In Molise, la vendemmia 2023 della Tintilia è già partita, ma non proprio per tutti. È una raccolta delle uve speciale, infatti, quella della Claudio Cipressi, azienda agricola vinicola a San Felice Del Molise, in provincia di Campobasso, focalizzata nella produzione di vini autoctoni. Il via anticipato, infatti, non è una “falsa partenza”, ma una necessità dettata da un progetto che punta a valorizzare in una modalità diversa e innovativa il vitigno molisano per eccellenza. “In questi giorni abbiamo iniziato a vendemmiare le uve con le quali realizzare quelle basi spumanti da cui prenderà forma il nostro Metodo Classico”, spiega Claudio Cipressi. “Un percorso che abbiamo iniziato ormai da qualche anno, ma che entra a regime proprio in questa vendemmia 2023, nonostante tutte le difficoltà cui l’annata in corso ci sta ponendo di fronte”. Ed è proprio a partire dalle novità che a più ampio raggio caratterizzeranno la vendemmia 2023 diamo il via al nostro racconto di questa realtà simbolo della riscoperta e della valorizzazione della Tintilia del Molise.

L’incubo Peronospora sulla vendemmia 2023 del Molise
La vendemmia 2023 arriva in Molise dopo una stagione particolarmente complicata, segnata in particolare dalle malattie della vite che hanno colpito i vigneti molisani, riducendo sensibilmente quelli che saranno i volumi delle uve raccolte quest’anno.
“Quella di quest’anno, in Molise, sarà una raccolta molto scarsa sotto il profilo dei volumi”, spiega Cipressi. “La Peronospora, infatti, ha colpito il grosso dei vigneti a fine maggio, riducendo in maniera importante quelli che saranno i grappoli che potremo cogliere”.
Guardando alla Tintilia del Molise, la scelta per l’azienda di Claudio Cipressi è ricaduta sul fare meno rosso in quest’annata. “Occorre poi evidenziare che per noi che lavoriamo esclusivamente in biologico, i danni sono stati anche maggiori”, spiega il titolare della realtà vinicola a San Felice Del Molise.
La Peronospora ha colpito sostanzialmente ovunque, più avanti o indietro nel percorso di sviluppo della vite, senza risparmiare nessuno in terra molisana. “Normalmente la Tintilia non viene mai colpita, mentre quest’anno è stata danneggiata quando già la fioritura aveva preso il via”, spiega Cipressi.

Ma guardando il bicchiere mezzo pieno, quanti si sono salvati sono annunciati essere grappoli di assoluta qualità.
“Quest’anno avremmo davvero raccolto grappoli di una qualità eccelsa”, si rammarica il produttore molisano, “già a maggio, infatti, si annunciava uno sviluppo delle uve fantastico, poi garantito dal giusto bilanciamento tra piogge e caldo estivo. Nonostante i volumi ridotti, che è stimato in media attorno al 70% qui in Molise, con quello che sarà possibile raccogliere puntiamo a realizzare dei grandi vini in questa annata”.
Per Claudio Cipressi, a iniziare dal nuovo progetto del suo Metodo Classico, nella doppia declinazione Blanc de Noir e Rosé.
Come nasce la Tintilia Metodo Classico di Claudio Cipressi
L’ azienda agricola vinicola Claudio Cipressi si trova in una regione, il Molise, che vanta una morfologia territoriale unica, nonché un contesto storico millenario immerso nelle tradizioni e nella cultura del fare. Luoghi che conservano, come paesaggio naturale largamente incontaminato, grandi potenzialità, innanzitutto in vigna.
A quasi 600 metri s.l.m., sono circa 15 gli ettari vitati di varietà autoctone con cui il vignaiolo molisano ha scelto di lavorare: dai 12 di Tintilia del Molise agli 1,5 di Montepulciano, completati dal circa 1 di Falanghina e gli 0,5 di Trebbiano.

Questa stessa scelta “non convenzionale” in campo l’ha poi portata anche in cantina. “I miei vini sono ciò che siamo”, sottolinea. “Parlare di ognuno di essi è raccontare ogni singola emozione con la stessa intensità che vorrei fosse viva in ogni calice, in ogni sorso, in ogni sguardo”.
Una personalità autentica, che si traduce anche in sperimentazioni fuori dai canoni della tradizione come è stata tramandata fino ad oggi.
“Nella nostra zona, il Metodo Classico non lo faceva nessuno, specialmente di Tintilia”, racconta Claudio Cipressi. I primi passi, da parte del vignaiolo molisano, sono datati 2016.
“Io nella Tintilia del Molise ho sempre creduto e sono stato colui il quale, 30 anni fa, l’ha recuperata, impiantandola poi fin dal 1998”.
Nel suo percorso di valorizzazione del vitigno autoctono molisano, Cipressi ha pensato a quali potessero essere le strade di una sua evoluzione. “Osservando come si comportava col passare degli anni, mi sono detto: perché non tentare la via del Metodo Classico? E così nel 2016 ho iniziato le prime prove, dove anno dopo anno sperimentavo, cambiando il momento della raccolta o la tipologia di terreno in cui raccoglievo le uve”.
Test che hanno impegnato questi ultimi anni, in un aggiustamento di maturazioni e acidità fino a individuare la “ricetta” perfetta. “La vendemmia 2023, nonostante le minori quantità di uve da raccogliere, è l’anno in cui decidiamo di partire per porre a regime le esperienze fatte negli anni e dare forma compiuta al progetto”, sottolinea Cipressi. “Oggi, infatti, abbiamo piena consapevolezza sulla zona ideale dove raccogliere le uve per creare le basi spumante e a che acidità vanno selezionati gli acini”.

Ma qual è la quadra del cerchio individuata per il Metodo Classico?
“La Tintilia, abbiamo notato, ha grandissima acidità e quindi è necessario non anticipare il momento della raccolta: in quanti, oggi, sbagliano su questo passaggio, andando a cogliere le uve per gli spumanti con un valore che poi si finisce per perdere in fase di fermentazione. La Tintilia, per fortuna, è capace di conservare molto bene questa sua caratteristica, permettendoci di proseguire ancora un po’ con la maturazione: così finisce per portarsi dietro, anche in una base spumante, quel sentore speziato che poi si unisce a una bolla molto fine, elegante e persistente, per un risultato davvero particolare e assolutamente da assaggiare”.
Bisogna, tuttavia, cogliere l’attimo, come dimostrano proprio questi giorni in cui frenetica nella cantina è l’attività per individuare il momento esatto in cui procedere alla raccolta delle uve, affinché non salgano eccessivamente di grado. “Un giorno con l’altro può fare tutta la differenza del mondo in questo caso”, sottolinea Cipressi. “Anche per questo motivo, abbiamo individuato in una tipologia di terreno calcareo fresco il luogo ideale, che viene monitorato costantemente, destinato alle maturazione delle uve per le basi spumante”.
Per la versione in rosso ci sarà, invece, tempo prima che la vendemmia 2023 entri nel vivo. “Quest’anno sarà pochissima l’uva destinata a vini rossi”, ripete Cipressi, “che andremo a cogliere tra fine settembre e inizio ottobre”.
Poi c’è il biologico, come scelta di produzione e di vita.
La scelta del biologico e la novità della vendemmia 2023: il nuovo enologo Cristiano Chiloiro
“Un produttore deve essere cosciente di quel che vuole dal suo lavoro”, spiega il vignaiolo molisano raccontando il motivo che l’ha condotto a certificare biologica la propria azienda e, dal 2014, anche la cantina. “Se avessi voluto fare quantità, di certo il bio non era la strada da intraprendere”.
“Io sono ben cosciente che, come quest’anno, scegliendo questo cammino c’è il rischio di essere maggiormente esposti alla perdita del raccolto, ma il mio obiettivo è quello di dare al consumatore e all’appassionato di vino un prodotto realmente di qualità, dove protagonista è esclusivamente il succo d’uva fermentato e nient’altro”.
Infatti, le sue sono scelte mai invasive, che si tratti della vigna o della cantina, permettendo così al vino di affinare e maturare senza interferenza sul frutto e senza alterare i profumi e i sapori dei vitigni d’origine.
Proprio per meglio restare fedele alla propria filosofia e imprimere un’ulteriore accelerazione all’evoluzione della propria azienda, ora Claudio Cipressi ha deciso di chiamare ad affiancarlo un nuovo consulente enologo: Cristiano Chiloiro.
“Avevo bisogno di qualcuno che mi seguisse a stretto contatto anche in vigna sulle decisioni di prendere e fino alla cantina: in Cristiano Chiloiro ho trovato la figura che ben si adattava a questo compito”, spiega il produttore molisano. “Un professionista molto attento che ha sposato la nostra causa: crede nel progetto, ha grande voglia di affiancarmi nel portarlo avanti, è attento e desidera ottenere risultati di assoluta qualità, sposando l’impostazione bio per curare in una certa maniera la vigna”.
Ed è proprio un’attenzione ancora maggiore rispetto a quella che era la strada intrapresa ciò che caratterizzerà, da qui in avanti, il lavoro che Cipressi intende condividere con il giovane e talentuoso enologo tarantino che nel suo passato professionale ha maturato grandi esperienze tra Italia ed estero e oggi vanta diverse collaborazioni attive tra Marche, Puglia e Campania.
Ora la sfida della Tintilia del Molise, nelle sue splendide declinazioni. “Un vitigno fantastico, che a me ha appassionato fin da subito”, chiosa Claudio Cipressi. “Eclettico, dal gusto morbido, elegante nella beva, con una rotondità d’insieme che lo rende ancora più piacevole: un vitigno davvero unico”. Un vino indubbiamente tutto da scoprire, in quelle sue straordinarie e colorate sfumature che tanto hanno fatto innamorare lo schietto vignaiolo molisano.