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“Ecco perché La Rivetta è diventata una linea”

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Il 2021 è senza dubbio stato un’ennesima conferma per quel che è noto come il “Fenomeno Prosecco”. In attesa di tirare il bilancio complessivo dell’anno, ciò che già si può evidenziare è lo stato di grazia che in generale le bollicine stanno vivendo in questi ultimi mesi segnati dalla ripresa della marcia del vino tricolore, soprattutto per via dell’exploit che, a fronte di un incremento del 28,6% sia in volume sia a valore sui mercati di tutto il mondo, vedono il Prosecco a volare a quasi +40% sul 2020. Merito della ritrovata voglia di brindare da parte di tanti appassionati, ma soprattutto del grande impegno delle aziende italiane nell’aver impostato durante la pandemia un lavoro finalizzato a far crescere l’immagine di un prodotto “popolare” ma al tempo stesso identificabile come un lusso accessibile a tutti nelle sue proposte di maggior pregio. Uno di questi casi è quello di un simbolo di Valdobbadiene come Villa Sandi, che ha lanciato un’importante novità, sulla scia del successo del suo iconico Cartizze La Rivetta, che si fa racconto del meglio delle colline Patrimonio Unesco del Prosecco Superiore. 

Al presidente della cantina di Crocetta del Montello, Giancarlo Moretti Polegato, abbiamo domandato di spiegarci cosa caratterizza l’ultimo nato La Rivetta 120, il perché dell’evoluzione in linea di un simbolo dell’azienda trevigiana e quali sono i trend, in termini di stile, che si stanno sviluppando sulle colline di Valdobbadiene.

Una nuova gamma quella che Villa Sandi imposta oggi con l'evoluzione del progetto La Rivetta
Una nuova gamma quella che Villa Sandi imposta oggi con l’evoluzione del progetto La Rivetta

L’ultimo nato in casa Villa Sandi si chiama La Rivetta 120 e, pur trattandosi di una tipologia differente di prodotto, richiama alla mente l’illustre predecessore: cosa rappresenta per voi e qual è la rivoluzione che l’icona La Rivetta ha portato nell’universo del Cartizze?

La nascita del nostro Cartizze La Rivetta ha rappresentato il coronamento di un sogno che avevo fin da ragazzo, quando con mio padre visitavo le colline di Valdobbiadene e l’area del Cartizze. Ed il sogno era proprio quello di poter avere una proprietà sui ripidi pendii del Cartizze.

Ma l’ostacolo è che non c’era e non c’è mercato in quest’area pregiatissima. 

Finalmente, poi, 15 anni fa si è creata l’opportunità di acquisire questa proprietà ed è stato sul serio il coronamento di un sogno.

Abbiamo trovato condizioni davvero fortunate, un’esposizione meravigliosa, con punti ripidissimi, da viticoltura eroica, un corso d’acqua che scorre in fondo al pendio ed abbiamo “osato”, con la produzione di un Cartizze Brut. 

La giusta miscela tra condizioni fortunate e irripetibili, infatti, hanno consentito la creazione di un Cartizze dalle caratteristiche uniche. Una versione del tutto nuova rispetto a una tradizione che lo ha sempre visto proposte nella sua variante Dry, più abboccata: lo spumante dei giorni speciali, da abbinare ai dolci delle feste.

Con la scelta di proporlo in versione Brut abbiamo voluto renderlo più versatile, consentendone un maggiore utilizzo anche a tutto pasto. 

E la scommessa è risultata vincente: è stato, infatti, da subito un vino pluripremiato, in Italia e all’estero. E ci ha permesso di evidenziare il nostro legame con un territorio in cui la nostra famiglia vive e lavora da generazioni e di rendergli omaggio con un vino che in ogni sorso racchiude la magia di un terroir unico.

Come si può descrivere questa “magia”?

Il Cartizze La Rivetta è un Brut, come dicevo, prodotto da quelle uve Glera coltivate sulla microzona della collina del Cartizze di cui conserva tutte le eccezionali peculiarità. In particolare, la straordinaria armonia fra suadente cremosità e spiccata freschezza. 

Caratteristiche che sono valse al nostro Cartizze l’incoronazione a “Bollicina dell’Anno” del Gambero Rosso 2022 e nella selezione come Grande Cru d’Italia, come simbolo del cru più pregiato del Valdobbiadene.

La tenuta La Rivetta, al cuore del Cartizze, cru del Prosecco Superiore di Valdobbiadene
La tenuta La Rivetta, al cuore del Cartizze, cru del Prosecco Superiore di Valdobbiadene

Come nasce oggi la scelta di far evolvere il progetto La Rivetta con il lancio del nuovo La Rivetta 120?

Il Cartizze La Rivetta si è imposto come simbolo di eccellenza territoriale, armonia di identità e tipicità varietale. E così, il nome stesso La Rivetta è diventato sinonimo dei valori di un territorio straordinario. 

Con La Rivetta 120 abbiamo voluto ribadire una scelta di eccellenza e di estrema cura per i dettagli. Abbiamo trasferito in questo Valdobbiadene Prosecco Superiore la stessa filosofia che caratterizza il Cartizze La Rivetta: una scelta di esclusività e distinzione.

Ma cosa differenzia nel concreto La Rivetta 120 dagli altri Docg Valdobbiadene di Villa Sandi?

Siamo partiti da un unico vigneto, in posizione particolarmente felice e soleggiata sulle colline di Valdobbiadene, in cui le rese sono state volutamente mantenute più basse di quanto stabilito dal disciplinare di produzione. 

Si tratta, dunque, di una produzione limitata, cui i 120 giorni di maturazione conferiscono maggiore complessità ed un crescendo di sensazioni al naso e in bocca. E che corrisponde alla linea guida del nostro lavoro: ovvero espressione dell’identità territoriale nel rispetto della tipicità del vitigno.

L’essenza del terroir è ben rappresenta in Rivetta 120: è schietto ed asciutto. Un Extra Brut che si fa ricordare per la persistenza che lo contraddistingue.

La Rivetta 120 è un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg in cui Villa Sandi ha trasferito la stessa filosofia che caratterizza il Cartizze La Rivetta
Il nuovo La Rivetta 120 è un Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg in cui Villa Sandi ha trasferito la stessa filosofia che caratterizza il Cartizze La Rivetta

Il futuro del Prosecco Superiore di domani è, a suo avviso, in affinamenti più lunghi che gli consentano di distinguersi per profilo dal resto del mondo Prosecco?

Vedo l’affinamento più lungo una tecnica da riservare a produzioni limitate. Rappresenta, infatti, una metodologia che regala una più progressiva e graduale scoperta delle note organolettiche tipiche del Prosecco: più persistenti, ma meno immediate. 

Il consumatore, di conseguenza, potrebbe trovarsi spiazzato rispetto alle abituali aspettative verso le caratteristiche del Prosecco, che da subito regala le tipiche note floreali e fruttate. Anche se l’appassionato è sempre più attento e preparato e, soprattutto, curioso di conoscere e sperimentare, di assaporare le differenze.

E in futuro vedremo anche un “Rive” in questa che potremmo già definire “collezione” La Rivetta?

Non lo escludiamo, anche se al momento abbiamo già un Rive di San Pietro Extra brut che ci sta dando molte soddisfazioni.

Quel che delineerà il futuro della linea La Rivetta è la filosofia per cui è nata: proporre una selezione molto ristretta a produzione limitata, caratterizzata da un lavoro di ricerca, dal vigneto alla bottiglia, e che esprima la più distintiva essenza del territorio.

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