con bilanci da record il 2022 per le principali vetrerie italiane ed europee che, in piena crisi energetica, hanno segnato utili anche sopra il 30%.
Una performance eccezionalmente positiva, sostenuta anche dai crediti di imposta e dall’aumento dei listini imposti al mondo del vino: +70% il costo delle bottiglie in poco più di un anno.
A fare da contraltare, più a valle lungo la filiera, sono i conti delle imprese vitivinicole italiane – tra minori vendite allo scaffale e costi di produzione alle stelle, con la relativa riduzione dei margini lordi per circa 900 milioni di euro – e i portafogli dei consumatori, sempre più alleggeriti da inflazione e carovita, che si traducono in tagli agli acquisti di vino nell’ordine del 6-7%.

Una dicotomia denunciata da Unione Italiana Vini in seguito a un’inchiesta pubblicata sul Corriere Vinicolo, che ha ricostruito l’andamento dei costi della bolletta energetica e del prezzo delle bottiglie di vetro degli ultimi due anni mettendo sotto la lente i bilanci di tre colossi europei del vetro attivi in Italia: O-I Glass, Verallia e Gruppo Zignago Vetro.
A sorprendere Uiv, il paradosso che vede da una parte la riduzione dei costi energetici (tornati ai livelli del 2021), dall’altra il progressivo aumento – anche nel 2023 – del costo delle bottiglie di vetro.
Stando all’analisi condotta dal professore di Economia dell’impresa vitivinicola dell’Università di Verona, Luca Castagnetti, O-I Glass, una delle maggiori produttrici mondiali di bottiglie di vetro, ha realizzato nel segmento Europa un utile operativo di 488 milioni di dollari (+31,5% rispetto al 2021), con un’incidenza dei costi sui ricavi che è scesa sensibilmente negli ultimi tre anni.
Anche per il gruppo francese Verallia il 2022 è stato un anno di crescita importante, con i ricavi consolidati che sono passati da 2,7 a 3,4 miliardi di euro e un ebitda che dal 24,9% del 2022 vola a 29,2% nel primo trimestre di quest’anno.
Bene, infine, anche il gruppo italiano Zignago Vetro, che ha chiuso l’anno con aumenti in doppia cifra: +30% i ricavi consolidati (640,8 milioni di euro), con un +44,3% per l’utile netto di Gruppo (86,6 milioni di euro). Registrano i risultati migliori proprio le società del Gruppo dedicate al mondo del vino: la Zignago Vetro Spa, con un utile netto 2022 pari al 17,5% dei ricavi (era il 17,1% nel 2021), e la Vetri Speciali Spa, al 20,8% dei ricavi (contro il 16,2% nel 2021).