L’Oltrepò Pavese del vino volta in Giappone. E lo fa all’insegna delle sue eccellenze nel calice con una serie di eventi esclusivi, organizzati dal Gambero Rosso International per Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese. Metti una masterclass, un aperitivo ed una cena a Tokyo: ed ecco un grande evento con tre momenti di racconto e degustazione che sono altrettante occasioni per conoscere o approfondire la conoscenza delle Denominazioni di un vocato angolo di Lombardia. Per un’azione intensa di promozione delle Doc attraverso le espressioni dei vini del territorio nell’interpretazione di 12 cantine alla ribalta in occasione di “Discover Oltrepò Pavese Wines”.
“Discover Oltrepò Pavese Wines”: un full immersion all’Etruschi Restaurant di Tokyo
Il Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese riparte dunque con le sue attività internazionali: destinazione Giappone, mentre ad ottobre volerà negli Stati Uniti per un altro tour promozionale.
A Tokyo, la location per le degustazioni e per gli incontri con mondo Horeca, distributori, formatori e giornalisti sarà l’Etruschi Restaurant, al numero 3-15-12 di Minami-Aoyama, Minato-ku. Il giorno designato alla full immersion Discover Oltrepò Pavese Wines è giovedì 14 settembre, un mese molto intenso per le attività di promozione internazionali e nazionali.
La location scelta è un elegante ristorante nell’atmosfera rilassata del quartiere di Omotesando. Tra i suoi piatti tipici: risotto al tartufo bianco, tagliolini con gamberi sakura e fiori di canola e guanciale di manzo cotto lentamente per 36 ore a bassa temperatura con salsa al vino rosso. Il servizio è estremamente professionale e cordiale, ricchissima è la carta dei vini. L’attenzione ai minimi dettagli garantisce un’esperienza di altissima qualità.

Giappone meta fondamentale per il vino italiano
Nel 2022 le importazioni giapponesi di vino sono tornate sopra il livello pre-Covid del 10% circa, mostrando un forte recupero sul 2021 (+23%) per un valore di 1,77 miliardi di euro, raggiunto nonostante la svalutazione dello yen del 6%, che ha determinato un incremento di spesa in valuta locale leggermente superiore al 30% (e se misurato contro il livello del 2019, del 24% circa superiore).
I giapponesi continuano ad apprezzare il vino. I dati statistici ci dicono che bevono soprattutto vino francese, e soprattutto spumanti, dunque Champagne (fonte UN Comtrade). L’Italia è il secondo esportatore in Giappone (la Francia fa cinque volte meglio) ma sta pian piano aumentando la sua quota.
“È un mercato e un mondo, quello giapponese, che ci vede molto coinvolti”, spiega il direttore del Consorzio Tutela Vini Oltrepò Pavese, Carlo Veronese, che aggiunge:
“In tempi non sospetti, durante i mesi difficili dovuti allo stop delle promozioni in presenza a causa del Covid, avviammo un progetto di comunicazione destinato a seminare cultura delle nostre denominazioni in Giappone. Così nacque il sito del Consorzio in lingua, e molte aziende iniziarono a prendere sul serio questa destinazione. Dopo il successo dell’evento dello scorso anno, sempre con il Gamberorosso, abbiamo deciso di sfruttare questa nuova occasione, fra l’altro dedicata esclusivamente alle nostre denominazioni, in una location ideale, consapevoli di aver aperto una strada efficace e di costruttivi collegamenti culturali”.
Conclude Veronese: “Ci apprestiamo a portare in degustazione tutti i caratteri delle nostre Doc e della nostra Docg che è il fiore all’occhiello di questa nuova spedizione, consapevoli che sarà apprezzato ancora una volta il racconto speciale di vini da vitigni storici e/o autoctoni che hanno uno storytelling naturale alle loro spalle, cercheremo di fare passare anche il racconto della bellezza del nostro territorio attraverso le eccellenze che saranno servite nei calici di Tokyo”.
Le cantine che hanno aderito con i propri vini in degustazione sono tutte presenti sul mercato giapponese e sono: Bertè & Cordini, Cà di Frara, Cà Montebello, Castello di Luzzano, Cordero San Giorgio, Frecciarossa, Isimbarda, La Genisia, La Travaglina, La Versa, Losito & Guarini, Tenuta Travaglino.
L’attività fa parte di una campagna finanziata ai sensi del Reg. UE n. 1308/2013.