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WineCouture Meets Chiara Lungarotti

Lungarotti svela il lato spumeggiante dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano 

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Domenica 18 e lunedì 19 giugno si brinda alla prima edizione di Bolle a Torgiano, evento dedicato alle bollicine organizzato da Lungarotti. La storica azienda di Torgiano (Perugia) ha scelto di dare vita una manifestazione sugli spumanti prodotti nel cuore dell’Umbria e sugli Champagne francesi che importa, per metterne in luce i tratti comuni e le diversità nel segno di qualità e artigianalità. A spiegare a WineCouture come è nata l’idea di questo “gemellaggio” che prende vita in occasione di Bolle a Torgiano è Chiara Lungarotti, amministratore delegato dell’azienda di famiglia. 

In una grande terra di rossi, qual è l’Umbria, come nasce l’incontro tra la famiglia Lungarotti e le bollicine?

A metà degli anni ’70, mio padre Giorgio Lungarotti decise di cimentarsi nella produzione di bollicine. A spingerlo, non solo la sua perenne voglia di sperimentare ed innovare, ma anche il desiderio di celebrare i momenti importanti della nostra famiglia con un suo Metodo Classico, come accadde per il matrimonio di mia sorella Teresa. 

E così, nel 1980, per brindare agli sposi, fu stappata la prima bottiglia del nostro Brut Millesimato a base di Chardonnay e Pinot Nero, prodotta nel 1978. 

Lungarotti svela il lato spumeggiante delle bollicine dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano.

Fu una grande festa per tutti; anche in quell’occasione, mio padre dimostrò di essere un precursore. Del resto, era stato lui ad introdurre lo Chardonnay ed il Pinot Nero in Umbria all’inizio degli anni ’70 e proprio da questi due vitigni ottenne le basi adatte alla spumantizzazione del Brut. 

Era convinto, infatti, che le peculiarità pedoclimatiche del territorio potessero dare uve di buona acidità consentendo di produrre un Metodo Classico capace di eguagliare le zone più note per freschezza ed eleganza. I fatti gli diedero ragione.

Al di là di Bolle a Torgiano, come si esplicita oggi da produttori il vostro amore per le bollicine?

Il nostro amore per le bollicine è cresciuto e si è consolidato nel tempo. Dopo il successo riscosso dal Brut Millesimato, uno spumante avvolgente, di grande persistenza, con una delicata cremosità e un finissimo perlage, non ci siamo più fermati. 

A seguire è nato il Brut Rosé, uno spumante gioioso e piacevolmente rotondo a base di Pinot Grigio e Sangiovese. Per poi approdare, nel 2014, all’Extra Brut 60 mesi uscito nel 2021, la naturale continuazione di una storia che alla fine degli anni ’70 ha spalancato le porte dell’Umbria alla spumantizzazione di vini di qualità. 

Le bollicine richiamano anche a un volto meno noto al grande pubblico di Lungarotti, quello della vostra attività di distributori di etichette straniere in Italia: quando e come avete iniziato?

La mia famiglia ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il mondo vitivinicolo francese. Quando mio padre venne a mancare nel 1999, chiedemmo a Denis Dubourdieu, grande amico di mia sorella Teresa, nonché professore di Enologia all’Università di Bordeaux, direttore dell’Istituto di Scienze della Vite e del Vino e produttore, di aiutarci e seguirci nel cambio generazionale. 

Questa collaborazione ci ha dato la possibilità di esplorare il mondo vitivinicolo francese, incluso quello delle bollicine. 

E così, un paio di anni fa, abbiamo deciso di selezionare, oltre ai vini di Bordeaux della famiglia Dubourdieu, una serie di produttori di nicchia di Champagne, di cui condividiamo la filosofia produttiva, inserendoli nella nostra distribuzione. 

Lungarotti svela il lato spumeggiante delle bollicine dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano.

Nel portfolio distributivo Lungarotti, re indiscusso è lo Champagne, cui dedicate ora anche una manifestazione con la prima edizione di Bolle a Torgiano: cosa sta dietro alla nascita di questo appuntamento?

Bolle a Torgiano nasce dalla volontà di accendere i riflettori su una tipologia di vino che in pochi assocerebbero all’Umbria. Perché tutti sappiano che non siamo solo terra di vini fermi a base di Sangiovese e Sagrantino o di Grechetto. 

Ma siamo anche terra di ottimi spumanti, che qui si producono già dalla fine degli anni ’70 utilizzando basi di Pinot Nero e Chardonnay o Pinot Grigio e Sangiovese. 

Insomma, in Umbria le bollicine si fanno da tempo e bene. Per valorizzare ancor di più la nostra produzione abbiamo scelto di affiancarla a degli ottimi Champagne francesi che ci permetteranno di metterne in luce i tratti comuni e le diversità. 

Lungarotti svela il lato spumeggiante delle bollicine dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano.

Chi sono i produttori di Champagne che oggi distribuite e come mai li avete scelti?

Con le aziende che abbiamo selezionato condividiamo la stessa filosofia produttiva: vini espressione del territorio da cui provengono, selezione delle migliori uve, cura artigianale, ricerca dell’eccellenza.

Abbiamo scelto di distribuire aziende storiche di famiglia, piccoli produttori che rappresentano tre territori diversi della regione dello Champagne: Guy Charbaut (Ay – Cote des Blancs), Alain Bailly (Serzy-et-Prin – Marne), A. Viot & Fils (Colombé-la-Fosse – Cote des Bar) e Minard & Filles (Courmas – Montagne de Reims). 

Infine, come le nostre bollicine, anche gli Champagne che distribuiamo hanno un ottimo rapporto tra qualità e prezzo.

Lungarotti svela il lato spumeggiante delle bollicine dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano.

Quali piatti della tradizione umbra abbinerebbe Chiara Lungarotti alle bollicine francesi?

In realtà, le caratteristiche peculiari di ogni singola zona di cui ciascuna Maison è espressione consentono svariati abbinamenti

Per esempio, l’Extra Brut di A.Viot si sposa bene con il prosciutto di Norcia, mentre quello di Minard & Filles, che ha una struttura che cresce, con l’arvoltolo, una pasta lievitata fritta chiamata così perché viene rigirata più volte durante la cottura, accompagnato dal capocollo. 

Lo Champagne di Guy Charbaut, invece, si abbina perfettamente con la torta al testo umbra, erba ripassata, salsiccia e uva, un piatto tipico del periodo della vendemmia. 

Infine, le bollicine di Alain Bailly, grazie alla spiccata morbidezza e al frutto del Meunier, si possono sorseggiare persino con una tagliata di Chianina.

Lungarotti svela il lato spumeggiante delle bollicine dell’Umbria: gemellaggio con lo Champagne a Bolle a Torgiano.
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