“Quella del 2023 sarà una vendemmia da professionisti, sia dal punto di vista viticolo che enologico. Saranno premiati infatti coloro che hanno avuto le conoscenze per gestire al meglio in vigna le conseguenze del cambiamento climatico – piogge eccessive e ondate di calore – e coloro che sapranno farlo in cantina attraverso una selezione accurata delle varietà autoctone della Valpolicella, a seconda che provengano da collina o pianura. Le prime infatti hanno avuto una buonissima resa, specie le uve di Corvina e Rondinella, che hanno saputo reagire al meglio alle bizze del clima e i loro grappoli sono spargoli, ideali per l’appassimento, mentre le piogge in eccesso hanno compattato quelli del Corvinone, che ha bisogno di molto più tempo per maturare. Per cui, il millesimo 2023 può essere in grado di valorizzare le caratteristiche di ogni varietà”: queste le parole di Daniele Accordini, direttore generale e capo enologo sulla vendemmia 2023 di Cantina Valpolicella Negrar, realtà che quest’anno festeggia la sua 90esima raccolta dell’uva, essendo nata nel 1933.

Cantina Valpolicella Negrar: la vendemmia 2023 mette l’accento sulle varietà autoctone
Iniziata il 12 settembre scorso, la vendemmia 2023 è arrivata in ritardo di circa 10 giorni rispetto al 2022, ma in perfetta media climatica rispetto agli ultimi vent’anni in Valpolicella.
Il ciclo annuale della vite ha visto alcuni momenti critici: innanzitutto il mese di maggio, molto piovoso, che ha richiesto ai viticoltori celerità a trattare le viti con elementi di copertura in modo da evitare attacchi peronosporici, subiti invece da coloro che hanno tardato qualche giorno a farlo.
Altro momento difficile è stato agosto, partito in sordina rispetto alle temperature, ma che poi ha registrato ondate termiche superiori ai 32°C per tre o quattro giorni consecutivi, che hanno causato una reazione protettiva della vite impedendo la fotosintesi.
Maggiori difficoltà sono state incontrate dai produttori di vini bio – degli oltre 700 ettari di vigneti di proprietà dei soci viticoltori della cantina, circa il 20% è condotto a regime biologico -, soprattutto nei vigneti in pianura dove i valori di umidità sono stati più alti e il terreno non è riuscito a sgrondare l’eccesso di acqua. La viticoltura di collina, anche organica, non ha avuto problemi da un punto di vista qualitativo, se non una perdita di quantità (5%).

Tra fine agosto e la prima decade di settembre c’è stato un cambio climatico positivo importante, con temperature nella norma di giorno e notti molto fresche. Tutti questi fattori hanno contribuito a far maturare velocemente le uve, con un rapido incremento degli zuccheri, una diminuzione dell’acidità e un notevole aumento delle sostanze fenoliche.
La raccolta delle varietà autoctone durerà fino a fine ottobre, quindi per le uve destinate a produrre l’Amarone si passerà al tradizionale “riposo attivo” nelle cassette fino a metà o fine dicembre.
“La nostra azienda è un’industria a cielo aperto, godere di bel tempo fino al termine della raccolta è fondamentale per valorizzare ciò che la Natura ci ha donato e l’appassionato lavoro dei nostri viticoltori professionisti”, chiosa Accordini.