Una tra le problematiche più pressanti dell’oggi per il settore, colmata grazie a un impegno sempre più deciso e soprattutto certificato. Ruffino è la prima azienda del vino italiano che colma il gender gap. La cogente questione, infatti, è stata al centro dei nuovi traguardi raggiunti dalla realtà di Pontassieve nel quinto bilancio di sostenibilità del gruppo, certificato e rendicontato attraverso le linee guida internazionalmente riconosciute del Global Reporting Initiative. In particolare, nell’ambizioso percorso di ampliamento di Ruffino Cares, oggi l’azienda ottiene la certificazione PDR 125/22 relativa alla parità di genere, grazie al rispetto di più parametri, tra i quali la presenza quasi uguale fra uomini e donne, pari retribuzione per stessa posizione e presenza di donne nel leadership team aziendale.

Non solo gender gap: si amplia Ruffino Cares con il quinto bilancio di sostenibilità del gruppo
L’ambizioso percorso di Ruffino verso una sostenibilità sociale, ambientale ed economica si amplia. “Se fino ad oggi essere sostenibili voleva dire essenzialmente operare in modo da poter ridurre e finanche annullare il proprio impatto negativo sociale e sull’ambiente, adesso invece siamo chiamati ad anticipare gli eventi. Ad avere un impatto positivo e a un approccio a tutto tondo sul significato di sostenibilità”.
Questo l’incipit di Sandro Sartor, presidente e amministratore delegato Ruffino nel presentare il quinto bilancio di sostenibilità del gruppo, certificato e rendicontato attraverso le linee guida internazionalmente riconosciute del Global Reporting Initiative.
Un percorso certamente non facile quello della storica azienda toscana ma che non nasce ora: era infatti il 2018 quando l’azienda sviluppò la piattaforma di comunicazione Ruffino Cares, un progetto che si è evoluto negli anni fino a incubare, sviluppare e raccontare oggi tutte le azioni del Gruppo in ambito ESG.
Considerevoli le certificazioni già conseguite in ambito ambientale: la Snqpi e Biodiversity Friend per il 100% dei vigneti di proprietà, ormai prossima anche quella biologica di tutte le tenute, oltre 500 ettari di vigneto, che sarà totalmente conseguita dalla vendemmia 2024.
Importanti i progetti per dare valore all’acqua con un risparmio del 50% dei volumi di acqua utilizzati grazie all’irrigazione di precisione rispetto a quella tradizionale, la creazione di tre nuovi bacini artificiali (e tre in fase di costruzione) per il collettamento di acqua piovana con cui alimentare i sistemi di irrigazione: obiettivo aziendale è quello di soddisfare il fabbisogno di circa il 60% dei propri vigneti toscani entro il 2025. In ambito produttivo la sostenibilità passa anche dal confezionamento: Ruffino dichiara la totalità del packaging completamente riciclabile, un risparmio di 300 tonnellate di vetro utilizzato rispetto all’anno precedente grazie a un progetto di riduzione del peso delle bottiglie e l’obiettivo di lavorare con carta e cartone interamente certificato FSC entro il 2025.
Una chiosa speciale sulla partecipazione di Ruffino al programma Wine in Moderation, associazione con sede a Bruxelles volta alla educazione al consumo responsabile di vino, che nella settimana dell’8 novembre ha celebrato internazionalmente le giornate Wim.
“Ruffino è Ambassador Company di Wim dal 2019 e crede fermamente nei valori portati avanti”, conclude Sandro Sartor, “tanto che abbiamo organizzato in questi giorni degli incontri formativi nelle scuole fiorentine e dei comuni di Bagno a Ripoli e Pontassieve condotte da una nutrizionista e un relatore di Wim per educare e rendere consapevoli i ragazzi che si approcciano al mondo del vino.”