Vermentino sempre più fenomeno del vino tricolore. Ed è un nuovo verbo del bianco italiano quello che si sta imponendo, come vi abbiamo raccontato nella nostra Settimana del Vermentino di WineCouture, dove abbiamo navigato tra le tante sfumature di questo vitigno, dalla Toscana alla Sardegna, passando per la Liguria. Ma la rivoluzione qualitativa e di mercato oggi è sempre più guidata dal Vermentino Doc Maremma Toscana, diventato Superiore. Per una sfida lanciata, quella di posizionare sempre più in alto questo bianco simbolo dell’Italia, che sta pagando, come dimostrano anche gli ultimi dati resi noti da Avito (Associazione Vini Toscani a Dop e a Igp), proprio in relazione alla Doc Maremma Toscana. Nel primo semestre 2023, infatti, la Denominazione principe del Vermentino si è confermata una delle più dinamiche del territorio e lungo i sei mesi, attestandosi al quarto posto tra le DO per volumi imbottigliati dopo Toscana Igt, Chianti e Chianti Classico. Nel semestre, in particolare, a venire registrato è stato un aumento del 13% rispetto al semestre iniziale del 2022 in controtendenza rispetto alla situazione generale toscana. “Il Vermentino nei primi sei mesi del 2023 cresce rappresentando ormai quasi il 34% dell’imbottigliato Maremma Toscana Doc, contro il 28% del 2022”, sottolinea Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana, “e ci aspettiamo che la nuova menzione Superiore per questa tipologia porti anche una forte crescita nella qualità percepita e dell’immagine della Denominazione”.

La Settimana del Vermentino di WineCouture e la nuova tipologia Superiore: intervista a Francesco Mazzei
All’interno del variegato panorama dei vini bianchi italiani che sempre più stanno balzando agli onori della cronaca, tanto che si parli di preferenze nel calice da parte dei consumatori, quanto di giudizi della critica enologica, al Vermentino è di certo da riservare un posto speciale.
Un universo che oggi parla diverse lingue, ma che vede il suo cuore pulsante nel triangolo che congiunge le coste di Toscana, Sardegna e Liguria, come vi abbiamo raccontato nella Settimana del Vermentino di WineCouture.
Non stupisce, dato che il Vermentino lungo i litorali si trova sempre a suo agio. Le uve di questa varietà, infatti, sviluppano le migliori caratteristiche organolettiche in termini di equilibrio tra acidità e aromi quando maturano a breve distanza dal mare, grazie soprattutto alle influenze termiche altalenanti nonché alle brezze marine e ai venti, che garantiscono un clima asciutto.

E quando parliamo di Vermentino, la mente non può oggi non andare alla Maremma Toscana, Doc che sta guidando, in un’epoca di consumi che mutano, una vera e propria rivoluzione, proiettando i riflettori su un territorio unico, per la sua variopinta conformazione, che sempre più vuole porsi sotto le luci della ribalta.
Già, perché la Denominazione toscana, oggi più in salute che mai, ha una visione ben chiara di quello che vuole essere il futuro del suo bianco di punta, testimoniata dalla scelta del Consorzio di “codificare” con il Superiore un volto che sta riscuotendo sempre più di successo.
Una dichiarazione d’intenti e una volontà di posizionarsi a un livello sempre più alto, dando seguito alla vocazione di un vino gastronomico che ben sposa la tavola, a ogni latitudine e livello.
Vermentino Doc Maremma Toscana: un caso di successo nel mondo del vino bianco italiano che anche la Francia ci invidia
Alla provincia grossetana, sui cui la Doc Maremma insiste, fanno oggi riferimento quasi la metà (937,57) degli ettari totali coltivati a Vermentino in Toscana (1899,72), avendo decuplicato negli ultimi 15 anni le superfici (erano 138ha nel 2006 a Grosseto).
“I produttori della provincia di Grosseto, che corrisponde alla zona di produzione della Doc Maremma Toscana, sono sempre più attratti dalla nostra Denominazione che, lo ricordo, è ancora relativamente giovane, essendo stata riconosciuta alla fine del 2011”, sottolinea Luca Pollini, direttore del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana.
“Lo dimostrano i dati sugli ettari e i quintali di uve rivendicati nel 2022, con il nuovo massimo raggiunto di 2.578 ettari contro i 2.364 ettari del 2021 e quasi 174.000 quintali di uva vendemmiata contro poco meno di 128.000”.
Principale protagonista di questo balzo in avanti proprio il Vermentino, passato da circa 33.700 quintali nella vendemmia 2020 agli oltre 43.300 del 2022, tanto che oggi rappresenta il 34% dell’intero quantitativo di uve rivendicate della Doc Maremma Toscana. Un successo che però deve essere incanalato sui giusti binari, al fine di garantire una crescita nei numeri che abbia un riflesso anche a valore. Ed è così che la Doc ha portato avanti l’inserimento in Disciplinare della menzione Superiore per la tipologia Vermentino, con il via libera ufficiale giunto a metà maggio.
“È una scelta di cui mi assumo la paternità, in quanto l’ho voluta molto”, spiega Francesco Mazzei, presidente del Consorzio Tutela Vini della Maremma Toscana. “Da sempre, infatti, credo fortemente che le Denominazioni si affermino laddove vi siano picchi riconosciuti di qualità. Ed è evidente come la Maremma abbia una vocazione chiara per il Vermentino sotto varie sfaccettature”.
“Siamo un territorio ampio, un’area molto diversificata se guardiamo il profilo pedologico, tra colline metallifere, zone argillose, tufo, sabbia e suoli vulcanici. Con un denominatore comune dettato da un Vermentino che risponde molto bene davanti alla diversità, anche sostenuto dalla benefica influenza della prossimità del mare, con le sue brezze. È all’interno di questo mosaico che prendono forma tanti buoni Vermentino con una buona capacità ad invecchiare, vini che già presentano una sostanziale complessità, identità varietale e territoriale oltre al potenziale in termini di longevità. Così, abbiamo pensato fosse arrivato il momento di dare vita a una categoria che li riunisse e stimolasse l’upgrade dell’intera Denominazione”.
E a confermare il trend sono stati anche i risultati della quarta edizione del Vermentino Grand Prix, che ha svelato la Top 10 2023 delle etichette maremmane: in ordine alfabetico per azienda, sono Belguardo Belguardo “V” 2021, Bruni Perlaia 2021, Castelprile, Bianco Riserva 2021, Podere Cirene Cirene 2021, Santa Lucia Brigante 2022, Tenuta Agostinetto La Terrazza 2021, Tenuta Dodici Solo 2021, Terenzi Balbinvs 2021, Terre dell’Etruria Marmato 2022, Val Delle Rose Cobalto 2020.

“Anche in questa occasione, abbiamo avuto la conferma che il Vermentino della Denominazione abbia una grande personalità, non solo nella versione fresca e di facile beva, ma anche in versioni più importanti con processi di vinificazione complessi e periodi di affinamento più lunghi”, prosegue Mazzei. Non a caso, proprio i giudizi dell’annuale contest sono stati ispirazione al cambiamento.
“Il fatto che le giurie di esperti abbiano privilegiato negli ultimi anni i Vermentino di annate non correnti ha imposto a ricercare la ragione dietro la scelta. E la risposta è semplice: quella di un vitigno in bianco che, alla stregua di un rosso, occorre concepire e pensare da bere non per forza nel futuro immediato. E ormai sta diventando quasi plebiscitaria questa constatazione. Una conferma in più per noi, in Consorzio, della bontà della strada intrapresa con la creazione della categoria del Vermentino Superiore”.

Una carta in più per dare valore a una Doc che spaventa anche i francesi. “Al momento, su scala internazionale, il Vermentino è in una fase di vero e proprio boom. Soprattutto se guardiamo all’ambito gastronomico e al mondo della ristorazione. C’è un dettaglio che ci deve fare riflettere: si pensi che in Francia, dove gli ettari coltivati sono 6.035, tra Provenza, Corsica e Languedoc-Roussillon, hanno combattuto una vera battaglia, che per ora hanno perso, per poter sostituire la dicitura Rollo con Vermentino”. Un dato che dice tanto se non tutto, ad avviso del numero uno della Doc Maremma Toscana:
“In questa vicenda, quel che è da sottolineare è che se chi produce alcuni dei migliori vini bianchi al mondo vede nel Vermentino un fenomeno che gli sta sfuggendo di mano, è assolutamente un buon segnale per la salute della nostra produzione e della Denominazione”.
La strada è tracciata e conduce lungo la via di progetti capaci di uscire dalle logiche stagionali. E il Vermentino di Maremma ha tutte le carte per fare da capofila nel diffondere il nuovo verbo del vino bianco italiano.