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Usa: giù i consumi di vino, è l’ora dei wine cocktail ready to drink

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Si accende la spia rossa sull’export di vino italiano, ma non solo. Scendono infatti, per la prima volta dal 2020, i consumi negli Stati Uniti. Ma la buona notizia è che, all’opposto, a salire negli Usa sono quelli relativi ai wine cocktail. Nel primo mercato al mondo, il vino sfrutta la propria versatilità per uscire dalla crisi dei consumi (-7,3% nei primi sei mesi di quest’anno) e rientrare da protagonista grazie a una tendenza cocktail di ready to drink a base enoica sempre più affermata, in particolare nel fuori casa. Ecco i dati e i trend del 2023 finora.

Primo semestre 2023: scendono i consumi di vino negli Usa, ma è boom per i wine cocktail ready to drink

Nel primo semestre di quest’anno – secondo l’Osservatorio Uiv su base SipSource, strumento di monitoraggio delle depletion off e on-premise, che copre il 75% del mercato americano, per un totale di oltre 330.000 esercizi commerciali – i wine cocktail, in questo caso inquadrati nella tipologia premixata, sono infatti l’unica voce positiva legata al vino, con una crescita tendenziale complessiva di oltre il 3% e con punte del +7% nel fuori casa, a partire dai ristoranti (+1,2%) ma soprattutto bar e altri locali, dove l’incremento registrato è in doppia cifra. 

“Il fenomeno mixology”, spiega il presidente Agivi, l’Associazione giovani di Unione Italiana Vini, Marzia Varvaglione, “è sempre più evidente nel Paese antesignano delle tendenze globali. Il vino in questo contesto può giocare un ruolo centrale, per questo serve un approccio pop e inclusivo nei confronti di una categoria del lifestyle che interessa soprattutto i giovani, quelli che domani apprezzeranno il nostro prodotto per le sue caratteristiche più intrinseche”.

Primo semestre 2023: scendono i consumi di vino negli Usa, ma è boom per i wine cocktail ready to drink sul mercato in America.

Secondo l’Osservatorio Uiv, a perdere quota in un anno difficile anche a causa del minor potere di acquisto sono soprattutto i consumi complessivi di vino in casa (-8,2%), con i rossi a -9,6%. 

Meno marcata la decrescita nel fuori casa (-0,9%), dove i consumi di vini bianchi hanno ormai raggiunto quelli dei rossi. La quota di mercato dei ready to drink a base di vino è ancora bassa (circa il 2%), ma è solo la punta dell’iceberg di una domanda on trade sempre più orientata verso i wine cocktail mixati nei locali e basati principalmente su Champagne, Prosecco e Asti Spumante. 

A base di vino, birra e spirits, i cocktail ready to drink – imbottigliati e pronti al consumo – conquistano consumatori alla ricerca di aromi e sapori di tendenza, freschi e fruttati. Stando agli ultimi dati Nielsen IQ, nell’ultimo anno negli Usa le vendite di prodotti “Ready to” hanno superato i 10 miliardi di dollari e continuano a raggiungere nuovi massimi anno dopo anno. 

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