Vino dealcolato: che cos’è? Tra dubbi e incertezze su come definirli, i prodotti no alcol possono essere una nuova opportunità d’inclusione. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul vino alcol free.
Parliamo innanzitutto di un prodotto che non è più una novità nel settore delle bevande. La sua rapida, se non rapidissima ascesa, è certamente dovuta alle nuove tendenze di sostenibilità ed healthy life che trovano sempre più spazio. Un segmento che ha saputo creare una rivoluzione, sia in termini di qualità sia di varietà di prodotti.
Non più soltanto succhi di frutta e bibite per gli astemi o per coloro che, per varie ragioni di salute, sport o fede, non possono consumare alcol, ora disponibili troviamo una moltitudine di bevande sviluppate e progettate con la stessa cura di un prodotto alcolico. E il vino non fa certo eccezione.
Ambasciatori di uno stile di vita più sano e di un consumo più responsabile, i vini analcolici si stanno ormai ritagliando un posto d’elezione in enoteche e rivenditori specializzati: ma questo non basta per fare breccia nei cuori di tutti coloro che questo settore lo muovono e lo vivono nel quotidiano.

Sono molti, infatti, i dubbi e le perplessità che nel nostro paese, eccellenza mondiale nella produzione vinicola, hanno fatto ritardare gli investimenti e la produzione del vino alcol free. Un ritardo che, invece, non ha toccato paesi come Francia, Germania, Danimarca, Olanda e Spagna, che da anni hanno abbracciato le produzioni senza alcol, scommettendoci.
Se dunque il successo dei vini dealcolati già da tempo è visibile sui mercati esteri, a dare una spiegazione su quella che è la recente ma non ancora consolidata crescita di questi prodotti nel Bel Paese è certamente il dubbio che affligge molti produttori e professionisti di settore.
Queste bevande possono essere effettivamente definite vino? E in quel caso, il possibile danno che questa opzione di consumo possa dare al prodotto enologico come tutti lo conosciamo è reale? Tante idee e pensieri sul vino alcol free ci giungono dagli operatori della ristorazione, della vendita al dettaglio e della distribuzione, approcci che aiutano sicuramente a delineare il movimento di questa nuova frontiera.
Vino dealcolato: di cosa parliamo
Prima di entrare nel merito, resta fondamentale definire che cosa sia e come venga prodotto il vino dealcolato.
A darci un importante definizione su quella che è la sua produzione, è una figura che non solo ci crede profondamente in questo vino, ma ne ha fatto una professione e un’attività. Parliamo di uno dei soci fondatori di My Alcol Zero, Luca Sonn.
My Alcol Zero è un’azienda che dal 2019 commercializza e promuove vini alcol free italiani con l’intento di offrire un punto di riferimento per chiunque desideri avvicinarsi e conoscere questi nuovi prodotti.

Infatti, come lo stesso Luca Sonn ci racconta: “I principi su cui l’azienda si basa sono: la promozione e commercializzazione di solo materia prime prodotte e lavorate interamente in Italia, prodotti che non debbano contenere aromi e conservanti e cercare di offrire referenze che siano il più sane possibili. Inoltre, vogliamo contribuire a portare quel tocco di italianità in una bevanda che tende ad includere più che a dividere. Grazie all’assenza di alcol, tutti e ovunque possono brindare senza esclusioni di età, religione o stile di vita”.
Seguendo le parole di Luca Sonn è quindi possibile salvaguardare la tipicità del vino italiano in quanto questi prodotti rappresentano un’alternativa e non una sostituzione. Resta però da chiedersi come si producono.
A rispondere è proprio Sonn, che spiega:
“Il vino dealcolato nasce da un vino normalmente vinificato sottoposto ad un processo di dealcolazione parziale o totale. Questa avviene solitamente tramite osmosi, grazie a membrane con le quali si separa l’alcol dal vino, oppure per distillazione a freddo sottovuoto, grazie all’evaporazione dell’alcol”.
“Noi, ci troviamo più in sintonia con il metodo a osmosi, poiché riesce a preservare totalmente l’acqua vegetale presente nel vino di partenza, rispetto al metodo per distillazione a freddo, che, facendo evaporare l’alcol, porta a una conseguente evaporazione di parti di acqua vegetale, determinando così la necessità di reintegrarla, spesso con acqua estranea al processo di vinificazione”.