Nel 2023 lo Champagne ha perso quell’effervescenza che soli 12 mesi fa ha fatto stabilire alla bollicina francese più nota al mondo la sua migliore performance di sempre? È questo il quesito che sta interrogando il mondo degli appassionati e degli operatori dopo un primo semestre chiuso con spedizioni e mercati in calo. È già finita la magia? La risposta, a nostro avviso, è: no. Ma occorre porre tutto in prospettiva, per comprendere il fisiologico andamento di un vino che non è più, come è stato per lungo tempo, la bollicina che aveva quale unico orizzonte di consumo il solo spazio dei momenti di celebrazione. Dopo il 2022 record, come detto, andamento in calo per la bollicina francese: vi spieghiamo perché non deve spaventare.

Tutti i numeri del 2023 dello Champagne: il mercato tra Francia ed export
Iniziamo dai numeri: dopo aver passato 12 mesi con il piede costantemente sull’acceleratore, nel primo semestre del 2023 le spedizioni di Champagne (Francia inclusa) sono state pari a 125,8 milioni di bottiglie, in discesa del 4,7% rispetto allo stesso periodo del 2022.
Le esportazioni, con 77,7 milioni di bottiglie, sono risultate in diminuzione del 3,7%, mentre la Francia ha fatto segnare un arretramento del 6,3% con 48,1 milioni di bottiglie. Una performance, quella tra gennaio e giugno, che va collocata, come si spiegava, nella giusta prospettiva: quella innanzitutto di un 2022 straordinario, quando nello stesso periodo dell’anno scorso le vendite erano aumentate di quasi il 14%.
Serve, dunque, procedere con cautela e non scadere in allarmismi, in particolare tenendo in considerazione quelli che sono la congiuntura economica globale, aggravata dai venti di guerra e dai nuovi conflitti che si stanno innescando in diverse parti del mondo, e gli effetti di un’inflazione che comincia, soprattutto in alcuni sbocchi come l’ambito retail, a far sentire pesantemente i propri effetti.
A evidenziare un trend di mercato che in questo 2023 sta puntando al ribasso, laddove posto a confronto con la performance dell’anno passato, arriva anche la conferma degli ultimi aggiornamenti disponibili sul fronte spedizioni di Champagne, che a fine agosto hanno fatto registrare un complessivo -6%, per un volume totale di 172,5 milioni di bottiglie.
Interessante, sotto questo aspetto, evidenziare una tendenza che vede le Maison penalizzate (-5,6% su un totale di 130,1 milioni di bottiglie), un ambito cooperativo da profondo rosso (-16,2%, per 14,3 milioni di bottiglie), mentre i Vigneron “limitano” le perdite (-1,8%, per 28,1 milioni di bottiglie).
Se la Francia rimane sopra la media percentuale del calo (-6,7% e complessive 66,2 milioni di bottiglie), l’export tende all’opposto a mantenere più salda la posizione (-5,6%, a 106,3 milioni di bottiglie) in vista del rettilineo finale che condurrà al Natale e alla conclusione dell’anno. Poi c’è il dato del valore da prendere in considerazione, che spiega in parte anche i motivi dietro il fisiologico abbassamento dei volumi.
I prezzi medi dello Champagne, infatti, hanno assistito nei 12 mesi precedenti la fine di luglio a una complessiva crescita del 10,4%: con la Francia che ha fatto registrare un incremento del +7,6%, l’ambito comunitario del 10,1% e i Paese Terzi assistere ad un rincaro del +12,5%. La partita, di conseguenza, ora si giocherà sempre più nel campo delle marginalità finali, con i ricarichi che, all’interno dei diversi canali di destinazione di ogni cuvée, sono chiamati sempre più a favorire i consumi. Questo è l’augurio e la speranza, confidando in una chiusura di 2023 spumeggiante: Santé.