Un ingrediente diverso ogni anno sposato a una formula che non muta dal 1843. Da una parte il limone, frutto scelto per il suo carattere pungente ed elettrizzante, attorno a cui ruotano ricette e intuizioni creative nel segno dell’eccellenza di 113 Stelle Michelin; dall’altra una nuova release di Krug Grande Cuvée 171esima edizione, che fa il suo esordio in Italia accompagnata da Krug Rosé 27esima edizione. Lo speciale incontro, passo di danza a due tra tensione ed equilibrio in ogni accostamento, è andato in scena a Milano, nella splendida cornice di Villa Mirabello. Alla presenza di Olivier Krug, direttore della Maison e sesta generazione della famiglia, sono state le straordinarie creazioni nel piatto dello Chef Nicola Portinari del ristorante La Peca, due Stelle Michelin e top Krug Ambassade, ad aver fatto da preludio al nostro primo assaggio, in occasione dell’evento Krug x Lemon, di quella che per definizione è l’emblema di una tra le più blasonate realtà della Champagne, bollicina che rappresenta da quasi due secoli il sogno di un uomo e la più generosa espressione di un territorio unico al mondo nella sua miglior interpretazione ogni anno, a prescindere dalle variabili di ogni millesimo.




“The Zest is yet to come”: 113 Stelle Michelin per il ricettario Krug x Lemon
“The Zest is yet to come”. Un gioco di parole, quello tra “scorza” (zest) e “meglio” (best), che fornisce il titolo al libro che introduce il Single Ingredient 2023 di Krug, il limone, ma che calza alla perfezione anche a quello che da sempre è l’emblema della storica Maison. Il primo incontro con la Krug Grande Cuvée 171esima edizione, infatti, non fa che ribadire un principio che definisce lo spirito di uno Champagne davvero unico, reale miglior interpretazione senza tempo di un territorio e dei suoi più vocati frutti.
Una bollicina che chi scrive, esattamente come ci aveva confessato lo stesso Olivier Krug, ama particolarmente assaporare con qualche anno alle spalle, proprio per quella rotondità che sviluppa nel procedere del tempo e che la rendono ancor più deliziosa: come ha dimostrato a riprova nel corso della serata, una splendida Magnum di Krug Grande Cuvée 168esima edizione che ha illuminato ulteriormente una notta già carica di stelle.

Un firmamento scintillante: tanto si parli di Champagne, con la Krug Grande Cuvée 171esima edizione che giunge ad arricchire la spumeggiante sequenza che dal 1843 a oggi ha saputo interpretare in bottiglia e nel calice la visione di Joseph Krug e il savoir-faire della Maison, quanto si faccia riferimento agli oltre 112 brillanti Chef di 25 paesi diversi chiamati a far risaltare il limone, ingrediente realmente universale, la cui versatilità, freschezza e texture elevano deliziosamente l’esperienza sensoriale di un abbinamento con l’ultima edizione di Krug Grande Cuvée o Krug Rosé.

A dimostrarlo, sul palcoscenico milanese, i piatti proposti lungo il corso della serata a Villa Mirabello, la cui corte si è trasformata per l’occasione in un colorato Borgo Krug, dallo Chef Nicola Portinari del ristorante La Peca.
A iniziare dalla creazione selezionata, le Tagliatelle al limone e asparagi verdi, per un ricettario che è molto più di una semplice raccolta: parliamo, infatti, di un vero e proprio viaggio gastronomico intorno al mondo, con un itinerario scandito dai fornelli e le cucine di, tra gli altri, Anne-Sophie Pic, Tim Raue, Hélène Darroze, Juan Amador, Umberto Bombana, Guillaume Galliot, Enrico Bartolini, Hiroyuki Kanda, Tristin Farmer, Björn Frantzén, Pepijn Vanden Abeele e Aldo Sohm.
Un cammino in cui il limone è ingrediente che indica la direzione, ma è la Krug Grande Cuvée 171esima edizione a definire una rotta di sapore e gusto che trascende mondi e culture, accostandosi a tradizioni ed esperienze di volta in volta differenti, ma tutte accomunate dall’incontro con le ammaglianti bollicine della storica Maison di Reims.

“Lavoro tutti i giorni accanto a veri creatori, i viticoltori e gli Chef, e resto sempre sorpresa non solo dalle loro competenze ma anche da quanto siamo simili”, sottolinea Julie Cavil, la Chef de Caves, introducendo il ricettario figlio di Krug x Lemon. “Proprio come faccio io con lo Champagne, gli Chef danno vita alle loro creazioni abbinando gli ingredienti in modo sorprendente. Uve o limoni, assemblaggi o ricette, tutti infondono diversità di gusto, cultura e ispirazione”.
Un’ispirazione che traspare e abbiamo potuto assaporare in ogni sorso dei due nuovi arrivati Krug Grande Cuvée 171esima edizione e Krug Rosé 27esima edizione.

Krug Grande Cuvée 171esima edizione: il primo assaggio di WineCouture
Il nuovo capitolo scritto da Krug Grande Cuvée 171esima edizione ribadisce la sua volontà di rappresentare la più generosa espressione dello Champagne. E nel calice è proprio questa ricchezza che ritroviamo, in un sorso fresco, vivace, dinamico ma con il suo piacevole e caratteristico accenno di una texture sempre gourmand: un costante oscillare tra intensità e freschezza.
Un profilo figlio di un blend che per l’occasione ha coinvolto 131 vini di 12 annate differenti, la più recente delle quali è la 2015, mentre la più vecchia risale al 2000. Per un’unione che, nella sua composizione finale, vede l’equazione sommare 45% Pinot Noir, 37% Chardonnay e 18% Meunier.

La Krug Grande Cuvée 171esima edizione, in totale, si costituisce di vini di riserva per il 42% dell’assemblaggio definitivo, contributo che apporta i tratti di ampiezza e rotondità a uno Champagne che, quasi volesse omaggiare l’ingrediente selezionato per l’anno, richiama una piacevole nota citrina.
Un vino che la Maison di Reims suggerisce di accostare a proposte dalle più semplici alle più ricercate, spaziando tra Parmigiano Reggiano stagionato e Rombo al tartufo. Ma nell’incontro tra culture e mondi, il viaggio conduce dal Comté stagionato all’abbinamento con le ostriche, passando per scampi grigliati, pietanze indiane o marocchine, fino a giungere alla dolce nota di Carrot cake, Tarte tatin o Cheesecake.
Krug Rosé 27esima edizione: lo Champagne che osa sostituirsi a un vino rosso
Se la Grande Cuvée è il perpetuarsi della visione di Joseph Krug, il fondatore, Krug Rosé 27esima edizione è il sogno della quinta generazione della Maison. Una creazione che, nel solco dell’emblema originale, ha desiderato dare forma a qualcosa che ancora non esisteva, ma che potesse essere tramandato, anno dopo anno, col suo peculiare stile e un tratto brioso che lo porta a osare, proponendosi quale sostituto di un vino rosso.

Merito di una complessità che si tratteggia già in un blend che vede protagonisti 38 vini di nove annate diverse, il più giovane dei quali è del 2015, per poi risalire fino al 2005. Una convergenza che vede l’assemblaggio finale, costituito dal 55% di vini di riserva, completato da un ulteriore 10% di Pinot Noir dell’annata, macerato tradizionalmente, dagli appezzamenti di Aÿ e Mareuil-sur-Aÿ, che apporta note speziate, colore e struttura.
Per un tango perfetto anche con i piatti più ricchi e saporiti, come ha evidenziato in occasione del lancio l’accostamento a tavola dello Chef Nicola Portinari con la sua creazione A.A.A. Anguilla, angostura, anguria. Per uno Champagne che, con quella sua deliziosa nota agrumata a fare da sfondo, invita a farsi bere e costantemente ribere.


