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60 anni di storia del vino tutta cooperativa: buon compleanno, Terre Cevico

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Buon compleanno, Terre Cevico. La storica realtà romagnola del vino ha festeggiato alla Tenuta Masselina le sue prime sei decadi. 60 anni di storia tutta cooperativa, iniziata il 19 febbraio del 1963. Profonde radici in Romagna, una base di soci viticoltori presenti dalla pianura ravennate alle colline riminesi a Casola Valsenio passando per i territori di Forlì e Faenza, fino ai terreni sabbiosi del Parco del Delta del Po a nord-est. Le Romagnole Società Cooperativa Agricola e Cantina dei Colli Romagnoli sono ad oggi le cooperative di soci viticoltori che, assieme alle Cooperative Agricole Braccianti rappresentano la base e l’anima storica della filiera produttiva dei vini Terre Cevico. Per un sistema produttivo che attraverso le proprie associate comprende circa 2200 soci viticoltori in Romagna per 6700 ettari di vigneto e 5mila viticoltori in totale in altre regioni, 23 unità produttive, 5 impianti di imbottigliamento e 9 aziende controllate, di cui 5 al 100%, in regioni d’Italia come Veneto, Puglia, Emilia, Trentino e ovviamente Romagna. E cresce ancora il fatturato 2023.

60 anni di storia del vino tutta cooperativa: Terre Cevico. La festa a Tenuta Masselina e fatturato 2023 a 175 milioni di euro.

I numeri di Cevico: 5mila soci ed export oltre il 40% di un fatturato 2023 da 175 milioni di euro

Tra le realtà più importanti del ondo del vino in Italia, Terre Cevico si colloca al sesto posto nella classifica dei primi 10 gruppi cooperativi nazionali e al 12esimo della graduatoria fra le prime 115 imprese produttive italiane nel settore

Costituito nel 1963 dalla volontà di 10 rappresentanti di cantine sociali e cooperative braccianti del ravennate con un capitale sociale di 1.450 mila lire, oggi può contare su un capitale sociale di oltre 3 milioni di euro. Il suo bilancio consolidato è passato da 54 milioni di euro nel 1993 ai 175 milioni del fatturato 2023 (valore stimato). A determinare questa impetuosa crescita il modello organizzativo cooperativo e la scommessa sempre più orientata all’imbottigliato e all’export

In quest’ultima direzione in particolare la svolta è stata significativa: quasi assente nel 1993, nel 2003 l’export ha costituito il 4% del bilancio, salito al 21% nel 2013, sino ad arrivare al 41% nel 2023. In sostanza, quasi una bottiglia su due di Cevico oggi finisce oltreconfine, tanto da toccare 70 Paesi in quattro Continenti. L’export stimato nel 2023 salirà a 72,8 milioni di euro, contro i 60,2 milioni dell’anno precedente. 

Nel 2024 un nuovo modello organizzativo: Terre Cevico diventa cooperativa di primo grado

Terre Cevico si è sviluppato in questi anni come consorzio di secondo grado, fornendo servizi tecnici e commerciali alla propria base sociale, creando opportunità di sviluppo verso nuovi prodotti e mercati, innovando sempre, in ambito agronomico, enologico e tecnologico. 

“Oggi sentiamo l’esigenza di accelerare ulteriormente per sviluppare il gruppo mettendo in sinergia la crescita industriale dell’impresa e l’interesse collettivo dei nostri viticoltori soci”, racconta Marco Nannetti, presidente del gruppo dal 2017. 

“Terre Cevico diverrà presto un sistema inclusivo dell’intera filiera vitivinicola, un nuovo assetto che da consorzio porterà Cevico ad essere definitivamente cooperativa agricola di primo grado, con il socio viticoltore protagonista e sempre di più al centro del sistema d’impresa”. 

“L’essere un tutt’uno con la propria filiera significa anche rafforzare i valori identitari della cooperazione, mutualità, solidarietà, etica del lavoro e ambiente. La figura del socio viticoltore al centro consente al gruppo di interagire in modalità più profonda con chi la vigna la coltiva, con l’obiettivo di coniugare al meglio gli aspetti della viticoltura alla strategia produttiva, industriale e commerciale”.

60 anni di storia del vino tutta cooperativa: Terre Cevico. La festa a Tenuta Masselina e fatturato 2023 a 175 milioni di euro.

Prosegue ancora Nannetti: 

“Le trasformazioni del clima e del paesaggio ci hanno portato a riflettere ancora di più sulle pratiche agricole e sul ruolo che possiamo e dobbiamo avere per il bene comune con consapevolezza e responsabilità continuando un percorso di ulteriore miglioramento dell’impatto del nostro lavoro e della cura del paesaggio, alla scelta di optare per progetti che sappiano rinnovare la tradizione con strumenti nuovi e sempre più orientati alla sostenibilità”.

La festa per i primi 60 anni a Tenuta Masselina

Terre Cevico ha celebrato il 60esimo presso Tenuta Masselina insieme ai propri soci, dipendenti e alle loro famiglie, agli amici, agli ospiti istituzionali ed ai giornalisti. 

“La nostra festa d’estate quest’anno è stata l’occasione per brindare alla nostra storia ed al nostro futuro. L’obiettivo è stare insieme in modo informale e intorno ai nostri vigneti, come ci piace fare”, spiega Franco Donati, vicepresidente Terre Cevico e presidente Le Romagnole.

“Lo abbiamo fatto insieme anche a Paolo Belli, cantante e musicista amico che è venuto a trovarci per l’occasione. Abbiamo brindato con un buon calice di vino”.

“Ci piace pensare al vino come a un elemento che ci ricollega alla nostra storia, alla quale dare presente e futuro. Il vino ha un grande valore simbolico, si associa al buon vivere, alla dieta mediterranea e alla socialità, testimonia la necessità dell’uomo di fare rete in una filiera unita e cooperativa, sempre più coesa. È un prodotto agricolo, è buono e ci appartiene, esattamente come le grandi eccellenze gastronomiche della nostra regione e dell’Italia intera e dobbiamo averne cura.” 

60 anni di storia del vino tutta cooperativa: Terre Cevico. La festa a Tenuta Masselina e fatturato 2023 a 175 milioni di euro.

E il numero due di Terre Cevico conclude: 

“Per le Romagnole è un passo importante e storico che vede nell’integrazione della cooperativa con il proprio consorzio il rilancio del ruolo dei soci direttamente verso quegli aspetti che determinano il successo sul mercato. Il socio viticoltore davvero protagonista del cambiamento e di cui ne vuole essere parte attiva. In scenari mondiali in continua e repentina trasformazione è importante governare il cambiamento e possibilmente non subirlo. Senza dimenticarsi che la coltivazione del vigneto e la valorizzazione dei nostri vitigni come il trebbiano e sangiovese sono alla base di ogni considerazione sul tema della sostenibilità e su questo fronte il nostro impegno sarà sempre più attivo e tangibile”. 

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