Se esistono diverse declinazioni di Prosecco, a seconda del territorio in cui ogni singola bottiglia nasce, e se la culla di questa iconica bollicina è l’areale di Conegliano Valdobbiadene, dove diventa Superiore, è importante non dimenticare di volgere lo sguardo anche alla differenziazione metodologica. È proprio cogliendo come sia realizzato e come si sia differenziata la sua produzione nel corso dei decenni che l’universo Prosecco, con le sue sfumature, areali di produzione, caratterizzazioni, luoghi iconici e peculiarità gustative dei vini che ne derivano, può essere pienamente compreso e decodificato. A inizia proprio da Conegliano Valdobbiadene, dove a partire dal 2019 è stata inserita nel disciplinare di produzione un’ulteriore tipologia di spumante che esalta le origini del Prosecco Superiore. Si tratta di quella “Sui Lieviti”, che riprende la tradizione della rifermentazione in bottiglia, la prima versione di bollicine nata tra queste colline e che si distingue per la presenza dei lieviti di fermentazione all’interno della bottiglia, per questo nella parlata comune è noto anche come Prosecco “Col Fondo”. Ecco quattro vini perfetti per capire il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Colfondo da assaggiare per concludere con un ritorno alle origini la Settimana che noi di WineCouture abbiamo dedicato a questa straordinaria eccellenza.
Dallo spumante metodo Martinotti o Charmat al “Col Fondo”
L’elemento da cui partire, nell’andare alla scoperta del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, è ricordare che questo vino deve essere realizzato con minimo l’85% di uva Glera. A seconda del proprio personale stile, poi, ciascun produttore potrà completare la cuvée con un quantitativo non superiore al 15% di altre uve ammesse dal disciplinare.
Quali sono? Verdiso, Bianchetta Trevigiana, Perera, Glera Lunga, Chardonnay, Pinot Bianco, Pinot Grigio o Pinot Nero vinificato in bianco, provenienti da aree previste dal disciplinare che regola la produzione.
Come per gli altri vini, poi, necessaria e decisiva è la prima vinificazione. Il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg è innanzitutto uno spumante, realizzato con metodo Martinotti (detto anche Charmat). Grazie a questo procedimento, il vino base si trasforma all’interno di grandi recipienti a tenuta di pressione in acciaio, dette autoclavi, dove si attiva una seconda fermentazione. A questo punto, la differenziazione fra un Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg e l’altro si ha tramite la decisione del produttore di bloccare la fermentazione stessa, abbassando la temperatura sotto lo zero e assicurando così un residuo zuccherino al vino.

Quello Martinotti o Charmat è metodo assai indicato per esaltare aromi primari, fruttati e tutte note, in primis floreali, che tipicamente troviamo nel Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg. E questa sua capacità di enfatizzare i profumi e di preservare la freschezza, una delle sue caratteristiche principali, spiega proprio il perché tale tipologia di spumantizzazione sia la più diffusa nella produzione di questa bollicina.
Esistono, però, anche altre varietà oltre a questa più diffusa. Nonostante il metodo Martinotti o Charmat rappresenti la tradizione a livello produttivo, è prevista anche la variante spumante realizzata seguendo il metodo di rifermentazione in bottiglia, ovvero il Metodo Classico o Champenoise. Infine, oltre che rifermentato in bottiglia Sui Lieviti, il “Col Fondo” di cui dicevamo prima, senza sboccatura e di conseguenza torbido.
Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg “Sui Lieviti”: quattro vini perfetti per capire la versione Colfondo
Ecco quattro vini perfetti per capire il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg Colfondo da assaggiare.