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La vendemmia 2023 in Veneto: le prime previsioni da Verona a Treviso

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Arrivano le prime indicazioni sulla vendemmia 2023 in Veneto. A condividere previsioni e prospettive della prossima raccolta dell’uva, da Venezia a Vicenza, passando per Verona e Treviso, è Veneto Agricoltura, che nel suo tradizionale focus tratteggia la panoramica di un’annata caratterizzata da frequenti precipitazioni e da difficoltà legate allo sviluppo di malattie fungine. Il focus dedicato all’annata 2023 evidenzia di una qualità delle uve buona, ma non eccezionale, oltre a rese produttive in crescita di qualche punto percentuale per quasi tutte le cultivar. Quantità complessive in leggero aumento rispetto al 2022 per i principali vitigni e areali produttivi, visto anche l’entrata in produzione di nuove superfici vitate, ma in alcune zone da segnalare perdite di prodotto a causa di eventi grandigeni particolarmente violenti degli ultimi tempi. Per l’avvio della vendemmia 2023, il generale ritardo è tra i 7 e i 10 giorni sulle consuete date di raccolta: via ufficiale l’ultima settimana di agosto, con la raccolta delle uve Pinot e Chardonnay per base spumante; la Glera per il Prosecco attenderà fino al 15 settembre, il Merlot il 17, Corvina il 20 e Garganega il 25, solo per citare alcuni dei vitigni veneti più rappresentativi. Ecco tutti i dettagli e la testimonianza di due protagonisti del vino veneto sulla prossima vendemmia 2023.

Produzione in crescita per il vino veneto: le prime previsioni sull’annata 2023

In Veneto, come in tante altre parti d’Italia, i fattori ad aver segnato l’andamento dell’anno in vista della vendemmia 2023 sono stati quelli comuni delle frequenti precipitazioni, con un aumento di quelle con fenomeni grandigeni, e una maggior presenza di malattie fungine, che hanno inciso certamente sulla produzione vendemmiale per un’annata 2023 che viene definita da più voci come “difficile”.

Dai dati presentati nel focus di Veneto Agricoltura da Patrick Marcuzzo del Crea Viticoltura ed Enologia di Conegliano, a emergere è che nelle aziende che applicano la difesa integrata, i danni causati dalla Peronospora sono stati nell’ordine tra il -5% e il -10% di perdita quantitativa, mentre nelle realtà che applicano il metodo di coltivazione biologica tali perdite sono state superiori, per lo più comprese tra il -10% e il -20%. 

“Superiore al 2022 anche l’incidenza di altre fitopatie come il Mal dell’esca e la Botrite, mentre la Flavescenza ha avuto un incremento meno significativo”, spiega l’esperto. “La grandine ha colpito duramente diversi areali produttivi, con perdite della produzione che hanno raggiunto anche il -20%”.

Tuttavia, nel complesso, in virtù di una maggiore fertilità delle gemme e un maggiore ingrossamento degli acini per le buone disponibilità idriche, le rese produttive non dovrebbero subire particolari variazioni e, anzi, aumentare leggermente, così come la qualità delle uve dovrebbe mantenersi su livelli tra il buono e l’ottimo.

Da segnalare, di conseguenza, come considerando anche l’entrata in produzione di nuove superfici vitate, la produzione complessiva di uva raccolta in Veneto nella vendemmia 2023 dovrebbe salire a circa 15,9 milioni di quintali, in crescita tra il +5% e il +6%.

Quando prende il via la vendemmia 2023 in Veneto per Glera, Merlot, Corvina e Garganega

Il semaforo verde per la vendemmia 2023 in Veneto è in agenda tra i 5 e i 10 giorni di ritardo rispetto alle consuete date, a seconda delle cultivar più precoci o tardive. 

I primi grappoli a cadere nei cesti sono quelli delle varietà precoci, ovvero Pinot e Chardonnay per basi spumante, il cui inizio ufficiale è in programma tra il 28 agosto e i primi giorni di settembre, ma va detto che in alcune aree del vicentino e del padovano la raccolta potrebbe iniziare già dalla prossima settimana. 

Seguirà la vendemmia di tutte le altre varietà: la Glera per il Prosecco dovrebbe partire dal 15 settembre, il Merlot dal 18, Corvina dal 20 e Garganega dal 25.

A riguardo, raccogliamo la voce di due protagonisti del vino veneto e veronese, areale dove a partire dalla prima decade di maggio le condizioni climatiche hanno visto un susseguirsi di precipitazioni fino alla seconda decade del mese di giugno. 

In questo periodo le temperature si sono mantenute più basse della media e alcuni vigneti di pianura a conduzione biologica hanno dovuto affrontare la presenza di infezioni peronosporiche e oidiche rilevanti. 

Andrea Sartori, presidente di Sartori di Verona si dichiara soddisfatto sull’andamento in vista della vendemmia 2023: 

“Oggi i vigneti si presentano in un ottimo stato vegetativo, molto lussureggianti, con una fertilità più alta rispetto all’annata precedente ed una maggiore dimensione dei grappoli, condizioni che fanno presagire una vendemmia 2023 abbondante”.

La vendemmia 2023 in Veneto: le prime previsioni per Glera, Merlot, Corvina e Garganega da Verona a Treviso sull’annata 2023.
Andrea Sartori

A fargli eco le parole di Valentina Tessari, enologa e co-titolare di Suavia, altra realtà veronese:

“Prevediamo un’annata sicuramente diversa rispetto a quella del 2022, soprattutto per quanto riguarda la situazione metereologica: dopo un anno molto caldo, il meteo del 2023 è stato diametralmente opposto a causa delle piogge e delle temperature più basse. Una differenza sostanziale che ha posto le basi per un’annata particolarmente adatta alle uve bianche, generosa a livello produttivo e qualitativamente elevata”. 

“Abbiamo lavorato per garantire una produzione equilibrata anche per le vigne giovani e siamo sempre riuscite a subentrare tempestivamente con interventi fitosanitari oculati, doverosi durante una stagione più piovosa delle precedenti e che ha anche visto un ritirarsi del grande problema della flavescenza dorata”. 

“Rimaniamo fiduciose per un’annata che potrebbe darci grandi soddisfazioni, augurandoci che la fase di invaiatura e di maturazione finale delle uve avvenga in condizioni soleggiate e ventilate. Per quanto riguarda il periodo di raccolta, dopo il grande anticipo dello scorso anno dato dalla siccità, la vendemmia 2023 rientrerà nei canoni”.

La vendemmia 2023 in Veneto: le prime previsioni per Glera, Merlot, Corvina e Garganega da Verona a Treviso sull’annata 2023.
Valentina Tessari

Vendemmia 2023 in Veneto e nel Nord Est: le previsioni da Belluno, Padova, Rovigo, Venezia, Verona, Vicenza e Treviso

Ecco nel dettaglio quali sono previsioni e prospettive sulla vendemmia 2023 in Veneto secondo l’analisi fornita da Veneto Agricoltura.

Nella provincia di Belluno la produzione è prevista sostanzialmente in linea con quella dello scorso anno (tra il +2% e il +3%), salvo nelle zone colpite da grandinate. 

A Padova e Rovigo, invece, le previsioni sono più ottimistiche e ci si attende una produzione superiore del +10% rispetto al 2022 per le principali varietà. Fanno eccezione, nella provincia di Rovigo, il Merlot, la cui resa dovrebbe essere invariata, e il Pinot Grigio, per cui si prevede una minor produzione (-10%) a causa degli estirpi dovuti agli attacchi di Flavescenza dorata. 

La vendemmia 2023 in Veneto: le prime previsioni per Glera, Merlot, Corvina e Garganega da Verona a Treviso sull’annata 2023.

Nella provincia di Treviso ci si attende un incremento della produzione di Glera (+10%) e invece una riduzione dei quantitativi dei vitigni a bacca rossa (tra il -3% e il -5%), più elevati per le varietà non Doc e Docg, non tanto per questioni fenologiche e climatiche (fatte salve le zone colpite da eventi grandigeni) ma per scelte imprenditoriali di prediligere l’impianto di vitigni a bacca bianca.

A Venezia, ottima fertilità, numero di grappoli e ingrossamento degli acini fanno prevedere un aumento produttivo soprattutto per Glera e Chardonnay, mentre più stabile dovrebbe essere la produzione delle varietà a bacca nera, sempre fatto salvo gli areali danneggiati dalla grandine.

Gli stessi effetti positivi, a cui si aggiunge l’entrata in produzione di nuove superfici vitate, si prevede sosterranno la produzione in maniera più significativa anche nelle province di Vicenza e Verona. A Vicenza è atteso un aumento dei quantitativi raccolti di circa il +15% per tutte le varietà, mentre a Verona l’incremento di produzione dovrebbe attestarsi a circa il +10% per i principali vitigni coltivati e tra il +5 e il +7% per le varietà minori, sia bianche sia nere.

Ampliando l’orizzonte a tutto il Nord-Est, infine, nelle due provincie autonome di Trento e Bolzano, ci si attende una maggior produzione tra circa il +10% e il +15%, da un lato per le condizioni meteorologiche più favorevoli rispetto al 2022 e dall’altro per l’entrata in produzione di nuovi vigneti. Quest’ultimo aspetto ha invece inciso poco o per nulla sui risultati previsti nella regione autonoma Friuli-Venezia Giulia, dove la produzione è attesa in crescita tra il +5 e il +10%, esclusivamente per l’andamento climatico, laddove non si sono avuti fenomeni grandigeni o problematiche fitosanitarie legate alla Peronospora.

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